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MONDO

Il Messaggio della Conferenza episcopale

Primo maggio, Cei: "Ascoltare il grido dei precari"

"Troppi italiani senza dignità e senza lavoro" si legge nel messaggio della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, per il Primo maggio

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"Il grido del precari è realmente la periferia che, più di tutte, domanda luce, che ci chiede premura, la stessa premura di San Giuseppe nella bottega di Nazareth. Perché nei tanti disoccupati c'è realmente il Cristo che soffre". E' quanto si legge nel messaggio della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, per il Primo maggio.

Troppi italiani senza dignità e senza lavoro
"Senza lavoro, infatti, - scrive la Cei - non c'è famiglia e non c'è dignità umana. Ma sono ancora molti nel nostro Paese i fratelli e le sorelle, specie giovani, che mancano della dignità del lavoro. In tante famiglie, le reti sono e restano vuote". 

Coniugare i tempi di lavoro con quelli della famiglia
Rispettare la domenica e coniugare i tempi di lavoro con quelli della famiglia: sono alcuni dei passaggi del messaggio della Cei per il Primo maggio. "Decisivo resta il rispetto della Domenica", sottolinea il documento dei vescovi. "In quel limite al fare, la nostra visione antropologica riscopre la forza del rispetto del fragile e del debole. Se, infatti, non si rispetta la domenica, non si avrà rispetto nemmeno per chi è disoccupato. E il lavoro diventerà schiavizzante e oppressivo, come già si vede in certe importazioni di tipo industriale, in aziende storiche che non perseguono più la strada della solidarietà, ma solo quella del profitto assoluto", si legge ancora nel messaggio. Importante è anche coniugare "i tempi del lavoro con i tempi della famiglia, perché è da questa sorgente, vicina, unita e riconciliata, che può sgorgare un flusso vitale, capace di aiutarci a gestire questa crisi, etica, sociale ed economica".