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Pulvirenti, dal Catania alla Windjet: la parabola discendente dell'imprenditore catanese

Supermercati, distribuzione ma anche aviazione. L'imprenditore di Belpasso nel 2003 rileva Windjet ma la vicenda capitola e si chiude con lo stop dei voli nel 2012 e un concordato liquidatorio. Dal 2004 l'avventura nel calcio

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"Siamo qui a metterci la faccia, restiamo uniti e ci salveremo''. È il 2013 e il Catania è in serie A ma in fondo alla classifica. Il presidente Antonino Pulvirenti risponde così nel quartier generale rossoazzurro alla crisi della società. Ma "restare uniti" non è bastato e il Catania è finito in serie B. Così a pochi anni di distanza l'imprenditore di Belpasso deve aver pensato a soluzioni più efficaci. E la salvezza in serie B, secondo quanto emerso dall'inchiesta, sarebbe il risultato di un giro di partite comprate a tavolino.

L'indagine sul Catania calcio è solo l'ultima vicenda di cui è protagonista l'imprenditore di Belpasso. Una storia cominciata nel settore della distribuzione e dei discount commerciali con il marchio Fortè, poi continuata, con meno successo, nel settore dell'aviazione low cost. Una parabola discendente: nel 2006 designato "imprenditore dell'anno" dal mensile Capital  (ha un giro di affari da 350 milioni l'anno) fino al collasso nell'aerotrasporto. 

La storia comincia dunque a Belpasso, comune siciliano di 26 mila abitanti. E’ qui che Pulvirenti, con in tasca il solo diploma di ragioneria e nessun capitale di famiglia, acquisisce il primo supermercato.  Gli affari vanno bene - nel 2000 ha quasi 80 discount a marchio Fortè.  Le attività si ampliano con Meridi , gruppo vasto e  articolato che gestisce diverse attività tramite l’holding Finaria: si va dalla catena Fortè a Platinum resort & hotels, una serie di alberghi di lusso.

Nel 2003 comincia l'avventura nel settore dell'aerotrasporto. Pulvirenti acquisisce Air Sicilia dal neofallito imprenditore Luigi Crispino. Si tratta di 12 aerei in leasing. Ma l'avventura non decolla. I voli si fermano l'11 agosto 2012 e la vicenda si chiude con un concordato di tipo liquidatorio con cessione integrale dei beni. Tra il 2009 e il 2011 infatti la compagnia ha perso 15 milioni di euro accumulando debiti per per 180 milioni.  Oltre 500 i dipendenti rimasti a casa.

Al Catania Calcio il 52enne catanese è arrivato invece nel 2004, dalle ceneri di Gaucci cui aveva già tentato di strappare la squadra senza successo anni prima. Ed è proprio con i rossoazzuri che ottiene la notorietà tanto cercata.