La scelta tra Giachetti, Martina e Zingaretti
Primarie Pd: lunghe code per la scelta del nuovo leader. Seggi chiusi alle 20
Presidente commissione del Congresso Dal Moro: abbiamo raggiunto un milione e mezzo

Alta affluenza ai seggi, chiusi alle 20, per le primarie del Pd per scegliere il nuovo segretario del partito. Tre sono i candidati in corsa: Roberto Giachetti, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti. Oltre al candidato segretario si è votato anche per i componenti della nuova Assemblea del partito.
"Oggi è stata una grande festa della democrazia, siamo contenti e soddisfatti sia per il risultato della partecipazione sia per l'impegno dei volontari. Attorno alle ore 15 abbiamo raggiunto un milione. Ora posso dire che a seggi chiusi l'obiettivo di un milione e mezzo lo consideriamo raggiungibile", ha detto il presidente della commissione congresso del Pd, Gianni Dal Moro.
Comitati Zingaretti e Martina: affluenza a un milione e mezzo
"Grande ottimismo nel comitato di Nicola Zingaretti. Secondo quanto si apprende, il trend alle primarie Pd dato dalle proiezioni porta l'affluenza sopra il milione e mezzo di partecipanti". È quanto aveva comunicato un tweet pubblicato dall'account ufficiale della campagna per il governatore del Lazio.
Soddisfazione anche da parte del Comitato Martina "per la grande partecipazione alle primarie del Partito Democratico. Si stima un'affluenza tra 1,4 e 1,5 milioni di persone secondo le proiezioni".
Comitato Giachetti-Ascani: fiduciosi nel nostro risultato
"Ancora una volta il nostro popolo ha smentito i pronostici funesti della vigilia e anche quelli di chi ha parlato di un partito in macerie. L'affluenza sostenuta che si avvia ben oltre il milione che dai primi dati viaggia oltre il 70 per cento di quella del 2017, le code ai seggi, raccontano una comunità viva e un partito che i nostri elettori considerano baluardo della nostra democrazia contro un governo pericoloso per il paese. Siamo fiduciosi rispetto al nostro risultato anche alla luce dell'entusiasmo crescente che ha incontrato la nostra mozione, di un forte voto di opinione e una grande affluenza nelle città dove già tra gli iscritti abbiamo raggiunto percentuali di consenso molto alte". È quanto rende noto il Comitato Giachetti-Ascani.
Il quorum
Non basterà prendere più voti degli altri per diventare segretario del Pd: lo statuto del partito prevede un quorum, bisogna prendere il 50% più uno dei voti per conquistare la guida dem. Se nessuno supera la soglia del 50%, toccherà all'assemblea già convocata per il 17 marzo scegliere il nuovo segretario tra i tre che hanno partecipato alle primarie.
Lunghe file ai seggi, delibera Commissione per nuove schede
Considerate le file che dalla prima mattina si sono formate davanti a molti dei gazebo, la Commissione Congresso del Partito Democratico, riunita permanentemente per le primarie, aveva approvato una delibera che autorizzava a usare fotocopie delle schede. Questo per fare fronte alla necessità di ulteriori schede di voto dovuta alla grande affluenza registrata.
La sfida dei tre candidati
Il Pd dunque prova ad aprire l'era del 'dopo-Renzi'. Prima sfida da vincere: la partecipazione, con l'asticella fissata a un milione. Nicola Zingaretti e buona parte dello storico gruppo dirigente sperano che non si scenda sotto questa soglia, già ampiamente più bassa del milione e ottocentomila votanti registrati all'ultimo congresso, quasi due anni fa. Perché di fatto con una bassa affluenza si rischia un segretario dimezzato. Su Zingaretti convergono Paolo Gentiloni, Romano Prodi, Dario Franceschini, Andrea Orlando.
