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ECONOMIA

La riforma

Pubblica amministrazione, da dirigenti a funzionari per non essere licenziati

Così un emendamento, approvato, al ddl P.A. Si tratta di una sorta di 'declassamento volontario'. Tra le novità anche la stretta sui dirigenti scolastici

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Arriva il 'declassamento volontario'. Con un emendamento approvato al ddl sulla pubblica amministrazione, arriva la previsione per cui pur di non essere licenziato, il dirigente pubblico, rimasto senza incarico per un certo periodo, può chiedere di essere 'demansionato' a funzionario, in deroga al Codice Civile. Arriva, poi, una stretta sui dirigenti.

Gli incarichi dirigenziali nella P.a. - infatti - non solo potranno essere rinnovati, senza una nuova selezione, esclusivamente una volta e per un massimo di due anni ma, è questa l'ulteriore stretta, la proroga dovrà essere giustificata e supportata da un giudizio positivo sull'operato del primo mandato.

Le proposte approvate
Nei concorsi pubblici a fare la differenza non sarà più solo il voto di laurea, ma potrà contare anche l'università. Così un emendamento, appena approvato, al ddl P.a, che parla di "superamento del mero voto minimo di laurea quale requisito per l'accesso" e "possibilità di valutarlo in rapporto ai fattori inerenti all'istituzione che lo ha assegnato".

I dirigenti pubblici potranno essere licenziati se privi di incarico per un certo periodo ma non basta, l'uscita dal ruolo scatta solo se prima c'è stata una sostanziale 'bocciatura' da parte dell'amministrazione. Così un emendamento al ddl P.a, approvato, che prevede il collocamento in disponibilità "successivo a valutazione negativa".