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POLITICA

Jobs Act

Poletti: "Entro il 2014 il contratto a tutele crescenti"

Per il ministro "è il primo obiettivo da portare in porto" e favorirà la diminuzione del lavoro precario

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Giuliano Poletti
"Il contratto a tutele crescenti è il primo obiettivo che vogliamo portare in porto per fine anno". Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine di un convegno a Firenze. 

"Vogliamo fare in modo che a gennaio le imprese e i lavoratori possano utilizzare le scelte - ha aggiunto Poletti - che abbiamo fatto nella legge di stabilità di riduzione del costo del lavoro in modo che la percentuale dei contratti a tempo indeterminato cresca in maniera importante". Oggi, ha spiegato il ministro, "i nuovi avviamenti al lavoro valgono il 15% ed è un numero troppo basso. Noi vogliamo che i contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti aumentino percentualmente e quindi lo faremo sicuramente per l'inizio del nuovo anno".

Meno lavoro precario e meno costoso 
"È naturale che il governo si interroghi e valuti se le cose che sta facendo sono quelle giuste - ha spiegato il ministro - ma noi confermiamo la nostra convinzione. Noi siamo convinti che le cose che stanno dentro la legge delega sul lavoro e la legge di stabilità sono scelte che tendono a rendere il lavoro più stabile, meno precario e meno costoso e, al tempo stesso, aiutano le imprese ad avere più certezze, che è la condizione perchè facciano investimenti e promuovono lo sviluppo".

Ascoltiamo le piazze, ma la strada è quella giusta 
Il governo tiene conto di quanto emerso dagli "scioperi sociali" ma è convinto di aver "scelto la strada giusta" e dunque va avanti. "Oggi c'è una situazione oggettivamente difficile, di tensione sociale e di problematiche - ha detto il ministro - perché veniamo da sette anni di crisi ma il problema è dare una risposta a queste tensioni, risolvere i problemi". Per Poletti siamo in questa situazione anche perchè "le decisioni non si sono prese e i problemi non si sono affrontati, abbiano una situazione di burocratizzazione di inefficienza, che non produce sufficienti opportunità. L'Italia deve puntare a promuovere delle opportunità ed è quello che stiamo facendo".