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ITALIA

"Gli assassini devono essere puniti"

Peres chiama il padre del giovane palestinese ucciso: "Provo vergogna e chiedo giustizia"

Il presidente israeliano uscente ha telefonato a Hussein Abu Khdeir, padre del giovane assassinato a Gerusalemme. Poi, insieme al neoeletto Rivlin, ha lanciato un appello ad israeliani e arabi a porre fine alle violenze: "In Israele non c'è differenza tra sangue e sangue"

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Dopo Netanyahu anche il presidente israeliano uscente, Shimon Peres, ha espresso la propria condanna per l'uccisione del giovane palestinese trovato morto la scorsa settimana a Gerusalemme. Lo ha fatto telefonando ad Hussein Abu Khdeir, padre di Mohammed Abu Khdeir: "Sono pieno di vergogna per conto mio e della mia nazione e sono addolorato con lei. Suo figlio è stato ucciso da criminali" ha dichiarato l'ex premio Nobel per la Pace. L'uomo ha risposto al presidente uscente: "Cerco una giustizia vera in tribunale".

"Gli assassini devono essere puniti"
"Giustizia sarà fatta e non ci saranno compromessi su questo. Noi - ha assicurato Peres al padre - respingiamo i criminali e come lei voglio giustizia, vera giustizia. Gli assassini devono essere puniti e l'omicidio sradicato alla radice". Hussein Abu Khdeir - secondo la presidenza - ha ringraziato Peres e ha espresso il suo desiderio di giustizia e pace. 

L'appello di Peres e Rivlin
Insieme al presidente neo eletto Reuven Rivlin, Peres ha anche lanciato un appello ad israeliani e arabi a porre fine alle violenze e all'incitamento e ad avere fiducia nella capacità di vivere insieme. L'appello è stato pubblicato sul sito di Ynet News: "Maledetto chi dice: 'Vendetta!' scriveva il poeta Hayim Nahman Bialik. Maledetta è la vendetta che distrugge e rovina, e danneggia le persone innocenti" si legge nell'appello. "Una lotta nazionale - sostengono Peres e Rivlin - non giustifica atti di terrore. Gli atti di terrore non giustificano la vendetta. La vendetta non giustifica distruzione, saccheggio e desolazione. Anche di fronte a rabbia e frustrazione, violenza e dolore, le cose potrebbero andare diversamente. Le cose devono essere fatte in maniera diversa".

In Israele non c'è differenza tra sangue e sangue
Peres e Rivlin hanno ricordato Eyal Yifrach, Naftali Frankel e Gilad Shaar, i tre ragazzi israeliani trovati morti in Cisgiordania, e Mohammed Abu Khdeir, il giovane palestinese trovato morto la scorsa settimana a Gerusalemme. "Hanno gridato e noi grideremo in loro nome. Nello Stato di Israele non c'è differenza tra sangue e sangue". "L'omicidio di un ragazzo o una ragazza, ebreo o arabo, è un atto inaccettabile" e "i criminali che uccidono e prendono la vita umana saranno catturati e puniti con il pieno rigore della legge. Si può scegliere: cedere ad una visione distruttiva del mondo che i razzisti ed estremisti stanno mettendo di fronte a noi o combatterla fino al punto di eliminazione totale; cedere al terrore musulmano o ebraico selvaggio e brutale o porvi fine in ogni modo possibile".