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ITALIA

Anche Fassi, storica gelateria, venduta ai coreani di Haitai

Roma: Pompi, il Re del tiramisù, chiude e vende ai cinesi. Polemiche con i residenti

Addio allo storico locale di via Albalonga. Il proprietario attacca il municipio: "Troppe sanzioni ai clienti in sosta selvaggia. Ci trasferiamo". E sui social network si scatena il popolo della Rete tra i fan dello storico locale e chi, invece, lo contesta

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Il tiramisù di Pompi
di Carlotta Macerollo
Per i romani, e non solo, Pompi è sinonimo di tiramisù. Fin dagli anni Sessanta, quando aprì il primo locale in via Albalonga nel quartiere San Giovanni, tutti conoscono il celebre dolce servito nelle vaschette, di plastica e di carta, per poterlo gustare camminando o nei vicini giardinetti. Adesso, il Re del tiramisù ha deciso di vendere il negozio al migliore offerente, che ovviamente pare essere cinese. "Abbiamo perso il 50% degli incassi dall'aprile 2014, quindi negli ultimi 6 mesi: se il trend dovesse continuare, non possiamo permettercelo e dobbiamo chiudere", ha detto il proprietario Roberto Pompi. "L'azienda ha tra i 50 e i 70 dipendenti, dipende dai periodi dell'anno: molti bengalesi, tutti con un contratto a tempo indeterminato".

Anche la storica gelateria Fassi
E Pompi non sarebbe il primo locale simbolo della Capitale a finire nelle mani degli asiatici. La gelateria romana Fassi è passata, infatti, ai coreani. La storica casa, che da oltre un secolo sorge nel quartiere dell'Esquilino, celebrata anche nel film "Vacanze romane", è stata rilevata dalla società coreana Haitai Confectionery and Foods Co.

Il cartello delle polemiche
Il signor Pompi ha annunciato la vendita con un cartello affisso all'interno del locale nel quale, polemicamente, addossa le colpe della chiusura al Municipio: "Prima eravamo tartassati dai vigili che multavano i clienti in doppia fila, poi col nuovo new jersey che ha ristretto la carreggiata gli affari sono crollati".

Sul cartello si legge questo: "Recessione è quando il tuo vicino perde il lavoro. Depressione è quando lo perde un tuo familiare. Panico quando lo perdono tutti i tuoi dipendenti, 60. Grazie a questo lungimirante Municipio, alle vie limitrofe e ai residenti, i cittadini non avranno più il loro punto di ritrovo a cui erano abituati da 54 anni!. Avranno tranquillità e più tempo per imparare il cinese vista la prossima apertura, dopo la nostra storica attività romana, di un bazar o ristorante cinese".

La polemica con i residenti
La situazione di tensione tra Pompi e il Municipio va avanti da tempo. E si sono fatte sentire anche le proteste dei residenti. L'anno scorso un gruppo di abitanti aveva scritto al blog "Romafaschifo" riferendo che un autobus aveva dovuto deviare il suo tragitto per le troppe auto in doppia fila a causa dell'alta affluenza dei clienti nel locale.

Legalità e decoro nel quartiere
Molti residenti chiedono ormai da anni alle autorità di intervenire per ripristinare legalità e decoro, non solo in via Albalonga ma in tutta l'area di piazza Re di Roma, regno incontrastato della sosta selvaggia e dell'occupazione sistematica di strisce pedonali e parti di marciapiede. Quindi la Polizia municipale ha risposto aumentando i controlli e non permettendo la sosta in doppia o tripla fila davanti al locale. Sulla vicenda era intervenuta anche Susy Fantino, presidente del VII Municipio, che aveva chiesto che venisse modificata la viabilità della via.

E l'ironia corre su Twitter
Il popolo della Rete non risparmia l'ironia su Twitter. C'è chi accusa lo storico locale di non rispettare le regole sul traffico né sugli alimenti, chi si stupisce di come un locale si possa chiudere per il problema delle auto in doppia fila.




Chi dice che il tiramisù di Pompi era caro e sopravvalutato e c'è chi dice che il dolce era completamente nella media. Ci sono anche però i "preoccupati", come Andrea Rapisarda, che scrive: "Dopo Fassi, la nostra città perde un altro storico locale d'aggregazione".