POLITICA
Jobs Act, Camusso (Cgil): "Nessuna sostanziale riduzione della precarietà"
Poletti: "Stop ai nuovi co.co.pro. Studiamo una ridefinizione dei contratti"
Dopo l'approvazione della legge delega sul lavoro, al Cdm di venerdì sono attesi i decreti delegati del governo. Il ministro Giuliano Poletti annuncia così lo stop a nuove collaborazioni a progetto. Sacconi (Ncd): "Il contratto a tutele crescenti soddisfi le imprese"

"Pensiamo di fare una operazione che blocchi la possibilità di fare nuove collaborazioni a progetto e su quelle che ci sono bisogna cercare di trovare una modalità di gestione della transizione". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al termine dell'incontro con le parti sociali sul decreto attuativo del Jobs act sulle tipologie contrattuali.
Dopo l'approvazione della legge delega sul "Jobs Act", sono infatti attesi i decreti delegati del governo, annunciati per il Consiglio dei ministri di venerdì 20.
"Sui licenziamenti collettivi - aggiunge Poletti - deciderà il Consiglio dei ministri". "Abbiamo assunto la segnalazione arrivataci dal Parlamento e dai sindacati. Il Cdm prenderà una decisione. Io oggi non sono in grado di anticipare nulla", spiega ancora il ministro.
"Sui contratti - assicura Poletti - la nostra scelta non è pregiudiziale e ideologica". "Non devo cancellare contratti solo perché li devo cancellare ma devo lavorare in un contesto più ampio e chiedermi cosa succede se abrogo una forma contrattuale per evitare che questo porti ad un aumento del lavoro nero e indirizzare invece tutto verso una forma a tempo indeterminato", spiega il ministro.
Camusso (Cgil): "Nessuna sostanziale riduzione della precarietà, siamo delusi"
"Non c'è una sostanziale riduzione della precarietà, si tratta piuttosto di una semplificazione e una manutenzione dell'esistente", dice la segretaria della Cgil Susanna Camusso. "Le uniche forme abolite sono l'associazione in partecipazione e il job sharing, che è un mistero della fede se sia mai stato usato. Rispetto all'attenzione annunciata sulle forme di precarietà siamo sostanzialmente delusi", prosegue la leader sindacale.
Sacconi: "Il contratto a tutele crescenti soddisfi le imprese"
Sui decreti delegati, interviene il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Saccondi di Area Popolare - Ncd. "Il terzo schema di decreto delegato in attuazione del jobs act all'esame del Consiglio dei ministri di venerdì sarebbe solo l'anticipo del testo unico sostitutivo dello Statuto dei lavoratori. Esso non può partire dal presupposto - prosegue Sacconi - che il contratto a tutele crescenti soddisfi tutte le esigenze di tutte le imprese".
Dopo l'approvazione della legge delega sul "Jobs Act", sono infatti attesi i decreti delegati del governo, annunciati per il Consiglio dei ministri di venerdì 20.
"Sui licenziamenti collettivi - aggiunge Poletti - deciderà il Consiglio dei ministri". "Abbiamo assunto la segnalazione arrivataci dal Parlamento e dai sindacati. Il Cdm prenderà una decisione. Io oggi non sono in grado di anticipare nulla", spiega ancora il ministro.
"Sui contratti - assicura Poletti - la nostra scelta non è pregiudiziale e ideologica". "Non devo cancellare contratti solo perché li devo cancellare ma devo lavorare in un contesto più ampio e chiedermi cosa succede se abrogo una forma contrattuale per evitare che questo porti ad un aumento del lavoro nero e indirizzare invece tutto verso una forma a tempo indeterminato", spiega il ministro.
Camusso (Cgil): "Nessuna sostanziale riduzione della precarietà, siamo delusi"
"Non c'è una sostanziale riduzione della precarietà, si tratta piuttosto di una semplificazione e una manutenzione dell'esistente", dice la segretaria della Cgil Susanna Camusso. "Le uniche forme abolite sono l'associazione in partecipazione e il job sharing, che è un mistero della fede se sia mai stato usato. Rispetto all'attenzione annunciata sulle forme di precarietà siamo sostanzialmente delusi", prosegue la leader sindacale.
Sacconi: "Il contratto a tutele crescenti soddisfi le imprese"
Sui decreti delegati, interviene il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Saccondi di Area Popolare - Ncd. "Il terzo schema di decreto delegato in attuazione del jobs act all'esame del Consiglio dei ministri di venerdì sarebbe solo l'anticipo del testo unico sostitutivo dello Statuto dei lavoratori. Esso non può partire dal presupposto - prosegue Sacconi - che il contratto a tutele crescenti soddisfi tutte le esigenze di tutte le imprese".