MONDO
Chiamati alle urne 5,3 milioni di persone
Prime elezioni comunali in Tunisia dalla "Rivoluzione dei gelsomini". Affluenza molto bassa
Ha votato appena il 33,7% degli elettori

Niente lunghe code ai seggi per le elezioni municipali in Tunisia. Il tasso di affluenza ufficiale per le prime elezioni comunali dopo la rivoluzione, alla chiusura dei seggi, è stato appena del 33,7%. Lo ha annunciato il presidente della Commissione Superiore Indipendente per le Elezioni (Isie), che sovrintende alla macchina elettorale, Mohamed Tlili Mansri, precisando che si sono recati alle urne 1.796.154 elettori sugli oltre 5 milioni e 300 mila aventi diritto.
Confermato dunque il dato essenziale di questa tornata elettorale, storica per la Tunisia, ma significativa in quanto espressione del disincanto popolare nei confronti della classe politica che sarà costretta ad una riflessione del ruolo dei partiti nella vita del Paese. Secondo gli exit poll, sindaco di Tunisi dovrebbe essere per la prima volta una donna, Souad Abderrahim, farmacista con la passione della politica del partito islamico Ennhadha.
I risultati preliminari ufficiali saranno annunciati una volta esaurite le procedure di conteggio manuale ed elettronico dei voti, presumibilmente il 9 maggio prossimo.
Prima di votare, il presidente Beji Caid Essebsi aveva esortato i tunisini ad andare alle urne, esercitando il loro diritto costituzionale e "dovere nazionale", sottolineando che "la democrazia non si impone, si esercita". All'appello al voto si è unito il premier Youssef Chahed.
I problemi economici e sociali sono però tuttora notevoli in un Paese che ha faticosamente conquistato i suoi diritti democratici ma che stenta ad assicurare benessere ed equità sociale a tutti i cittadini. Otto anni dopo la rivoluzione che aveva fatto nascere enormi speranze, molti tunisini si sentono sfiancati dall'inflazione e dalla persistente disoccupazione, oltre che traditi dai compromessi raggiunti dai partiti che hanno in qualche modo rallentato il processo democratico.
I tunisini sono stati chiamati ad eleggere i nuovi consigli municipali. Dalle urne dovrebbe emergere una nuova classe politica locale, per la prima volta eletta con un voto democratico e pluralista, chiamata ad amministrare le collettività locali con un certo margine di autonomia. Si è votato con un sistema proporzionale a un turno. I consiglieri eletti dovranno a loro volta eleggere i sindaci, entro la fine di giugno.
Confermato dunque il dato essenziale di questa tornata elettorale, storica per la Tunisia, ma significativa in quanto espressione del disincanto popolare nei confronti della classe politica che sarà costretta ad una riflessione del ruolo dei partiti nella vita del Paese. Secondo gli exit poll, sindaco di Tunisi dovrebbe essere per la prima volta una donna, Souad Abderrahim, farmacista con la passione della politica del partito islamico Ennhadha.
I risultati preliminari ufficiali saranno annunciati una volta esaurite le procedure di conteggio manuale ed elettronico dei voti, presumibilmente il 9 maggio prossimo.
Prima di votare, il presidente Beji Caid Essebsi aveva esortato i tunisini ad andare alle urne, esercitando il loro diritto costituzionale e "dovere nazionale", sottolineando che "la democrazia non si impone, si esercita". All'appello al voto si è unito il premier Youssef Chahed.
I problemi economici e sociali sono però tuttora notevoli in un Paese che ha faticosamente conquistato i suoi diritti democratici ma che stenta ad assicurare benessere ed equità sociale a tutti i cittadini. Otto anni dopo la rivoluzione che aveva fatto nascere enormi speranze, molti tunisini si sentono sfiancati dall'inflazione e dalla persistente disoccupazione, oltre che traditi dai compromessi raggiunti dai partiti che hanno in qualche modo rallentato il processo democratico.
I tunisini sono stati chiamati ad eleggere i nuovi consigli municipali. Dalle urne dovrebbe emergere una nuova classe politica locale, per la prima volta eletta con un voto democratico e pluralista, chiamata ad amministrare le collettività locali con un certo margine di autonomia. Si è votato con un sistema proporzionale a un turno. I consiglieri eletti dovranno a loro volta eleggere i sindaci, entro la fine di giugno.