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CULTURA

L'annuncio a Stoccolma

Premio Nobel per la letteratura a Abdulrazak Gurnah

Il premio per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti"

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Il premio Nobel per la Letteratura 2021 va al romanziere Abdulrazak Gurnah "per la sua intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti".

Il Premio Nobel per la Letteratura 2021 è stato assegnato al romanziere Abdulrazak Gurnah "per la sua intransigente e profonda analisi degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel golfo tra culture e continenti". E' la motivazione annunciata dall'Accademia di Svezia. ​Il prestigioso premio prevede una medaglia d'oro e 10 milioni di corone svedesi (oltre 1,14 milioni di dollari).

Arrivato nel Regno Unito, dove tutt'ora vive, come rifugiato alla fine degli anni '60, il Premio Nobel per la Letteratura 2021 Abdulrazak Gurnah, 73 anni, è autore di dieci romanzi e di una serie di racconti, tutti attraversati dalla questione del rifugiato e nei quali ha stravolto la prospettiva coloniale per evidenziare quella delle popolazioni indigene.     

Nato nel 1948 e cresciuto sull'isola di Zanzibar, nell'Oceano Indiano, Gurnah apparteneva al gruppo etnico vittima dell'oppressione sotto il regime del presidente Adeid Karume e dopo aver terminato la scuola è stato  costretto a lasciare la sua famiglia e a fuggire dal paese, allora la neonata Repubblica di Tanzania. Aveva diciotto anni. Solo nel 1984 gli è stato possibile tornare a Zanzibar dove ha potuto rivedere suo padre poco prima della morte.   

Gurnah è stato, fino al suo recente ritiro dall'attività lavorativa, professore di letteratura inglese e postcoloniale presso l'Università del Kent a Canterbury, dove si è dedicato principalmente a scrittori come Wole Soyinka, Ngwa Thiong'o e Salman Rushdie. I suoi romanzi più famosi sono 'Paradise', che è stato selezionato sia per il Booker che per il Whitbread Prize, Desertion e By the Sea, che è stato a sua volta selezionato per il Booker e per il Los Angeles Times Book Award. In Italia sono usciti per Garzanti 'Il Disertore' nel 2006  e'Paradiso' nel 2007.   

Gurnah ha iniziato a scrivere a 21 anni in esilio, in inglese, e anche se lo swahili era la sua prima lingua, l'inglese è diventata la sua lingua letteraria. Ha debuttato nel 1987 con Memory of Departure. La poesia araba e persiana, in particolare le Mille e una notte, sono state per Gurnah una fonte antica e significativa, così come le sure del Corano. Ma la tradizione della lingua inglese, da Shakespeare a V. S .Naipaul, ha segnato il suo lavoro.

Gurnah, i migranti sono una ricchezza
"Stavo pensando: 'Mi chiedo chi lo prenderà'", ha affermato il vincitore del Premio Nobel per la Letteratura 2021 Abdulrazak Gurnah. "Ho pensato che fosse uno scherzo", ha aggiunto, "È stata tale la sorpresa che ho aspettato fino a quando l'ho sentito annunciare prima di poterci credere", ha detto ancora, in un audio pubblicato nel sito webd ella Fondazione Nobel. Esule fuggito dalla Tanzania Gurnah ha invitato l'Europa a considerare i rifugiati dall'Africa come una ricchezza, sottolineando che non arrivano "a mani vuote"."Molte di queste persone che vengono, fuggono per necessità, e anche francamente perché hanno qualcosa da dare".

Il suo premio, ha detto ancora Gurnah, significa che questioni come la crisi dei rifugiati e il colonialismo, che lui stesso ha vissuto negli anni '60, quando si stabilì a vivere nel Regno unito, saranno ora "discusse".   

"Queste sono cose che ci accompagnano ogni giorno. Le persone muoiono, le persone vengono ferite in tutto il mondo", ha detto ancora, come riferisce Bbc News online - dobbiamo affrontare questi problemi nel modo più gentile". 

"Sono venuto in Inghilterra quando queste parole, come richiedente asilo, non erano esattamente le stesse: sempre più persone stanno lottando e scappando dagli stati terroristici".

"Il mondo è molto più violento di quanto non fosse negli anni '60, quindi ora c'è una maggiore pressione sui paesi che sono al sicuro, attirano inevitabilmente più persone".