SALUTE
L'opinione
Procreazione assistita, Gallo: "Dopo Consulta è ora della politica"
Filomena Gallo, avvocato, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni
Rispetto del diritto alla salute e del principio di uguaglianza: questo abbiamo chiesto alla Corte Costituzionale, insieme alle coppie che si sono rivolte all'Associazione Luca Coscioni. L'anno scorso, con gli avvocati Gianni Baldini e Angelo Calandrini, siamo riusciti a far sollevare dal tribunale di Roma due dubbi di legittimità costituzionale circa il divieto di accesso alla fecondazione assistita per le coppie fertili, portatrici di patologie genetiche, previsto dalla legge 40.
Ad un mese esatto dall'udienza dinanzi ai giudici della Consulta, arriva la notizia che tutti aspettavamo: quel divieto non rispetta la Costituzione.
Dal Comunicato della Corte apprendiamo che si è utilizzato il parametro per valutare l'irragionevolezza del divieto (L. 194/78) come strumento per consentire l'apertura per l'accesso alle tecniche.
Ora bisognerà attendere la pubblicazione della sentenza, ma nel frattempo possiamo esprimere massima soddisfazione verso l'unica decisione che i 'guardiani della Costituzione' potevano prendere.
Non vi era costituzionalmente, scientificamente e socialmente altra decisione. Queste due coppie, a cui una struttura pubblica romana aveva negato l'accesso alla diagnosi pre-impianto, si sono rivolte all'Associazione Luca Coscioni per chiedere di non essere discriminati, di non essere costretti ad andare all'estero per ricevere la prestazione sanitaria, di non essere costretti a rinunciare ad un figlio sano, a cui avrebbero rischiato di trasmettere la loro stessa patologia genetica, di cui sono portatori sani, di non doversi trovare ad interrompere anche per la quinta volta la gravidanza. Ora è tempo di bilanci per la legge 40 del 2004. Per ben trentasei volte i tribunali italiani - tre volte la Corte Costituzionale - sono intervenuti per modificarla, per cancellarne delle parti. E' rimasto ben poco di questa legge ingiusta. Nel dettaglio dalla legge 40 sono stati cancellati il divieti di produzione di più di tre embrioni, l'obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti, il divieto di diagnosi pre-impianto per le coppie fertili, il divieto di fecondazione eterologa. Come radicali proponemmo subito oltre dieci anni fa un referendum abrogativo, che le gerarchie clericali e una informazione poco attenta e lacunosa riuscirono a boicottare. Contro di noi sostenevano 'sulla vita non si vota': peccato poi che fu proprio il Parlamento a decidere su tutti e ad emanare quella legge, escludendo di fatto i cittadini che avrebbero potuto esprimersi mediante il referendum. Una sconfitta non solo nostra ma, a vedere quello che è accaduto fino ad ora, una sconfitta di tutti coloro che hanno difeso l'indifendibile in Parlamento, al Governo, in Vaticano, usando potere, soldi e televisioni, facendo perdere 10 anni ai malati, alle donne, ai medici e agli scienziati. Costoro dovrebbero chiedere scusa e, per i non pochi ancora con incarichi politici e burocratici, dimettersi. Per parte nostra come Radicali dell'associazione Luca Coscioni, proseguiremo l'opera di demolizione della legge 40 sui divieti ancora rimasti: la ricerca sugli embrioni e l'accesso dei single e coppie dello stesso sesso alla fecondazione assistita. Lo faremo, in ogni caso, attraverso i ricorsi delle persone colpite direttamente dai divieti. Ma chiediamo alla Ministra della Salute Lorenzin, della ricerca Giannini e ai Parlamentari tutti di non aspettare che siano i giudici italiani ed europei a spiegare che anche gli ultimi divieti della legge 40 sono contrari alle libertà fondamentali della persona. Intanto è già attiva sul sito dell'Associazione Luca Coscioni la petizione al parlamento per legalizzare la ricerca sugli embrioni.
Ad un mese esatto dall'udienza dinanzi ai giudici della Consulta, arriva la notizia che tutti aspettavamo: quel divieto non rispetta la Costituzione.
Dal Comunicato della Corte apprendiamo che si è utilizzato il parametro per valutare l'irragionevolezza del divieto (L. 194/78) come strumento per consentire l'apertura per l'accesso alle tecniche.
Ora bisognerà attendere la pubblicazione della sentenza, ma nel frattempo possiamo esprimere massima soddisfazione verso l'unica decisione che i 'guardiani della Costituzione' potevano prendere.
Non vi era costituzionalmente, scientificamente e socialmente altra decisione. Queste due coppie, a cui una struttura pubblica romana aveva negato l'accesso alla diagnosi pre-impianto, si sono rivolte all'Associazione Luca Coscioni per chiedere di non essere discriminati, di non essere costretti ad andare all'estero per ricevere la prestazione sanitaria, di non essere costretti a rinunciare ad un figlio sano, a cui avrebbero rischiato di trasmettere la loro stessa patologia genetica, di cui sono portatori sani, di non doversi trovare ad interrompere anche per la quinta volta la gravidanza. Ora è tempo di bilanci per la legge 40 del 2004. Per ben trentasei volte i tribunali italiani - tre volte la Corte Costituzionale - sono intervenuti per modificarla, per cancellarne delle parti. E' rimasto ben poco di questa legge ingiusta. Nel dettaglio dalla legge 40 sono stati cancellati il divieti di produzione di più di tre embrioni, l'obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti, il divieto di diagnosi pre-impianto per le coppie fertili, il divieto di fecondazione eterologa. Come radicali proponemmo subito oltre dieci anni fa un referendum abrogativo, che le gerarchie clericali e una informazione poco attenta e lacunosa riuscirono a boicottare. Contro di noi sostenevano 'sulla vita non si vota': peccato poi che fu proprio il Parlamento a decidere su tutti e ad emanare quella legge, escludendo di fatto i cittadini che avrebbero potuto esprimersi mediante il referendum. Una sconfitta non solo nostra ma, a vedere quello che è accaduto fino ad ora, una sconfitta di tutti coloro che hanno difeso l'indifendibile in Parlamento, al Governo, in Vaticano, usando potere, soldi e televisioni, facendo perdere 10 anni ai malati, alle donne, ai medici e agli scienziati. Costoro dovrebbero chiedere scusa e, per i non pochi ancora con incarichi politici e burocratici, dimettersi. Per parte nostra come Radicali dell'associazione Luca Coscioni, proseguiremo l'opera di demolizione della legge 40 sui divieti ancora rimasti: la ricerca sugli embrioni e l'accesso dei single e coppie dello stesso sesso alla fecondazione assistita. Lo faremo, in ogni caso, attraverso i ricorsi delle persone colpite direttamente dai divieti. Ma chiediamo alla Ministra della Salute Lorenzin, della ricerca Giannini e ai Parlamentari tutti di non aspettare che siano i giudici italiani ed europei a spiegare che anche gli ultimi divieti della legge 40 sono contrari alle libertà fondamentali della persona. Intanto è già attiva sul sito dell'Associazione Luca Coscioni la petizione al parlamento per legalizzare la ricerca sugli embrioni.