ITALIA
Puglia
Tap: polizia carica i manifestanti al sit-in al cantiere nel Salento contro l'espianto degli ulivi
Momenti di tensione e manifestanti contusi per la ripresa dei lavori dopo il via libera del Consiglio di Stato. Sospese le operazioni nel cantiere in provincia di Lecce

Due cariche della polizia hanno sgomberato il blocco di manifestanti davanti al cantiere Tap a Melendugno, in Salento. La cariche hanno provocato contusi. Alta tensione fin da stamane per le proteste contro l'espianto degli ulivi sul tracciato dove dovrebbe sorgere il micro-tunnel del gasdotto. I mezzi della Polizia per accedere all'area sono stati costretti a forzare il blocco messo in atto dai manifestanti seduti davanti ai cancelli, poi le cariche. L'attività di espianto degli ulivi è stata intanto sospesa.
Al presidio hanno partecipato circa 300 persone, tra loro anche sindaci e consiglieri regionali e molti studenti delle scuole medie superiori, accompagnati da docenti.
L'espianto dei 200 ulivi è stato autorizzato dal Ministero dell'Ambiente con una nota inviata ieri a tarda ora alla Prefettura di Lecce. Polizia e carabinieri hanno di fatto bloccato ogni accesso al cantiere, impedendo anche il transito a piedi. La polizia per far passare i propri mezzi ha di fatto forzato il blocco dei manifestanti.
Ieri il Consiglio di Stato ha dato il via libera alla realizzazione del Tap. Respingendo gli appelli proposti dalla Regione Puglia e dal Consiglio comunale di Melendugno, il Consiglio di Stato ha ritenuto che la valutazione di impatto ambientale resa dalla Commissione Via avesse vagliato tutte le problematiche naturalistiche. Riconosciuto anche l'avvenuto rispetto del principio di leale collaborazione tra poteri dello Stato.
No Tap valutano ricorso a Tar contro espianto ulivi
Il comitato No Tap sta valutando di impugnare al Tar la nota ministeriale del 15 marzo che ha dato il via libera all'espianto degli ulivi.
Mentre era in diretta telefonica con Paolo Poggio di Rainews 24, il sindaco di Melendugno Marco Potì ha raccontato in diretta una carica della polizia contro i dimostranti anti Tap
Emiliano: Regione e Comuni impegnati per lo spostamento dell' approdo
Il governatore della Puglia ha dichiarato sempre a Rainews che la Puglia non ha mai detto no al gasdotto Tap, ma anzi intendeva favorirne la realizzazione pacifica attraverso una sua diversa localizzazione". Per il presidente della Regione Puglia "non è una questione partitica, è una concezione diversa della politica. Che le grandi multinazionali debbano avere dai governi appena schioccano le dita quello che vogliono senza rassegnarsi al fatto che i territori abbiano la responsabilità dell'area è dubbio. Il Salento è un bene italiano, non solo pugliese che non può essere compromesso da una scelta che ha una alternativa. Sono anni che ragioniamo su questa cosa e il cantiere non è neanche cominciato, perché monta questo conflitto. Quando personaggi sgradevoli di tutto il mondo capiranno l'entità del conflitto, e verranno, le forze dell'ordine saranno l'unico strumento per realizzare l'opera e della mia terra cosa resterà? Costringere la polizia a combattere contro i loro alleati naturali, cioè una popolazione che li ha aiutati nella lotta alla mafia, che effetto avrà? I danni sociali che il governo compie con queste scelte sono enormi e visibili a tutti". Ha detto Emiliano a RaiNews24. "Ho chiamato due ore fa il capo di gabinetto del Viminale Mario Morcone. Gli ho chiesto di valutare con intelligenza e prudenza la gestione dell'ordine pubblico. Mi ha detto che avrebbe chiesto alla polizia il massimo della prudenza. Se tutta quella polizia fosse schierata ogni volta che i cittadini chiedono di essere protetti sarebbe meglio. Invece vedono un grandissimo impegno a favore delle multinazionali che devono realizzare il gasdotto e poco impegno quando devono difendere la popolazione". Ha concluso Emiliano ai microfoni di RaiNews24.
Al presidio hanno partecipato circa 300 persone, tra loro anche sindaci e consiglieri regionali e molti studenti delle scuole medie superiori, accompagnati da docenti.
L'espianto dei 200 ulivi è stato autorizzato dal Ministero dell'Ambiente con una nota inviata ieri a tarda ora alla Prefettura di Lecce. Polizia e carabinieri hanno di fatto bloccato ogni accesso al cantiere, impedendo anche il transito a piedi. La polizia per far passare i propri mezzi ha di fatto forzato il blocco dei manifestanti.
Ieri il Consiglio di Stato ha dato il via libera alla realizzazione del Tap. Respingendo gli appelli proposti dalla Regione Puglia e dal Consiglio comunale di Melendugno, il Consiglio di Stato ha ritenuto che la valutazione di impatto ambientale resa dalla Commissione Via avesse vagliato tutte le problematiche naturalistiche. Riconosciuto anche l'avvenuto rispetto del principio di leale collaborazione tra poteri dello Stato.
No Tap valutano ricorso a Tar contro espianto ulivi
Il comitato No Tap sta valutando di impugnare al Tar la nota ministeriale del 15 marzo che ha dato il via libera all'espianto degli ulivi.
Mentre era in diretta telefonica con Paolo Poggio di Rainews 24, il sindaco di Melendugno Marco Potì ha raccontato in diretta una carica della polizia contro i dimostranti anti Tap
Emiliano: Regione e Comuni impegnati per lo spostamento dell' approdo
Il governatore della Puglia ha dichiarato sempre a Rainews che la Puglia non ha mai detto no al gasdotto Tap, ma anzi intendeva favorirne la realizzazione pacifica attraverso una sua diversa localizzazione". Per il presidente della Regione Puglia "non è una questione partitica, è una concezione diversa della politica. Che le grandi multinazionali debbano avere dai governi appena schioccano le dita quello che vogliono senza rassegnarsi al fatto che i territori abbiano la responsabilità dell'area è dubbio. Il Salento è un bene italiano, non solo pugliese che non può essere compromesso da una scelta che ha una alternativa. Sono anni che ragioniamo su questa cosa e il cantiere non è neanche cominciato, perché monta questo conflitto. Quando personaggi sgradevoli di tutto il mondo capiranno l'entità del conflitto, e verranno, le forze dell'ordine saranno l'unico strumento per realizzare l'opera e della mia terra cosa resterà? Costringere la polizia a combattere contro i loro alleati naturali, cioè una popolazione che li ha aiutati nella lotta alla mafia, che effetto avrà? I danni sociali che il governo compie con queste scelte sono enormi e visibili a tutti". Ha detto Emiliano a RaiNews24. "Ho chiamato due ore fa il capo di gabinetto del Viminale Mario Morcone. Gli ho chiesto di valutare con intelligenza e prudenza la gestione dell'ordine pubblico. Mi ha detto che avrebbe chiesto alla polizia il massimo della prudenza. Se tutta quella polizia fosse schierata ogni volta che i cittadini chiedono di essere protetti sarebbe meglio. Invece vedono un grandissimo impegno a favore delle multinazionali che devono realizzare il gasdotto e poco impegno quando devono difendere la popolazione". Ha concluso Emiliano ai microfoni di RaiNews24.