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CULTURA

Una giornata da turista

Pompei ed Ercolano, meraviglie d'Italia: tra code alle biglietterie e scavi chiusi #SavePompei

Superate le file, una volta entrati nel sito archeologico di Pompei, ci troviamo davanti meraviglie a cielo aperto, dalla casa del Fauno alla Villa dei Misteri con i suoi affreschi, all'anfiteatro romano, ai famosi calchi delle vittime dell'eruzione del Vesuvio. Però molti scavi sono chiusi per manutenzione e messa in sicurezza. Bisogna, infatti, spendere in fretta i 105 milioni di euro del Grande Progetto Pompei prima della scadenza a dicembre dei Fondi europei 

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di Carlotta Macerollo
Arrivano per vederla in milioni da tutto il mondo, attratti da meraviglie come la casa del Fauno e la Villa dei Misteri con i suoi affreschi, l’anfiteatro romano, i famosi calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei nel 79 d.C.



I turisti, prima di entrare nel sito, però, devono affrontare una lunga coda, sotto il sole, senza nessuna protezione e senza che ci sia qualcuno a dirigerla. Tanti gli stranieri che arrivano in gruppi organizzati o in crociera che si riversano in massa sul sito archeologico. Se per alcuni aspettare non è un problema non mancano i momenti di tensione durante l'attesa. Un israeliano che si è visto passare davanti in fila uno statunitense, alla biglietteria di Porta Marina Superiore, è andato su tutte le furie. Prima la lite poi gli spintoni, finché l'israeliano non ha perso il controllo e si è impossessato di un estintore con l'intenzione di colpire il giovane americano. L'intervento di alcune guide ha evitato il peggio. 



Una volta entrati lo scenario è questo: molti scavi sono chiusi, per manutenzione e messa in sicurezza. Bisogna spendere in fretta i 105 milioni di euro del Grande Progetto Pompei prima della scadenza a dicembre dei Fondi europei.



Ercolano, sorella minore di Pompei, decisamente più piccola e meno conosciuta. Qui la gestione è congiunta tra lo Stato e il privato, l’industriale e filantropo americano David Packard: un esempio di collaborazione che ha portato buoni frutti, in dieci anni sono aumentati i servizi e l'area visitabile. Tuttavia, alcuni problemi rimangono gli stessi, come la mancanza di personale. Il 6 luglio scorso è successo che gli scavi sono rimasti chiusi per un turno pomeridiano, facendo rimanere a bocca asciutta i tanti turisti arrivati da tutto il mondo per godere di questa meraviglia italiana. La condizione di Ercolano, si legge in una nota della Soprintendenza, "è particolarmente complicata poiché per l'area archeologica sono disponibili solo 36 addetti alla vigilanza distribuiti su 5 turni (mattina, pomeriggio, notte, franco e riposo). Il che significa disporre di un massimo di 6-7 custodi per turno per un'area di 4-5 ettari, dotata di 3 ingressi, anch'essi da sottoporre a controllo". "La situazione - ha dichiarato il soprintendente Massimo Osanna - è già all'attenzione del ministro Franceschini e con il Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo si sta provvedendo a mettere a punto una convenzione Ales ad hoc per Ercolano, al fine di garantire una soluzione definitiva e assicurare oltre alla tutela anche la massima offerta di visita dell'area archeologica".



Nel frattempo per evitare di chiudere completamente gli scavi si vieta l'accesso ad alcuni degli ambienti più belli, come le terme suburbane: grandi finestre, soffitti a volta e marmi policromi. O il locale dove è esposta un'imbarcazione di legno lunga 9 metri rinvenuta trent'anni fa su quella che un tempo era la spiaggia della città.