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ECONOMIA

Popolare Bari, dal Fitd subito 310 milioni

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Il buco era troppo grande, serviva immediatamente una mossa importante. Ecco allora che per la Banca Popolare di Bari l'annus horribilis si chiude con l'aiuto del Fondo Interbancario di tutela dei depositi, che eroga subito 310 milioni di euro. Il Fitd, che ha approvato all'unamimità lo stanziamento straordinario, sottolinea come "l'intervento verrà effettuato attraverso un versamento in conto futuro aumento di capitale della banca, e costituisce una misura di carattere anticipatorio nel quadro di un ampio progetto di rafforzamento patrimoniale di 1,4 miliardi di euro, da realizzare nei prossimi mesi". Attenzione, però: il Fondo concorrerà all'importo massimo di 700 milioni, "idoneo a perseguire gli obiettivi di risanamento e rilancio indicati dai commissari", mentre l'altra metà sarà stanziata dal Mediocredito centrale, una controllata del ministero dell'Economia.

L'input dal governo Conte era chiarissimo: mettere subito in sicurezza le fondamenta dell'istituto per un 2020 senza l'incubo del crac. Il Fondo, conclude la nota diramata in serata, assicura ai "commissari straordinari il proprio sostegno nell'azione strategica e gestionale da intraprendere". Antonio Blandini e Enrico Ajello hanno davanti a sé un percorso non facile: sono all'orizzonte tagli al personale e chiusure di sedi, già preventivati dal piano industriale dell'ex ad, Vincenzo De Bustis. L'esecutivo ha varato il 15 dicembre un decreto per ricapitalizzare l'istituto pugliese con 900 milioni di euro, anche se il testo rischia di incorrere nelle ire dell'Antitrust Ue che, per ora, sceglie la strada della prudenza ma, come sottolineato dal commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager, è pronta ad intervenire.

"L'intervento approvato oggi dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, che segue il commissariamento deciso dalla Banca d'Italia e il successivo decreto legge del governo per stanziare 900 milioni di euro, è il terzo fondamentale pilastro per salvare la Banca Popolare di Bari - commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni -. Grazie a questa terna di misure viene quindi assicurata la stabilità del gruppo ed è tutelata l'occupazione, dando serenità e fiducia non solo ai 3.200 dipendenti, ma anche a tutta la clientela".