I tre protagonisti seguiranno l'andamento delle primarie a Roma ma ognuno per contro proprio: Zingaretti alla sede del comitato al Circo Massimo; Giachetti al suo comitato a via dei Delfini, Martina al Nazareno. Tutti i big hanno confermato la loro partecipazione al voto, anche con appelli alla partecipazione come hanno fatto Romano Prodi e Walter Veltroni. Zingaretti vota al gazebo di piazza Mazzini, a Roma; Martina a Bergamo alla sala Vetrine prima di spostarsi a Roma; Giachetti a Roma al seggio di via di Donna Olimpia, nel suo quartiere di Monteverde.
L'ex premier Paolo Gentiloni vota a Roma al seggio di via Goito; Matteo Renzi al suo circolo 'Vie nuove' a Firenze. Anna Ascani vota a Città di Castello, Maria Elena Boschi al gazebo nella sua Laterina, Luca Lotti a Firenze. E Prodi a Bologna, al gazebo di via Orfeo.
Zingaretti: sicuramente ci sarà segretario eletto dai gazebo
"Se non si raggiungesse il quorum del 50% più uno dei voti sarebbe una sconfitta? Penso che sicuramente ci sarà il segretario eletto dai gazebo". Così il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Pd, dopo aver votato alle Primarie. "Ieri sera la sconfitta era che non sarebbe andato a votare nessuno, e oggi ci sono file chilometriche ai gazebo - ha aggiunto - Per cui mi sottraggo a discussioni da 'Truman Show'. Ci sarà una bellissima affluenza e sarà l'iniziodi una rivoluzione democratica".
Martina: unità rimane imperativo
"Un grande grazie a tutte le volontarie e a tutti i volontari che oggi ci danno una mano a concretizzare questa straordinaria giornata di democrazia. Sono emozionato perché penso che quando migliaia e migliaia d ipersone partecipano insieme a una giornata come questa ci sia solo da dire grazie ai tanti elettori che si mobiliteranno. Serve una riscossa democratica e penso che oggi questa riscossa possa partire". Lo ha detto Maurizio Martina a Bergamo dove ha votato per le primarie del Pd.
Giachetti: basta guerriglia a chi vince o chiudiamo partito
"Spero che l'epoca della guerriglia a chi vince le primarie sia definitivamente alle spalle altrimenti chiudiamo il Pd". Così il candidato Roberto Giachetti, dopo aver votato alle primarie del Partito democratico.
Renzi: Pd sarà bella sfida del nuovo segretario
Matteo Renzi non è ufficialmente in campo, ha ostentato distacco dalla campagna congressuale e non ha detto per chi voterà. Renzi assicura che non farà al nuovo segretario "quello che hanno fatto a me". Il Pd "sarà un problema e una sfida bella e affascinante del nuovo segretario. Noi daremo una mano", ha detto l'ex premier ed ex segretario dopo aver votato per le primarie del Pd.
Tutti, in casa democratica, sanno comunque che la vera partita si giocherà poi alle europee di maggio. Le primarie saranno al riguardo il primo test dopo i segnali di tiepida ripresa arrivati alle regionali in Abruzzo e Sardegna.
Calenda scrutatore ai seggi
Un invito al voto è arrivato anche da Carlo Calenda, che ha lanciato la campagna "Siamo europei" con un listone unico, di cui il Pd dovrebbe essere l'azionista di riferimento: "Non voterò per nessuno dei candidati in corsa, ma vado a fare lo scrutatore in piazza del Popolo ", ha detto. Zingaretti finora ha evitato lo scontro con l'ex ministro, ma la sua prospettiva è diversa: il presidente del Lazio punta più ad uno schema di alleanze larghe, senza paletti, sul modello che è stato sperimentato in Abruzzo e Sardegna. Il volto di questa impostazione, per Zingaretti, è quello di Giuliano Pisapia.
Prodi: è un voto per il cambiamento
"Non è un voto contro il Governo, è un voto per il cambiamento". A dirlo Romano Prodi, al suo arrivo al seggio per votare alle primarie del Pd a Bologna. "Non si deve mai votare contro, si deve votare pro", ha spiegato l'ex premier, aggiungendo: "Ma attenzione che se si continua così, il Paese va proprio in serie C o D, questa è la situazione che abbiamo".