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CULTURA

Torino

Prix Italia, innovazione e web: la parola d’ordine è interattività

Tra i giurati anche un gruppo di studenti universitari che ha le idee chiare: i programmi devono essere multimediali e soprattutto devono dare la possibilità all’utente di offrire la propria opinione

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di Benedetta Bidini
Giornata dedicata all’innovazione e al web. Il concorso è entrato nel vivo presentando i cinque finalisti del concorso web. A giudicare i programmi anche un gruppo di studenti universitari – la novità della 67esima edizione – che ha le idee molto chiare: “un prodotto per essere innovativo deve essere interattivo e transmediale” il punto di vista unanime.  I programmi devono essere cioè capaci di raccontare la realtà con mezzi non convenzionali: ciò significa che oltre al testo scritto ci devono essere audio, video e soprattutto deve essere data la possibilità all’utente di commentare, di dire la propria opinione sul tema. Feedback la parola d’ordine di questi studenti universitari, “senza però mai dimenticare le storie” sottolineano. Se infatti il web ha una struttura complessa che permette molte sperimentazioni ciò che conta è cosa viene raccontato. 

Parlando di storie i programmi che hanno colpito di più questi giovani giurati sono quelli che analizzano le tematiche inerenti al mondo di internet  ma anche quelli che raccontano i grandi temi storici da nuova angolazioni, come la Prima Guerra Mondiale attraverso gli occhi dei giovani. E poi c’è la politica: i programmi più apprezzati sono quelli che hanno saputo rivolgersi al pubblico giovane e social, affrontando il dibattito pubblico in modo leggero, “quasi scherzoso” racconta Emanuele, uno dei giurati. 

Al Prix Italia quest’anno record di prodotti per il web: sono stati 54 i progetti presentati da 26 concorrenti di 18 Paesi. Cinque i finalisti, tutti stranieri, domani la premiazione insieme alle altre categorie. 

Di innovazione si è discusso anche in un incontro dedicato alla storia e all’evoluzione del servizio pubblico. Dalle prime trasmissioni in alta definizione alle ultime sperimentazioni, in una ricerca continua di miglioramento. I mondiali Italia ’90 sono entrati nella storia anche per come sono stati raccontati in televisione: per la prima volta la diffusione delle immagini avveniva in digitale con nuove telecamere in grado di rendere il segnale più chiaro e nitido. Poi un panel sul rapporto tra audiovisivo e web, su come creare contenuti innovativi sfruttando le piattaforme di nuove generazioni.