Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Primo-vertice-di-maggioranza-ancora-da-lavorare-9bccd6fe-2754-4369-9f28-98e7f6225242.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Governo Renzi, la gestazione continua

Vertice notturno con Alfano. Renzi ottimista: "Qualche ora e chiudiamo tutto"

Incontro nell'ufficio di Delrio tra i vertici della maggioranza per trovare una sintesi sulle riforme. Ancora lontano un accordo definitivo. Nella notte vertice con Alfano 
 

Condividi
Matteo Renzi
Roma
"E' questione di ore e chiudiamo tutto": lo ha detto ai cronisti il premier incaricato Matteo Renzi lasciando la sede del Pd. Ad altre domande, prima di salire in auto, ha risposto "tutto bene, tutto bene".

E dopo il pressing di Angelino Alfano in nottata si è svolto un vertice tra il leader di Ncd e il premier incaricato per sbrogliare la matassa del nuovo governo. Erano presenti anche Graziano Delrio, Dario Franceschini e Maurizio Lupi.

Successivamente, Renzi è recato alla sede del Pd dove è stato raggiunto da Delrio e Franceschini. Alfano e Lupi hanno invece partecipato ad una riunione del Ncd.

Intanto nel Pd, si levano alcune voci discordanti: "Valuteremo insieme con gli altri parlamentari che cosa sia meglio fare per rispettare il mandato elettorale che è stato così bistrattato. Le opzioni sono votare la fiducia o non votarla, se non la si vota è un po' difficile restare nel Pd dal punto di vista non tanto del regolamento ma della coerenza". E' quanto afferma Pippo Civati intervistato da Repubblica Tv. "Stiamo valutando con molta attenzione" che cosa fare, aggiunge Civati, precisando che "se dovessimo uscire con un voto di sfiducia sarebbe un fatto politico di estrema gravità".

Ncd: non parliamo di ministri senza il programma
"Diversamente dalle leggende metropolitane che corrono, il tema della struttura del governo non è stata neanche sfiorato perché allo stato tutta l'attenzione è concentrata sulle fondamentali questioni programmatiche e sul rapporto fra tempi delle riforme istituzionali e legge elettorale. Su tutti questi problemi i nodi non sono stati ancora sciolti. Evidentemente solo dopo che essi saranno risolti si potrà parlare di struttura di governo": così Fabrizio Cicchitto (Ncd) in una nota. "Senza accordo sul programma non parliamo di ministri", ha poi scritto su Twitter il presidente di Nuovo centrodestra, Renato Schifani. Torna a ribadire tutta la sua diffidenza anche il segretario del Carroccio Salvini: "Mai nella vita potremmo votare un governo di sinistra, a meno che ci dia l'indipendenza: nel qual caso, pari e patta e saremmo pronti a saltare in piedi in Parlamento per una standing ovation. Ma temo, dai primi approcci, che non sia questa la linea del governo".

Le distanze fra le posizioni
Un incontro interlocutorio. Tale è stato il primo vertice di maggioranza andato in scena negli uffici di Graziano Delrio, ministro uscente e fedelissimo del premier in pectore Matteo Renzi. "Ci sono molte criticità", ha twittato durante l’incontro Maurizio Sacconi del Nuovo Centrodestra. "Un buon passo di partenza verso il contratto di coalizione", lo ha definito Andrea Romano di Scelta civica. "Una riunione proficua, ma non può essere definitiva", ha chiarito Renato Schifani. Mentre, per il padrone di casa Delrio, "l'incontro è andato benissimo". Anche se, "è ovvio che, ad esempio tra Scelta civica e Socialisti, sui temi etici ci siano punti di vista diversi". Oltre due ore e mezza di incontro che non sono riuscite quindi a produrre la sintesi necessaria sia sul fronte programma di governo che, evidentemente, sui nomi dei futuri ministri.

Alfano e i paletti per il ministero dell'Economia
Angelino Alfano, leader di Ncd e in predicato per un dicastero, già in mattinata, sempre con un cinguettio, aveva chiarito di non volere un ministro delle finanza "affezionato" alle tasse, indicando così una precisa volontà programmatica e inserendosi di fatto nel totoministri. All’incontro hanno partecipato i capigruppo di Camera e Senato, mentre non c’erano né Matteo Renzi né gli altri segretari di partito. Delrio arrivando al vertice aveva detto ai cronisti: "Non ci sono doppie maggioranze. Le riforme le facciamo con tutti. Con Ncd troveremo la sintesi". E aveva fornito rassicurazioni sulla "serenità" del premier incaricato. Il punto dolente, a quanto si apprende, sarebbe quello delle riforme e della nuova legge elettorale. Ncd avrebbe posto il veto sulla firma del programma in relazione alla durata della legislatura. Il partito di Alfano ha chiesto che sia scritto nero su bianco che l'entrata in vigore della legge elettorale sia condizionata al compimento delle riforme.