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SALUTE

Primopiano

Digitals

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di Gerardo D’Amico
Dagli anni 70 questa degli adolescenti di oggi forse è la prima generazione  che ha avuto una vera cesura rispetto ai genitori. Esperienze formative e di vita profondamente diverse. Sono altri i luoghi di ritrovo, differenti i canali di comunicazione, un’altra cosa la percezione dell’altro: per chi è nato nel 2000 un francese o un americano o un cinese non è uno “straniero”, è normale averci a che fare. Merito dei social media, di Internet, di Erasmus. Dei voli low cost, della diffusione della lingua inglese. Tutti strumenti che costantemente abbattono barriere, e stanno formando con caratteristiche nuove buona parte degli adolescenti, non solo quelli che vivono in grandi città.

Ovviamente c’è l’altra faccia della medaglia, quella che è fatta di confusione di piani reale-virtuale, e non sembra tanto grave postare su Facebook o Instagram uno scatto offensivo, una pesante presa in giro: con conseguenze spesso drammatiche, con ragazzi che si uccidono o tentano di farlo. Il bullismo c’è sempre stato (lo chiamavano nonnismo, si faceva soprattutto in caserma ai tempi della leva obbligatoria) ma oggi diventa più cattivo, per chi lo subisce, eppure meno avvertito come tale, da chi lo pratica. Perché spesso nasce e spiega i suoi effetti devastanti nel mondo virtuale, non c’è bisogno di alzare le mani, pur sporcandosele lo stesso.

La generazione veramente digitale ha altri modi di intendere l’amore, il sesso, di mangiare, di curarsi, di rapportarsi alle istituzioni, alla religione. Una visione del proprio futuro più fluida, più disincantata, il mito del posto fisso proprio non gli appartiene. Forse per adattamento, forse per constatazione, forse per libera scelta. Bisogna fare uno sforzo per capire: saranno questi gli italiani del prossimo futuro.