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MONDO

Scontro sulle presidenziali Usa

Putin: folli le accuse americane. Ma la Casa Bianca insiste: hacker legati a Mosca

L'America non è una "repubblica delle banane, ma una grande potenza" e quindi Mosca non può influenzare il voto del prossimo 8 novembre, ha detto il presidente russo

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La Casa Bianca respinge come prevedibili le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin, che ha negato ogni influenza russa sulle elezioni americane: gli Usa restano fermi sulle loro accuse a Mosca di hackeraggio. "Non c'è nulla che il presidente Putin avesse da dire oggi che io abbia trovato sorprendente o che abbia in qualche modo minato la fiducia del presidente nelle analisi fatte dal dipartimento per la sicurezza interna o dall'intelligence", ha detto un portavoce nel briefing con la stampa.

Putin: accuse folli, come fossero repubblica banane
L'America non è una "repubblica delle banane, ma una grande potenza" e quindi la Russia non può influenzare il voto del prossimo 8 novembre. Così Vladimir Putin ha respinto le accuse statunitensi di attacchi hacker orchestrati da Mosca. Accuse folli e assurde, ha detto il presidente russo, come "folle e assurda" è l'idea che la Russia possa avere "un preferito" da aiutare nella corsa alla Casa Bianca, cioè Donald Trump, che vuole rilanciare le relazioni russo-americane e che "certo è stravagante, ma sa parlare alla gente comune, a chi è stanco delle elite da decenni al potere".

Rapporti bilaterali sempre più tesi
Le elezioni americane e i rapporti con gli Usa - mai così tesi da decenni - sono state uno dei punti centrali delle oltre tre ore di botta e risposta con il leader del Cremlino alla riunione annuale del Valdai Club, a Sochi. Tre ore con Putin all'attacco, su un bersaglio quasi unico: gli Stati Uniti, che "dopo il crollo dell'Urss hanno pensato che non bisognasse più mettersi d'accordo con nessuno", che sono intervenuti in Afghanistan, in Iraq, poi in Libia senza passare per l'Onu o superandone il mandato.