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ITALIA

Il reato: concorso in bancarotta fraudolenta

Dell'Utri prosciolto dalle accuse nell'inchiesta sul fallimento del credito cooperativo fiorentino

L'accusa contestava a Dell'Utri un prestito ricevuto dalla Bccf nel 2004 per un ammontare di circa 4 milioni di euro. Per il gup "il fatto non costituisce reato"

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Firenze
Il gup di Firenze ha prosciolto Marcello dell'Utri dall'accusa di concorso in bancarotta fraudolenta nel procedimento sul fallimento della Banca di credito cooperativo fiorentino, presieduta al tempo da Denis Verdini, "perché il fatto non costituisce reato". La sua posizione era stata stralciata in attesa dell'estradizione dal Libano. Per la stessa vicenda rinviati a giudizio Verdini e Parisi.

L'accusa contestava a Dell'Utri un prestito ricevuto dal Credito cooperativo nel 2004 per un ammontare di circa 4 milioni di euro, finalizzato al restauro di una villa a Como acquistata da Silvio Berlusconi. "Il giudice ha recepito quanto sostenuto dalla difesa, cioè che quel prestito - hanno spiegato i legali di Dell'Utri, gli avvocati Giuseppe Di Peri e Pietro Federico - era reale e venne restituito alla banca, che non ha subito alcun danno".

"Questa pronuncia toglie Dell'Utri da uno dei vari processi a suo carico con quello che era uno dei reati più pesanti. Abbiamo avuto un processo equo e corretto" commenta l'avvocato Pietro Federico, legale difensore di Marcello Dell'Utri. Per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, invece, la cassazione ha confermato lo scorso luglio la condanna dell'ex senatore a 7 anni di carcere.