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ITALIA

'Ci stanno dando la caccia'

Perquisizioni per 18 attivisti No Green Pass: affiliati al canale Telegram 'Basta Dittatura'

Il canale era già stato oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, in considerazione della gravità dei contenuti pubblicati

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La Polizia di Stato di Torino ha eseguito nella mattinata odierna 18 decreti di perquisizione nei confronti degli attivisti No Vax/ No Green Pass più radicali affiliati al noto canale social 'Basta Dittatura', uno degli spazi web di maggiore riferimento nella galassia dei negazionisti del Covid 19. Il canale era già stato oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, in considerazione della gravità dei contenuti pubblicati. L'operazione è stata realizzata a seguito delle indagini svolte sotto la direzione dei magistrati specializzati della Procura della Repubblica di Torino, gruppo terrorismo ed eversione.

Tra i materiali ritrovati e sequestrati dalla polizia una tanica da 5 litri di acido cloridrico a Palermo, una balestra, alcune baionette e un vecchio fucile a Brescia, a Cremona alcuni coltelli e a Siena un documento storico riconducibile al nazifascismo. Sono stati inoltre sequestrati diversi supporti informatici che saranno analizzati quanto prima per la prosecuzione delle indagini.

Le complesse attività che ne sono conseguite, svolte congiuntamente dalla Polizia Postale e dalla Digos di Torino, sono state condotte per diverse settimane monitorando h 24 il canale divenuto polo principale nell'organizzazione di proteste violente su tutto il territorio nazionale. 'Basta Dittatura' negli scorsi mesi aveva raccolto decine di migliaia di iscritti, risultando essere il nodo di collegamento con tutti i principali spazi web di protesta, caratterizzata da un persistente incitamento all'odio ed alla commissione di gravi delitti; la propagazione virale dei messaggi ha determinato inoltre consistenti disagi nella gestione dell'ordine e sicurezza pubblica delle piazze. 

Gli indagati, avevano partecipato alla chat, istigando sistematicamente all'utilizzo delle armi ed a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi; obiettivi ricorrenti sono stati inoltre le forze dell'ordine, medici, scienziati, giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di "asservimento" e di "collaborazionismo" con la "dittatura" in atto.  Presa costantemente di mira con pesanti insulti anche tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi "schiava" dello Stato.

Molti dei perquisiti risultavano già noti alle forze di polizia, sia per aver aderito a posizioni estremiste sia per precedenti reati quali resistenza a pubblico ufficiale, furto, rapina, estorsione ed in materia di stupefacenti. Tra gli indagati figurano però anche soggetti incensurati caduti nella spirale dell'odio online. I contenuti e i toni sono risultati esasperati, con riferimenti espliciti a "impiccagioni", "fucilazioni", "gambizzazioni", oltre ad allusioni dirette a "nuove marce su Roma" ed al terrorismo; tra gli identificati anche soggetti che avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari nonché attivisti resisi protagonisti di aggressioni di piazza alle forze dell'ordine impiegate per i servizi di Ordine Pubblico.

L'operazione ha coinvolto 16 città tra cui: Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese, unitamente ai Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Le responsabilità dei 18 indagati verranno approfondite dall'Autorità Giudiziaria competente che ha ravvisato nei loro confronti reati come istigazione a delinquere con l'aggravante del ricorso a strumenti telematici ed istigazione a disobbedire le leggi.

Tra i 18 indagati c'è anche un commerciante di Torretta (Pa). Il canale era stato sequestrato a settembre. Questa mattina in casa del commerciante della provincia di Palermo sono arrivati gli agenti della Digos che avrebbero anche ritrovato alcune taniche di acido. I reati contestati, a lui come agli altri indagati,sono di istigazione a delinquere con l'aggravante del ricorso a strumenti telematici e istigazione a disobbedire alle leggi.

Tra gli indagati anche un impiegato di 54 anni, M.G.che lavora nel settore privato, l'imperiese destinatario di uno dei  decreti di perquisizione eseguiti dalla polizia di Torino nei confronti di attivisti No Vax - No Green Pass più radicali affiliati al canale social "Basta Dittatura".    A perquisire la sua abitazione e l'ufficio è stata la polizia postale. All'uomo è stata sequestrata tutta l'apparecchiatura informatica.

No Vax perquisiti su Telegram, "ci stanno dando la caccia"
"Ci stanno dando la caccia. Stiamo attenti. La verità fa male a questo governo". E' uno dei commenti apparsi su alcune chat Telegram No Vax e No Green Pass dopo la notizia delle perquisizioni a carico degli attivisti della chat 'Basta dittatura'. C'è anche chi propone nuove proteste. 

"Potremmo organizzare gruppi di centinaia di persone - si legge - ed entrare senza mascherine in un centro commerciale. Ci rivolgiamo alle forze dell'ordine: state difendendo un governo che non è giusto, che sta facendo male. Il popolo si sta ribellando non perché è cattivo. Il nostro è un modo di dire no alle ingiustizie". Minacce anche ai magistrati della procura di Torino e alla polizia che indagano a carico degli attivisti della chat. "Bisognerebbe andare tutti sotto il palazzo a lanciare bombe così la smettono con questa dittatura", è uno dei tanti messaggi ora al vaglio della Digos della Questura di Torino.

Gabrielli: "Recuperare senso di comunità"
"E' vero che per queste cose sono previste delle sanzioni e il contrasto deve essere compito della istituzioni, in queste circostanze la magistratura e le forze di polizia, ma è anche vero che dobbiamo recuperare il senso della comunità, che in questo periodo un po' complicato si sta disperdendo". Lo ha detto oggi a Udine il sottosegretario Franco Gabrielli, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, commentando l'operazione condotta dalla Polizia Postale e dalla Digos in diverse città italiane con 17 provvedimenti nei confronti dei più radicali affiliati al canale Telegram 'Basta dittatura'.

"Anche questo caso - ha osservato - è la dimostrazione che lo spazio cibernetico è uno spazio di libertà e come tale, ne sono convinto, va mantenuto e salvaguardato, ma ovviamente come tutti gli spazi di libertà a volte viene usato in maniera non corretta. Bisogna, allora, avere la capacità di distinguere tutto quello che è negativo, e questo lo debbono fare primariamente le istituzioni, ma ci deve essere anche una partecipazione da parte della comunità".