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ITALIA

Relazione al Parlamento

Privacy, il Garante: "La lotta al terrorismo rispetti le libertà fondamentali"

"Nel rispetto dei diritti della difesa e della libertà di stampa", è auspicabile che "negli atti processuali e, quindi, nella cronaca giudiziaria, non siano riportati interi spaccati di vita privata - delle parti e, soprattutto, dei terzi - privi di reale rilevanza pubblica" auspica inoltre Antonello Soro

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Antonello Soro
"La reazione alla minaccia terroristica deve essere efficace ma rispettosa dei diritti e delle libertà fondamentali", anche perché "non tutte le limitazioni delle libertà sono effettivamente utili nella prevenzione del terrorismo o di gravi reati". Il Garante privacy, Antonello Soro, lo ribadisce nella Relazione al Parlamento. La tecnica va messa al servizio del diritto e non viceversa, "senza illudersi di poter delegare a un algoritmo il successo delle investigazioni, che invece devono basarsi sempre sul fattore umano".

Whatsapp collabori con procura Milano
Whatsapp collabori con la procura di Milano: è l'indicazione che arriva da Soro, che fa riferimento al recente caso di inchiesta per terrorismo in cui la società di messaggistica ha rifiutato di collaborare con gli investigatori sostenendo che i messaggi scambiati tra indagati fossero solo "condivisione di propaganda" e non segnali di una vera e propria "situazione di emergenza".

"A richieste di acquisizione di dati puntuali e circostanziate per comprovare esigenze investigative, come quelle avanzate recentemente a Whatsapp dalla procura di Milano, non può opporsi un'invocazione meramente strumentale della privacy", avverte Soro. "Ma insieme, per converso, occorre difendere con rigore il sistema generale di criptazione senza il quale si affievolirebbero non solo le tutele per i singoli cittadini, ma le stesse difese nazionali dalla minaccia cibernetica".

Intercettazioni: no a spaccati di vita privata
"Nel rispetto dei diritti della difesa e della libertà di stampa", è auspicabile che "negli atti processuali e, quindi, nella cronaca giudiziaria, non siano riportati interi spaccati di vita privata - delle parti e, soprattutto, dei terzi - privi di reale rilevanza pubblica". E' la strada già "auspicata" in passato dal Garante privacy, che nella Relazione annuale al Parlamento si augura che anche "il legislatore" possa percorrerla.

Cybercrime: minaccia reale, pesa 500 mld l'anno 
Soro poi lancia l'allarme: "La criminalità informatica ha assunto dimensioni inquietanti" e, "con lo sviluppo dell'Internet delle cose", potrà arrivare a compromettere "la sicurezza fisica delle persone". Il Garante definisce il cybercrime una "minaccia reale", con un peso sull'economia mondiale "stimato in 500 miliardi di euro all'anno, poco al di sotto del narcotraffico nella classifica dei guadagni illeciti".