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SALUTE

Sydney

Primo trapianto al mondo di cuore morto. Aveva smesso di battere da venti minuti

Il trapianto è stato possibile grazie ad una macchina 'Heart in a box', che ha ripristinato le funzioni del cuore fermo da venti minuti

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E' avvenuto in Australia, nel St. Vincent Hospital di Sydney, il primo trapianto al mondo di un cuore che aveva smesso di battere da venti minuti. 

L'equipe ha rianimato il cuore, che era 'morto' da venti minuti, grazie alla macchina 'Heart in a box' (cuore in scatola) e poi lo ha trapiantato l'organo. Il macchinario è in fase di test in vari paesi e permette di tenere al caldo il cuore, ripristinando il battito cardiaco, e con l'aiuto di un fluido nutriente riduce i danni del muscolo cardiaco.

Il primo paziente che ha ricevuto il cuore 'rianimato', un 57enne che  soffriva di insufficienza cardiaca congenita, ha detto di sentirsi "dieci anni di meno e una persona diversa".

Con 'heart in a box' potrebbero aumentare nettamente i trapianti di cuore
Grazie alla 'Heart in a box' si potrebbe salvare fino al 30% di pazienti in attesa di un cuore nuovo, aumentando il numero di organi disponibili. Il trapianto di cuore è l'unico in cui l'organo non è utilizzato quando ha smesso di funzionare. La procedura tradizionale è di tenere il cuore per circa quattro ore nel ghiaccio per poi trapiantarlo.

Fedele, sapere le cause del decesso dell'organo è importante
"Quella che arriva dall'Australia è una buona notizia, il cuore è una 'macchina' che riesce a vivere anche senza innervazione, ha una sua autonomia. Questo ha già permesso una grande balzo in avanti nei trapianti. Ora la notizia che hanno rianimato un organo 'morto' è un altro passo avanti. Anche se vorrei conoscere le cause per cui il cuore del donatore ha smesso di battere, perché questo organo deve essere in salute per essere trapiantato". E' il commento di Francesco Fedele, direttore della Scuola di specializzazione in cardiologia all'Università Sapienza di Roma, al primo trapianto al mondo di un cuore che aveva smesso di battere da venti minuti. 

Alcuni punti interrogativi sulla scoperta
Un progresso che aumenterà il numero di organi disponibili, anche se secondo Fedele ci sono alcuni punti interrogativi rispetto a questa novità scientifica: "Secondo quanto riportato dalla struttura sanitaria, la macchina con cui si riporterebbe in vita il cuore terrebbe l'organo in caldo - ha spiegato Fedele - ma durante una cardioplegia (procedura per mantenere vitali i tessuti) si usano soluzioni fredde. E' importante sapere inoltre - ha concluso il cardiologo - come è stata accertata la morte dei donatori, per non incorrere poi in problemi etici. Prima di
dichiarare il paziente privo di vita vanno messe in campo tutte le procedure per la rianimazione".