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ITALIA

Relazione annuale Dna: molto lavoro dopo competenze antiterrorismo

Il Procuratore Roberti: L'Isis? Un autentico Stato mafioso

Il Procuratore Nazionale Antimafia ha chiesto di inserire la corruzione come aggravante del reato di associazione di tipo mafioso (416 bis) quando si evidenzi che l'associazione mafiosa utilizzi la corruzione come modalità di manifestazione della sua capacità di controllo. Servono "operazioni sotto copertura per contrasto allo spaccio di droga"

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"L'attività della Dna quest'anno è stata molto intensa soprattutto dopo che il legislatore ha attribuito al mio ufficio la materia dell'antiterrorismo. Una scelta che ci ha inorgogliti e onorati e ci ha posto forte responsabilità". Così il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti illustrando l'attività svolta dalla Direzione nazionale antimafia. Roberti ha parlato di "vuoti di organico. Con 15 sostituti abbiamo fatto fronte ai nostri compiti". 

"Il problema libico e siriano vanno affrontati dalla politica internazionale" perchè "riguardano anche il traffico dei migranti, altrimenti il problema non si risolverà mai" ha detto Roberti. "Il pericolo in Italia è elevato", ha detto il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo riferendosi al terrorismo. "Il problema dei migranti si risolve a livello di Unione Europea: bisogna stabilizzare la situazione in Siria e pacificare la Libia, altrimenti la questione migranti non si risolverà mai", ha aggiunto. "Le formazioni terroristiche si autofinanziano con contrabbandi, traffici di armi, attività mafiose insomma. Lo stato islamico è uno stato mafia, si muove come una vera e propria associazione mafiosa transnazionale", ha concluso Roberti. 

"Lotta alla mafia diventi priorità dello Stato"
"Il contrasto a mafie deve diventare una priorità dello Stato, se dobbiamo convivere con le mafie rassegniamoci a questo, ma noi non ci rassegniamo" ha detto il procuratore Roberti presentando la relazione annuale della Dna, soffermandosi sui costi della lotta alle mafie. "Abbiamo i margini per poterla contrastare", ha concluso.

"Camorra sempre più grave"
"L'analisi delle mafie tradizionali non presenta novità se non per l'insediamento delle mafie al nord: in Lombardia, in Piemonte, in Emilia Romagna, in altri casi parliamo per fortuna di infiltrazioni, non di insediamenti veri e propri, senza quella partecipazione che viene dai rapporti con le società civili. Per fortuna la forza di queste organizzazioni non ha trovato la relazione di cui aveva bisogno" ha sottolineato Roberti, presentando l'attività della Dna.
 
"La camorra ancora presenta profili omicidiari preoccupantissimi: mentre altrove la statistica degli omicidi è precipitata, per la camorra non è così. Ma l'avere assicurato alla giustizia i grandi capi ha creato vuoti di potere che ora giovani e giovanissimi senza alcun freno cercano di occupare. E' un problema di ordine pubblico", ha concluso. 

Camorra, relazione Dna: indagini hanno azzerato clan storici
L'attività investigativa svolta finora "ha determinato veri e propri stravolgimenti nel panorama delle organizzazioni criminali, determinando la scomparsa o il forte indebolimento di alcuni storici clan di camorra, ormai orfani di
tutti gli esponenti di maggior livello e carisma criminale, in quanto tratti in arresto e in stato di detenzione con pesantissime condanne e, talvolta, passati a collaborare con la giustizia". Lo rileva la relazione della Direzione nazionale antimafia (Dna) presentata oggi dal procuratore Franco Roberti e dalla presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi.
   
Questa situazione, viene sottolineato, "ha creato veri e propri vuoti di potere, che giovani generazioni di camorristi stanno cercando di occupare, con metodi violenti e senza la capacità di misurare il rapporto tra benefici e costi delle proprie azioni criminali, se non altro - si legge nella relazione - sotto il profilo della loro capacità di determinare una particolare reazione delle istituzioni statali".

"Operazioni sotto copertura per contrasto spaccio droga"
Servono operazioni sotto copertura e i gestori di telefonia devono aprire sedi legali in Italia: tutto questo aiuterebbe l'azione di contrasto, soprattutto rispetto allo spaccio di droga che muove nel mondo 560 miliardi di dollari, in Italia 35-40 miliardi l'anno ha detto il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti. "Oggi sono 250 milioni i consumatori, 1 europeo su 4 fa ha rapporti con il mondo della droga", ha concluso Roberti.

La droga in circolazione è in aumento anche se in aumento sono anche i sequestri di droga. "I sequestri rappresentano meno del 10% della droga circolante" ha aggiunto il procuratore nazionale Antimafia. Per combattere la droga "bisogna fare scelte di priorità, anche nel mondo giudiziario", ha fatto notare Roberti. "Il problema è di target investigativo: indagare sui finanziatori del traffico di droga non è come indagare sui corrieri. Spesso chi finanzia, la droga non la vede neppure. Bisogna resettarci: se si vuole fronteggiare un problema bisogna andare alla fonte. E' più importante sequestrare i soldi che lo stupefacente", ha evidenziato Roberti, che ha sottolineato anche l'importanza della cooperazione giudiziaria internazionale. 

"La corruzione va inserita come aggravante in 416 bis"
Inserire la corruzione come aggravante del reato di associazione di tipo mafioso (416 bis) quando si evidenzi che l'associazione mafiosa utilizzi la corruzione come modalità di manifestazione della sua capacità di controllo: è quanto ha chiesto al legislatore il procuratore nazionale antimafia. "Quando si dimostri che l'associazione mafiosa è capace di condizionare le scelte della pubblica amministrazione e c'è stata corruzione, questa deve essere una aggravante. Soprattutto quando, come dimostra l'inchiesta su Mafia Capitale, la corruzione è capace di infuenzare le scelte dei funzionari", ha concluso.

"Urge approvazione riforma dei beni confiscati"
Urge venga approvata la riforma del Codice antimafia che rivede la materia del sequestro e della confisca dei beni ha chiesto il procuratore nazionale antimafia. "L'Agenzia per i beni confiscati è debole, la struttura è esile" nonostante l'encomiabile lavoro del prefetto Umberto Postiglione che la presiede, ha fatto notare Roberti. "Servono professionalità ad hoc per l'Agenzia e urge approvare la riforma" già passata all'esame della Camera e ora all'esame del Senato. "Bisogna anche consentire di verificare che fine fanno i beni mafiosi una volta che sono stati loro strappati", "per evitare, come a volte è avvenuto, che ricadano nelle mani della criminalità", ha evidenziato il procuratore nazionale antimafia.