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ITALIA

Consegna dei riconoscimenti il 3 luglio a Trieste

Premio Luchetta al femminile: vincono quattro inviate e un fotografo

Il riconoscimento in memoria dell'inviato Rai Marco Luchetta è andato alle giornaliste italiane Flavia Paone, Lucia Capuzzi e Lucia Goracci, alla collega inglese Harriet Sherwood e al fotografo svedese Niclas Hammarström

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Trieste

Sono stati annunciati oggi i nomi dei vincitori del Premio Luchetta, riconoscimento giornalistico internazionale in ricordo dell’inviato Rai Marco Luchetta, ucciso il 28 gennaio del 1994 a Mostar mentre copriva la guerra in Jugoslavia. Insieme a lui morirono anche i colleghi Alessandro Ota e Dario D’angelo.

Ad assegnare i premi una giuria presieduta da Vincenzo Morgante, direttore della Tgr (Testata giornalistica regionale) Rai.

I premiati
Dei cinque premi in palio, quattro sono andati a donne: Flavia Paone (Tg3) per il miglior servizio giornalistico televisivo; Lucia Capuzzi (Avvenire) per la sezione riservata a quotidiani e periodici, Lucia Goracci (Rai3-Doc3) per il miglior reportage sotto i 45 minuti e Harriet Sherwood (The Guardian weekly magazine) per la sezione riservata ai quotidiani e ai magazine europei. Al fotografo svedese Niclas Hammarström è andato il premio Miran Hrovatin per la migliore immagine con un reportage sulla crisi siriana pubblicato sul quotidiano svedese Aftonbladet.

Le inchieste
Napoli, Bolivia, Pakistan e Striscia di Gaza: questi i territori raccontati nei lavori delle quattro giornaliste premiate. Flavia Paone ha raccontato non solo lo sgombero della discarica rom di Giugliano (Napoli) ma anche tutte le conseguenze legate all’esalazione dei fumi della discarica stessa. Lucia Capuzzi è stata in Bolivia per raccontare le storie di quei bambini che fieramente lavorano per sostenere la propria famiglia. Un’altra storia di rivendicazione, quella raccontata da Lucia Goracci, che ha dato voce alle bambine pachistane in cerca del loro diritto all’istruzione. E ancora i bambini della Striscia di Gaza che hanno raccontato a Harriet Sherwood il modo in cui loro vivono l’occupazione israeliana. Infine i bambini di Aleppo, ritratti nelle foto di Hammarström. Scatti che sono costati al reporter 50 giorni di sequestro, poiché sospettato di essere una spia.

Trieste: un premio e una città
Una luogo, Trieste, che non è solo sede del premio. Trieste era la città di Marco Luchetta ma anche di Alessandro Ota, Dario D’Angelo e Miran Hrovatin: tutti uccisi nel 1994 tra Mostar e Mogadiscio. Dal 2004, si legge sul sito del premio, nella loro città si premia il “giornalismo che scruta, approfondisce, comprende e non si astiene dal partecipare, sotto il profilo dell’umana solidarietà, alla tragedia che coinvolgono le popolazioni inermi”.

La premiazione
I premi, promossi dalla Fondazione “Marco Luchetta” e dalla Rai, saranno consegnati il 3 luglio proprio a Trieste nel corso della serata “I nostri angeli”. La trasmissione andrà in onda il 17 luglio su RaiUno. E torna anche l’Antepremio Lucchetta, una tre giorni dedicata agli incontri e alle riflessioni sul giornalismo, il tutto ospitato nel cortile della Regione Friuli Venezia Giulia. Parteciperanno i vincitori del Premio Luchetta 2014 e altre firme del giornalismo tra cui Antonio Di Bella, Massimo Cirri, Roberto Zaccaria, Sergio Canciani, Barbara Gruden, Pino Scaccia, Giuliano Giubilei, Mauro Mazza e Toni Capuozzo. Parteciperà anche Lilli Gruber, vincitrice del Premio FriulAdria “Testimoni della storia” 2014. Fra gli eventi dell’antepremio anche la presentazione del documentario su Miran Hrovatin prodotto da Videoest. Un racconto guidato dalla lunga intervista fatta al figlio Ian e che, tramite immagini di repertorio, ci riporterà nella Bosnia, nel Sahara e nella Somalia vissute dall’operatore.