Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Politici-e-007-arruolati-da-Trump-per-smontare-il-Russia-Gate-rivelazione-del-Washington-Post-dcafe8ed-de78-46bc-a1ba-b9fd0bc78380.html | rainews/live/ | true
MONDO

La Casa Bianca

Politici e 007 "arruolati" da Trump per smontare il Russia-Gate: la rivelazione del Washington Post

Ieri la Casa Bianca ha ammesso di aver cercato di contattare la polizia federale, ma non ha svelato il piano b e le richieste fatte ai funzionari dell'intelligence. Le telefonate sono state fatte a diverse testate, tra cui lo stesso Washington Post

Condividi
Ormai è quasi un corpo a corpo quello ingaggiato da Trump con alcune tra le più prestigiose testate statunitensi. E non passa giorno che non ci siano attacchi e contrattacchi, in una guerriglia che rischia di sfibrare il tessuto connettivo della democrazia americana.

Il Washington Post e gli 007 arruolati da Trump
L'amministrazione Trump ha arruolato funzionari della comunità d'intelligence e politici del Congresso per contrastare le notizie riguardanti i presunti legami tra alcuni membri della campagna elettorale del presidente Usa e la Russia, che hanno indotto l'Fbi ad avviare un'indagine, ancora in corso. E' quanto scrive oggi il Washington Post.


La settimana scorsa i funzionari hanno fatto diverse chiamate nel tentativo di sminuire le storie circolate negli ultimi mesi riguardanti il canale diretto tra i fiduciari di Trump e il Cremlino. Le telefonate sono state orchestrate dalla Casa Bianca come ultima risorsa, dopo aver fallito in un'altra missione: spingere i funzionari dell'Fbi a parlare con i media e a bollare come false le storie sui contatti Mosca-Trump. Ieri la Casa Bianca ha ammesso di aver cercato di contattare la polizia federale, ma non ha svelato il piano b e le richieste fatte ai funzionari dell'intelligence. Le telefonate sono state fatte a diverse testate, tra cui lo stesso Washington Post. Il quotidiano di Washington ha sottolineato anche che due funzionari non hanno svelato la loro identità, pratica condannata dal presidente americano nel suo intervento alla conferenza dei conservatori CPAC.




Il problema, ha concluso il Washington Post, è molto più grave di quanto possa sembrare: la decisione di coinvolgere membri dei servizi segreti minaccia l'indipendenza dell'intelligence dal governo in carica.

Briefing vietato alle "testate nemiche"
Sul fronte dei rapporti tra l'amministrazione e  i media "disonesti" la tensione non è mai stata così alta. Alcuni tra i più autorevoli - cominicare da Cnn e New York Times -  sono stati esclusi per la prima volta da un briefing della casa bianca, trasformato improvvisamente in un 'gaggle', una conversazione piu' ristretta a porte chiuse e a telecamere spente: la lista nera comprende la cnn, il new york times, politico e il los angeles times.




In segno di solidarieta' i corrispondenti di altre testate - come l'ap e time magazine - hanno deciso di boicottarlo. presenti invece i media conservatori come breitbart news, washington times, one america news network, come pure abc, cbs, wsj, bloomberg e fox news.   Immediata la reazione del presidente dell'associazione dei corrispondenti della casa bianca, Jeff Mason, che ha annunciato una "dura protesta" per una mossa definita inusuale e senza precedenti.

Sulla stessa lunghezza d'onda Dean Baquet, direttore esecutivo del nyt: "Nulla del genere e' mai successo alla casa bianca nella nostra lunga storia della copertura di piu' amministrazioni di partiti diversi". Dura anche la Cnn: "uno sviluppo inaccettabile da parte della casa bianca di trump. Apparentemente e' un modo di vendicarsi quando le tue notizie non piacciono. Continueremo a riportare notizie in ogni caso".