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MONDO

Inaugurazione

Praga, apre "Blanka": con i suoi oltre 6 km è ora il tunnel cittadino per auto più lungo d'Europa

La capitale della Repubblica Ceca conquista oggi il primato europeo. In ritardo di quattro anni e con costi raddoppiati

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Praga, salvo altri colpi di scena, sta per inaugurare Blanka, il tunnel cittadino, destinato alla circolazione automobilistica, più lungo d'Europa: ben sei chilometri e quattrocento metri. Un primato che la capitale della Repubblica Ceca conquista facendo scalare al secondo posto una galleria analoga di Madrid. Il clima però in città è molto diverso da quello che ci si potrebbe aspettare alla vigilia di un tale debutto.

I ritardi
La gente è più che altro arrabbiata per i primati negativi di cui Blanka è già detentrice da tempo, in primo luogo quello del ritardo, visto che secondo i programmi originari sarebbe dovuto entrare in funzione già quattro anni fa. Poi c'è il problema dei costi, praticamente raddoppiati rispetto alle stime iniziali e destinati a sfiorare i 40 miliardi di corone, circa un miliardo e mezzo di euro. Non manca chi ironizza: Blanka non è una semplice galleria, è una miniera d'oro. "Sì è vero, questo tunnel è un simbolo della specialità tutta ceca del tunelovani".

La storia di Blanka
Martin, studente universitario, non ci mette molto a indicare i sospetti di uso improprio dei soldi pubblici che aleggiano da anni attorno a questo progetto. Il "tunelovani è una espressione che si potrebbe tradurre con "fare il tunnel" e i cechi la utilizzano dagli anni Novanta - il periodo del passaggio al libero mercato, dopo la caduta del regime socialista - per indicare quei sistemi di criminalità diretti a saccheggiare con metodi fraudolenti i patrimoni di banche e aziende pubbliche da parte di amministratori disonesti in possesso di informazioni riservate. Più in generale si dice tunelovani per parlare di corruzione, un fenomeno che - nonostante siano passati i tempi del capitalismo selvaggio - continua a rimanere di moda in Repubblica Ceca.  

Sino al momento della morte - avvenuta nel 2011 - a far sentire la propria voce contro Blanka ci pensò più volte anche Vaclav Havel, leader della rivoluzione di velluto e primo presidente della Praga post comunista. "L'uomo passato alla storia per aver fatto cadere il regime, non poté però fare nulla contro questo obbrobrioso spreco di soldi" commenta una donna, ricordando che l'ex presidente abitava proprio in una villa, a poche centinaia di metri dagli enormi cartelli di segnalazione per l'accesso al tunnel.

Possiamo far partire la storia di Blanka nel 2006, quando la società Metrostav, colosso ceco dell'edilizia, si aggiudicò l'ambitissimo appalto. Nel 2007 partirono i lavori di scavo e l'allora sindaco Pavel Bem, liberale dell'Ods - quello che voleva portare le Olimpiadi a Praga e che si travestiva da turista italiano per smascherare i tassisti disonesti, per poi finire a sua volta invischiato in una serie di vicende, fra politica e business, di opinabile integrità - proclamò: "Entro quattro anni, al massimo cinque, i lavori saranno terminati". 

In realtà le cose sono andate diversamente, complici anche una serie di contrattempi, come quello del 2008, quando i lavori sotterranei provocarono l'apertura nel parco della Stromovka di una enorme voragine. Una zolla di terreno di 30 metri di diametro sprofondò per decine di metri, per fortuna senza nessuna conseguenze per la incolumità di passanti e lavoratori. A distanza di qualche tempo un incidente simile, nuovamente senza danni alle persone, si verificò non senza brividi vicino a una linea del tram e a poche centinaia di metri dal Castello, la sede presidenziale ceca.

Per non parlare degli inconvenienti di carattere finanziario e giudiziario, come quando nel 2011 al Comune fu chiesto di sborsare altri 10 miliardi di corone, circa 370 milioni di euro, del tutto inaspettati, il che portò alla sospensione dei pagamenti e ad altri mesi di gelo e battaglie legali fra amministrazione municipale e società costruttrice. Il sindaco nel frattempo era diventato Bohuslav Svoboda (Ods). Un altro stop clamoroso risale al 2013, quando il primo cittadino Tomas Hudecek, di Top 09, successore di Svoboda, annunciò - pochi mesi prima di terminare l'incarico - considerare invalido sin dal principio il contratto fra il Comune e Metrostav, "perché l'accordo iniziale non fu discusso né dal consiglio comunale, né dalla giunta".

Una vera e propria farsa, rispetto alla quale sembra ben poco quanto accaduto due anni fa, quando Blanka è balzata agli onori internazionale della cronaca per essere diventato un paradiso per i patiti dello skateboard, che lo classificarono come la pista più divertente d'Europa. Sulle prime un segreto per pochi, ma poi divennero centinaia gli appassionati della tavola a rotelle che presero a introdursi furtivamente - soprattutto la notte, saltando una innocua staccionata, col rischio della multa - per sfrecciare a tutta velocità, lungo i chilometri di asfalto immacolato, in perfetta pendenza.

Una goduria assoluta, grazie anche un impianto di illuminazione già allora attivato e perfettamente in funzione. Persino le riviste internazionali del freestyler giunsero a decantare le virtù della "autostrada praghese per le tavole a rotelle". Coi vigili urbani con pochissima voglia di correre dietro ai trasgressori e di ingaggiare bizzarri inseguimenti. "La pista per skateboard più bella e più cara del mondo" ironizzava allora la stampa ceca, ricordando tutti i sospetti di corruzione e bustarelle che pesano su questa mega opera stradale.