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ITALIA

Processo a Bossetti, i pm smontano le ipotesi della difesa

Processo Yara, la requisitoria del Pm: "Il Dna di Bossetti è perfetto e non contaminato"

Il dna, identificato con quello di Massimo Bossetti, sarebbe attendibile. Il pm Letizia Ruggeri: grottesche e assurde le interpretazioni fornite dai legali della difesa. Fuori le telecamere dall'aula a causa del clima di tensione nato intorno al dibattimento

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Massimo Bossetti
Intero, nucleare e perfetto. Il dna trovato sul corpo di Yara Gambirasio e attribuito a Massimo Bossetti non sarebbe parziale e contaminato, come sostenuto dalla difesa. Tutt’altro. A spiegarlo è stato il pm di Bergamo Letizia Ruggeri durante le repliche al processo a carico di Bossetti, unico imputato per la morte 13enne di Brembate uccisa nel 2010. Il pm, a proposito della mancata corrispondenza tra il dna nucleare e mitocondriale ha ribadito che si è arrivati a Bossetti "attraverso il dna nucleare che è l'unico in grado di identificare un soggetto specifico". Cadrebbe del tutto quindi l’ipotesi con la quale la difesa ha da sempre cercato di sgretolare le basi dell’impianto accusatorio: ovvero che il campione fosse contaminato e il test non ripetibile.
 
“Versioni grottesche”
Secondo l'accusa, inoltre, i difensori di Bossetti avrebbero dato "interpretazioni grottesche e assurde" in riferimento, in particolare, al campo di Chignolo d'Isola, in cui fu trovato il corpo della ragazza tre mesi dopo la scomparsa. Sempre per l'accusa, "non è affatto dimostrato processualmente" che Bossetti, quella sera del 26 novembre in cui Yara scomparve, fosse a casa. "Non lo dicono né il figlio né la moglie - ha detto il pm - né si può usare l'argomento che fosse un abitudinario e che avrebbe telefonato qualora avesse fatto tardi". "Non si è mai visto – ha aggiunto - uno che sta uccidendo una ragazza e telefona a casa per dire che è in ritardo".
 
Niente tv in udienza
Ci sarebbe il clima avvelenato creato intorno al dibattimento alla base della decisione di lasciare fuori le telecamere dall’aula. Il pm di Bergamo Letizia Ruggeri, a conclusione della sua replica, ha chiesto alla corte di revocare l'ordinanza con la quale ammetteva le riprese televisive della lettura della sentenza. Questo a causa "del clima avvelenato" che si è venuto a creare intorno al dibattimento. "Credo, invece, che non vi siano problemi - ha aggiunto – per quanto riguarda le registrazioni audio".
 
Tensione nell’aria
Il pm non ha fatto riferimento a fatti specifici ma, nelle settimane scorse, due buste, contenti dei proiettili, erano state trovate in un centro di distribuzione postale indirizzate sia al magistrato sia alla Corte d'Assise di Bergamo. Tempo fa, invece, in conseguenza di minacce e ingiurie via web, alla stessa Letizia Ruggeri era stata data una speciale sorveglianza.