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ITALIA

Il giorno dopo la demolizione

Ponte Morandi, Di Maio: Aspi chiarisca perché voleva demolirlo. Atlantia: dubbi pretestuosi

Il vicepremier torna ad incalzare il gruppo Atlantia su un progetto di demolizione del 2003. La società: era "un semplice studio di fattibilità"

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"Lotteremo fino alla fine per dare giustizia alle famiglie distrutte dalla tragedia del Ponte Morandi" ribadisce su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio. Che torna a incalzare il gruppo autostradale Atlantia sulla revoca della concessione di Autostrade per l'Italia: "Se vieni pagato e fai profitto per gestire un'infrastruttura dello Stato e non lo fai, ci sono delle conseguenze. Che in questo caso si chiamano revoca della concessione. L'Italia è il nostro Paese, non ci facciamo dettare la linea dalle multinazionali". "Ora sindacati e grandi organizzazioni di industriali gridano allo scandalo. Non gridarono allo scandalo dopo la tragedia del Ponte Morandi e nessuno di loro ha gridato allo scandalo nemmeno dopo ieri, quando l'esperto di esplosivi ha ammesso che già nel 2003 Autostrade gli chiese di demolire il ponte, ma poi non se ne fece più nulla per via dei costi. È bene allora che i Benetton chiariscano anche questo passaggio, nel dettaglio"

Il progetto del 2003 di demolizione con esplosivi del Ponte Morandi era "un semplice studio di fattibilità" per "la sostituzione dello stesso con un Ponte con capacità raddoppiata". Solo "opzioni" poi "discusse a partire dal 2008 in dibattito pubblico". Autostrade per l'Italia replica al vicepremier Luigi Di Maio e sottolinea: "Ogni ipotesi che tale studio di fattibilità fosse correlato a eventuali problemi del Ponte Morandi, come pure che la scelta finale sia stata fatta sulla base di considerazioni economiche di costo, è dunque totalmente fantasiosa e pretestuosa".

 Il giorno dopo la demolizione delle pile del ponte Morandi prosegue incessante il lavoro per la ricostruzione del viadotto. Si sono svolte stamani a Genova le operazioni per lo sbarco dei primi nove pezzi del nuovo impalcato sulla banchina messa a disposizione da Ansaldo Energia grazie anche alla collaborazione con Accelor Mittal. I primi impalcati sono arrivati nei giorni scorsi dallo stabilimento Fincantieri di Castellamare di Stabia. L'arrivo di tutti i pezzi del nuovo viadotto si concluderà a settembre con 60 trasporti eccezionali. Oggi per mezzo di speciali carrelli i manufatti sono stati trasbordati da una chiatta alla banchina Polcevera. Lunedì raggiungeranno il cantiere del nuovo ponte.

Guarda il video dell'esplosione Un piano di sicurezza imponente, con oltre 3500 sfollati, più di 400 uomini delle forze dell'ordine schierati, il blocco della viabilità che tronca in due non solo la Liguria ma anche parte del Nord Ovest. La città era pronta per il d-day: non solo Genova ma anche buona parte dell'Italia ha tenuto gli occhi puntati sulle due pile dell'ex viadotto Morandi che sotto la spinta esplosiva di una tonnellata di dinamite e di qualche chilo di plastico, si sono sbriciolate al suolo a pochi passi dal Polcevera. L'esplosione vista da diverse inquadrature Le polveri, monitorate passo dopo passo dalle centraline disposte dal Comune di Genova e da quelle messe sui balconi dai residenti della zona limitrofa all'esplosione, si sono posate al suolo impastate dalle centinaia di litri d'acqua 'sparate' dai cannoncini.    Ad assistere all'implosione controllata i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e il ministro della Difesa Elisabetta Trenta che con i media di mezzo mondo sono stati collocati a distanza di sicurezza, ben oltre la fascia di 300 metri dalle operazioni.  Salvini: ricostruzione in buone mani Il ministro dell'Interno e vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, a Genova ha detto "oggi è una giornata straordinaria, un caso unico al mondo di intervento ingegneristico di abbattimento e ricostruzione tra le case, in un centro abitato. È una giornata in cui ringraziare ingegneri, tecnici, operai, forze dell'ordine perché è stata una operazione unica al mondo. Per quello che riguarda chi ricostruirà, siamo in buone mani e ribadisco: non commento le dichiarazioni sulle società quotate in borsa".