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CULTURA

Torino

Prix Italia, come raccontare l’arte e il teatro in Tv e alla Radio?

Al via la 67esima edizione, nella prima giornata si è discusso su come raccontare l’arte tradizionalmente intesa – la danza, la pittura, il teatro, in Radio e in Tv, sperimentando nuovi linguaggi

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Il Prix Italia Village 67/a edizione, Torino (ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
“C’è bisogno di realtà”, nelle parole del segretario generale Paolo Morawski l’anima della 67esima edizione del Prix Italia. Più attualità e meno fiction, una settimana di storie per capire come la realtà è raccontata dai servizi pubblici dei 5 continenti . Una realtà che nei 348 programmi in concorso viene declinata in tutte le sue sfaccettature: dall’amore alla guerra, dalla vita quotidiana al dramma dell’immigrazione, dallo sport alla tratta degli esseri umani.

La protagonista del primo giorno è stata l’arte e il suo rapporto con la radio e la tv. Si è discusso su come esplorare l’attualità non solo attraverso le immagini ma anche attraverso la musica, la danza, l’opera.  Come presentare e raccontare in modo accattivante le Performing Arts sui media? Da un lato ci sono gli strumenti di comunicazione di massa, dall’altro la produzione artistica e culturale, l’arte tradizionalmente intesa (pittura, scrittura, musica, opera, danza) e le arti visive, le nuove creazioni digitali, gli eventi dal vivo. Come raccontare tutta questa realtà oggi in Tv, alla Radio, nel web, utilizzando le innovazioni tecnologiche e facendo i conti con i cambiamenti nei gusti del pubblico?

Tra le tante storie raccontate c’è anche “Lehman Trilogy”, lo spettacolo teatrale di Luca Ronconi che porta sul palcoscenico una delle famiglie americane più potenti, diventata l’emblema del capitalismo e della finanza.  Attraverso le “avventure” di questa famiglia- dalla fondazione di un negozio di stoffe in Alabama alla creazione della prima banca – viene rivissuta la storia di un Paese e dei mutamenti economici e sociali che ha attraversato in 160 anni.

“Lehman Trilogy” già andata in scena al Piccolo di Milano sarà ora trasmessa in anteprima televisiva su rai 5. Un rapporto quello tra televisione e teatro che arriva da lontano,  dai primi sceneggiati che rendevano fruibile ad un vasto pubblico la grande letteratura italiana. E ora si devono cercare nuove sperimentazioni, come ha sottolineato Fabrizio Gifuni, uno degli attori dell’opera teatrale: “è importante che il teatro arrivi in televisione ma si devono cercare nuovi linguaggi, per arrivare ad un pubblico che è cambiato”.

Poi il primo giorno è stato naturalmente all’insegna dei programmi in concorso, disponibili al pubblico su 15 postazioni multimediali.