Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Prelato-ortodosso-vicario-del-patriarca-Kirill-vaccini-danneggiano-immagine-di-Dio-5f3337e7-0812-4184-8120-7bc6e686ae41.html | rainews/live/ | true
MONDO

Ardite teorie

Prelato ortodosso, vicario del patriarca Kirill: i vaccini “danneggiano l’immagine di Dio”

Ma il prelato va anche oltre: nei vaccini ci sono nanoparticelle che potrebbero servire per prendere il controllo delle persone

Condividi
Il vaccino del coronavirus è in grado di alterare il genoma umano, danneggiando così l'immagine di Dio in esso. Questo è stato dichiarato dal vescovo Porfirij, vicario del patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, parlando ai parrocchiani del monastero della Trasfigurazione del Salvatore. Questo è uno dei monasteri dallo statuto particolare, il più alto nella gerarchia della Chiesa ortodossa russa poiché sottoposto direttamente all’amministrazione del patriarca.

Il vescovo ha detto che i cristiani possono decidere da soli se essere vaccinati contro il COVID-19. Tuttavia, il vescovo ha poi precisato che dovrebbero essere guidati dal fatto che il vaccino è un "prodotto geneticamente modificato" contenente proteine RNA e DNA di matrice.
"Questi agenti vengono incorporati nel genoma umano, lo alterano, lo modificano e lo riscrivono. A questo punto, un cristiano responsabile deve fermarsi. (...) Fino a che punto l'immagine di Dio è rimasta intatta in lui e chi può garantire che questo intervento non abbia causato danni irreversibili alla nostra immagine di Dio?" – ha chiesto il vescovo.

Il prelato, inoltre, sostiene anche che il vaccino contiene nanoparticelle metalliche con una serie di proprietà: "La persona che ha sperimentato questi interventi è rimasta davvero un individuo sovrano, o il centro di controllo è stato spostato altrove?" - ha notato Porfirij. Intanto il video con la sua dichiarazione è stato rimosso da Youtube. Vladimir Legojda, l’addetto alle relazioni della chiesa con la società e i mass media del Patriarcato di Mosca, ha preso le distanze dalle dichiarazioni di Porfirij, affermando che il vescovo, pur essendo “un degno religioso ed esperto padre superiore”, “non è professionalmente competente nel campo della genetica”.