MONDO
"Non intendiamo nazionalizzare la Rete"
Putin: "Non imbavaglieremo il web, ma servono misure di sicurezza"
Il leader del Cremlino discute con il Consiglio di sicurezza nazionale il controverso argomento delle misure di "protezione" dello spazio internet. "Certi Stati usano il proprio ruolo dominante su internet per scopi economici e politici"

Il Cremlino non intende limitare l'accesso al web né tantomeno "porlo sotto totale controllo", ma alla Russia "servono misure aggiuntive di sicurezza per il cyberspazio". Questa la posizione del presidente russo Vladimir Putin, che ha discusso con il Consiglio di sicurezza nazionale e i responsabili del settore del ministero delle Comunicazioni sul controverso argomento delle misure di "protezione" dello spazio internet.
"Certi Stati sfruttano usano il proprio ruolo dominante sul web"
Il leader russo, sospettato di volere una progressiva stretta su internet nel nome della sicurezza nazionale, ha anche puntato il dito contro "certi Stati che usano il proprio ruolo dominante sul web per scopi economici e politici". Nei giorni scorsi il suo portavoce, Dmitri Peskov, aveva chiamato in causa la "totale imprevedibilità di Stati Uniti e Unione Europea" per argomentare la necessità di introdurre misure di sicurezza per il cyberspazio russo, dichiarando che queste sono "allo studio a diversi livelli".
"Necessaria l'elaborazione e l'applicazione di misure aggiuntive"
“È evidente che oggi sia necessaria l'elaborazione e l'applicazione di misure aggiuntive nel settore della sicurezza dell'informazione - ha detto Putin senza entrare nel dettaglio delle concrete ipotesi al vaglio – Innanzitutto bisogna innalzare qualitativamente il livello di protezione delle reti nazionali e delle risorse informative, a cominciare da quelle che vengono utilizzate dalle strutture statali".
"Non intendiamo nazionalizzare internet"
L'idea ventilata nei giorni scorsi è quella di isolare il web russo: ufficialmente per garantire il suo funzionamento in caso di attacchi o tentativi di "disconnettere" la Russia dal circuito internet globale, ma questa eventualità ha scatenato allarme, polemiche e accuse di puntare a una stretta sul web con il vero scopo di controllarlo. "Vorrei sottolineare che non intendiamo limitare l'accesso alla Rete, porlo sotto totale controllo, nazionalizzare internet, limitare gli interessi legittimi o le possibilità che internet offre alla gente, alle organizzazioni, al business - ha affermato il leader del Cremlino – Questo proprio non viene neppure preso in considerazione".
"Certi Stati sfruttano usano il proprio ruolo dominante sul web"
Il leader russo, sospettato di volere una progressiva stretta su internet nel nome della sicurezza nazionale, ha anche puntato il dito contro "certi Stati che usano il proprio ruolo dominante sul web per scopi economici e politici". Nei giorni scorsi il suo portavoce, Dmitri Peskov, aveva chiamato in causa la "totale imprevedibilità di Stati Uniti e Unione Europea" per argomentare la necessità di introdurre misure di sicurezza per il cyberspazio russo, dichiarando che queste sono "allo studio a diversi livelli".
"Necessaria l'elaborazione e l'applicazione di misure aggiuntive"
“È evidente che oggi sia necessaria l'elaborazione e l'applicazione di misure aggiuntive nel settore della sicurezza dell'informazione - ha detto Putin senza entrare nel dettaglio delle concrete ipotesi al vaglio – Innanzitutto bisogna innalzare qualitativamente il livello di protezione delle reti nazionali e delle risorse informative, a cominciare da quelle che vengono utilizzate dalle strutture statali".
"Non intendiamo nazionalizzare internet"
L'idea ventilata nei giorni scorsi è quella di isolare il web russo: ufficialmente per garantire il suo funzionamento in caso di attacchi o tentativi di "disconnettere" la Russia dal circuito internet globale, ma questa eventualità ha scatenato allarme, polemiche e accuse di puntare a una stretta sul web con il vero scopo di controllarlo. "Vorrei sottolineare che non intendiamo limitare l'accesso alla Rete, porlo sotto totale controllo, nazionalizzare internet, limitare gli interessi legittimi o le possibilità che internet offre alla gente, alle organizzazioni, al business - ha affermato il leader del Cremlino – Questo proprio non viene neppure preso in considerazione".