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ITALIA

La requisitoria della pubblica accusa

Processo Ruby, il pg: "La bugia sulla nipote di Mubarak il centro di tutto"

Lo ha spiegato, nel corso della sua requisitoria nel processo di secondo grado, il sostituto procuratore generale Pietro De Petris nella parte del suo intervento per respingere la richiesta della difesa di inviare gli atti al tribunale dei ministri

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Il centro del procedimento sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi è la "circostanza palesemente falsa" rappresentata dall'ex premier quando telefonò al capo di gabinetto della questura di Milano, Pietro Ostuni, chiedendo il rilascio della giovane marocchina dicendo che le era stata segnalata come "nipote di Mubarak". Lo ha spiegato, nel corso della sua requisitoria nel processo di secondo grado, il sostituto Pg Pietro De Petris nella parte del suo intervento per respingere la richiesta della difesa di inviare gli atti al tribunale dei ministri. Istanza già presentata nel dibattimento di primo grado.  

Il sostituto Pg ha chiarito che, come riporta il capo di imputazione sulla concussione contestata al leader di Forza Italia, Berlusconi ha abusato "della sua qualità"' con quella telefonata nella famosa notte del maggio 2010 e non ha invece commesso un reato nell'esercizio delle sue funzioni. Dunque, il giudizio spetta "al giudice ordinario e non al tribunale dei ministri". Secondo De Petris, la difesa quindi "ha dimenticato o non ha letto il capo di imputazione". E questo abuso della qualità di presidente del Consiglio, secondo il sostituto Pg, sta proprio in quella "radicale falsità"' sulla presunta nipote di Mubarak su cui è incentrato il procedimento.

Il magistrato ha anche ricordato come la Corte Costituzionale, bocciando all'epoca il conflitto di attribuzione sollevato sul caso Ruby, spiegò che "l'ordinamento democratico non consente deroghe all'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge".