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POLITICA

Lega

Presidenti Camere, telefonata Salvini con Di Maio, far partire Parlamento

Il leader del Carroccio: "Non abbiamo parlato di nomi, risentirò lui e altri partiti" 

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Salvini a Milano (Twitter: @paolomaggioni)
"Ho parlato oggi pomeriggio, per pochi minuti, con Luigi di Maio.  Con lui ci siamo confrontati sulla questione delle presidenze delle Camere in vista del voto di venerdì prossimo. Non abbiamo parlato di nomi né di ruoli. Per quanto mi riguarda sarò contento, come centrodestra, di sentire lui e gli altri esponenti politici nei prossimi giorni con l'unico obiettivo di giungere quanto prima a rendere operativo il Parlamento con la designazione delle rispettive presidenze". Così il segretario della Lega Matteo Salvini. 

Il cambio di rotta impresso al Pd dal reggente Maurizio Martina, ovvero l'intenzione di non 'ritirarsi sull'Aventino', è accolto con favore dal leader della Lega, Matteo Salvini. "Spero che diano una mano a far ripartire questo Paese", ha commentato oggi a Milano, parlando con i cronisti a margine di un evento con gli eletti della Lombardia. 

Il calendario in Parlamento
Da domani i nuovi senatori varcheranno per la prima volta le porte di palazzo Madama. Per i nuovi deputati, invece, l'appuntamento è fissato per martedì. Ma è solo da venerdì 23 marzo che la XVIII legislatura prenderà ufficialmente il via, con la prima seduta del'Aula di Camera e Senato e l'avvio delle votazioni per l'elezione dei nuovi presidenti.

"Lega non all'opposizione"
La Lega all'opposizione? "Gli italiani ci hanno chiesto di governare e questo faremo": così Salvini ha riposto a Milano ai giornalisti che gli hanno chiesto se c'è una possibilità che la Lega vada all'opposizione nel prossimo governo. "Altre soluzioni non ne vedo".

"Non abbiamo paura delle urne"
Votare a ottobre? "La mia priorità non è tornare ad elezioni anche se non ne ho paura perché la Lega non potrà che crescere. Farò di tutto per dare agli italiani un governo serio, stabile e coerente che risolva i problemi del lavoro e vada in Europa a farsi rispettare senza prendere lezioni da Parigi e da Berlino: ce la metto tutta", ha concluso il leader del Carroccio.