Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Pisapia-Dobbiamo-andare-avanti-Colombo-Come-nel-92-fatto-troppo-poco-21b29dd9-9e76-4f9c-823e-35b2ffb6fa6a.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Expo 2015

Pisapia: "Dobbiamo andare avanti" Colombo: "Come nel '92, fatto troppo poco"

Il sindaco di Milano e l'ex magistrato sottolineano i punti di contatto tra l'inchiesta di oggi e Mani Pulite. "Etica sbagliata, in questi anni si è fatto poco" dice Colombo, mentre Pisapia sottolinea la necessità di andare avanti

Condividi
Giuliano Pisapia e Gherardo Colombo
Stupisce, ma nemmeno troppo, ritrovare nell’inchiesta che ha decapitato i vertici di Expo 2015 alcuni dei nomi che venti e passa anni fa furono coinvolti in Mani Pulite. “Facevo l’avvocato – racconta il sindaco di Milano Giuliano Pisapia -, quella stagione l’ho conosciuta da vicino e in effetti è incredibile ritrovare gli stessi nomi”. “In tanti casi persone ritenute responsabili di corruzione o che avevano patteggiato per questi reati sono state lasciate a svolgere le stesse funzioni”, sottolinea l’ex magistrato Gherardo Colombo.
 
Nel 1992 Pisapia era un avvocato mentre, l’attuale membro del Cda Rai Colombo, era uno dei magistrati che l’inchiesta Mani Pulite coordinò. Entrambi ricordano quindi bene quella stagione ed entrambi, a Repubblica, hanno cercato di spiegare come e perché ad oltre 20 anni di distanza la sensazione sia che poco o nulla sia cambiato.
 
“Tenuta ferma la presunzione di innocenza fino al giudizio definitivo – dice Colombo -, non c’è bisogno di queste notizie per avere la forte impressione che non sia cambiato molto dai tempi di Mani pulite. Forse sono diverse le modalità e, al momento, pare che non si riscontri quel coinvolgimento dei partiti politici che si era verificato allora. Ma l’impressione è che esista comunque una corruzione particolarmente diffusa nel nostro Paese. È una questione che non riguarda solo l’etica pubblica, ma anche quella privata, perché quando si verifica un fatto di corruzione, oltre a una parte pubblica, è sempre coinvolto un soggetto privato, impresa o persona fisica che sia. E allora mi chiedo: quali modelli di comportamento sono stati promossi in questi anni? Quali punti di riferimento sono stati indicati? Considero un equivoco pensare che un problema così generalizzato si possa risolvere a livello giudiziario, attraverso le inchieste, i processi e le sentenze. Proprio l’esito delle indagini degli anni Novanta costituisce un riscontro inconfutabile. La raccolta di una serie quasi infinita di prove, attraverso le quali venivano individuate le responsabilità di un gran numero di persone, non ha quasi avuto seguito a livello giudiziario”.
 
“I processi – spiega l’ex magistrato - spesso si sono conclusi per prescrizione o per assoluzioni dipendenti da incisive modifiche della legislazione processuale e sostanziale, che hanno ridotto l’efficacia probatoria di alcune emergenze, hanno accorciato i termini di prescrizione e hanno ridimensionato reati come il falso in bilancio. Tutto ciò non ha impedito che la corruzione continuasse a mantenere livelli molto elevati. Da tempo sono convinto che incidere sulla corruzione sia necessario intervenire soprattutto a livello educativo e preventivo”.
 
“Da tempo – conclude Colombo -, non ho visto interventi legislativi che cercassero di incrementare effettivamente, al di là delle parole, una maggiore capacità di intervento sia a livello educativo che a livello preventivo”.
 
Ed anche il sindaco Pisapia ricorda bene la stagione di Mani Pulite: “Facevo l’avvocato, quella stagione l’ho conosciuta da vicino e in effetti è incredibile ritrovare gli stessi nomi. C’è un sottobosco di malaffare che risorge sempre e che va estirpato. Non bisogna mai abbassare la guardia”. Ma sottolinea, il primo cittadino milanese, l’importanza di andare avanti: “Si deve fare. Come tutti sanno è un impegno che io ho ereditato, dunque non difendo me stesso. Ma da tempo, ormai, non è più possibile parlare di scelta: Expo è un impegno solenne che l’Italia ha preso con il mondo e che va onorato. Ci sono oltre 140 Paesi che si stanno preparando a intervenire, neppure una Repubblica delle banane potrebbe tirarsi indietro a questo punto senza distruggere la sua reputazione. La credibilità di un Paese è un patrimonio inestimabile, se alzassimo bandiera bianca sarebbe compromessa per sempre. Non è una questione milanese o lombarda, è un questione nazionale. Lo dico con forza, il naufragio di Expo sarebbe una rovina per tutti. Ricordo che sono attese 20 milioni di persone da tutto il mondo, si stimano 200 mila nuovi posti di lavoro, un indotto di 25 miliardi di euro con un valore aggiunto stimato di oltre 10 miliardi. Gli effetti positivi sono previsti fino al 2020”.