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ITALIA

L'epidemia

Polmonite a Brescia, Gallera: "La causa non sono le tubature dell'acquedotto"

L'assessore al Welfare riferisce in Regione Lombardia: fino a ieri 235 accessi al pronto soccorso e due decessi, "in 12 casi accertata la legionella". Intanto, un 29enne bresciano è stato ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Monza

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La Regione Lombardia sta cercando le cause che hanno provocato l'epidemia di polmonite nel Bresciano e nel Mantovano, ma esclude che la responsabilità sia dell'acquedotto. "Non sono le tubature dell'acquedotto perché le tubature non sono tra loro interconnesse quindi non è sicuramente quello. Stiamo cercando di capire come possa essersi sviluppato il batterio", così l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

A margine della seduta del Consiglio regionale, Gallera ha spiegato: "I numeri crescenti che stanno emergendo in questi giorni non sono dovuti al fatto che ci sono nuovi casi di polmonite che emergono; ma al fatto che una valutazione più compiuta dei vari accessi ai pronto soccorso dell'area coinvolta, e le interlocuzioni con i medici, ci stanno dando un quadro più compiuto". L'assessore ha aggiunto: "Pare che ci sia stato un evento scatenante a fine agosto e i vari casi sono emersi nella settimana tra il 2 e il 9 settembre. Non ci sono persone i cui sintomi sono di ieri o l'altro ieri". Dunque "diamo un messaggio tranquillizzante: l'acqua si può bere perché non è un problema legato alle condutture dell'acqua pubblica. I primi dati ci portano a escluderlo, la legionella non si trasmette bevendo l'acqua o da persona a persona".

A ieri 235 accessi al pronto soccorso. 196 i ricoverati. In 12 casi accertata la legionella
"A ieri fino alle ore 20 vi sono stati 235 accessi al pronto soccorso, 196 sono le persone attualmente ricoverate, 12 le persone che hanno rifiutato il ricovero o che sono state dimesse, due i decessi, uno con una diagnosi accertata di legionella"  ha detto Gallera stamane, riferendo in Consiglio regionale. "In 12 casi, sul numero totale, è stato accertato che si tratta di legionella" ha aggiunto.  "Possiamo dire che oggi vi è una curva epidemica in calo, è stato un evento anomalo e particolare che ha comportato una serie di infezioni probabilmente verso fine agosto e oggi stiamo fotografando quello che è avvenuto allora" ha concluso, aggiungendo: "Si può avere l'idea che il fenomeno sia in espansione, ma a oggi non appare assolutamente così".

29enne bresciano in gravi condizioni a Monza
Intanto, un uomo di 29 anni, bresciano, è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva del San Gerardo di Monza, attaccato alla macchina "Ecmo" per la pulizia del sangue, dopo aver contratto il batterio della legionella. Presentatosi con i sintomi classici della patologia al pronto soccorso di Gavardo (Brescia), il 29enne  è stato trasferito a Monza. Le sue condizioni, a detta dei medici, sono gravi, ma stabili. La prima settimana di ricovero sarà decisiva per poter sciogliere la prognosi. L' uomo  è stato trasferito al San Gerardo di Monza perché la struttura del bresciano dove  è giunto al pronto soccorso non sarebbe stata in grado di garantire il corretto trattamento della malattia. E' stato così chiesto ausilio al San Gerardo di Monza, che ha inviato immediatamente un'equipe di medici e un'ambulanza a prenderlo. Arrivato in Brianza, il 29 enne  è sotto trattamento in terapia intensiva con i medicinali del caso e sottoposto a costante pulizia del sangue.

Finora i casi di legionella più gravi hanno riguardato persone in età avanzata. In questo caso invece si tratta di una persona di 29 anni che, proprio grazie alla sua giovane età, sembra aver maggiori capacità di reagire alle cure.