MONDO
Qatar: stanotte scade l'ultimatum saudita, Doha rischia l'espulsione dal Ccg
Scade questa notte il termine imposto al Qatar da Arabia Saudita, Emirati arabi, Bahrein ed Egitto per adempiere alle 13 condizioni per una ripresa dei rapporti diplomatici avanzate dopo lo strappo del 22 giugno. Dopo il no di Doha a quello che ha definito "un ultimatum con un elenco di richieste fatto per essere respinto", si profila concretamente la possibilità di ulteriori sanzioni. Ad esempio colpendo i Paesi che fanno affari con il Qatar, o con una cacciata del piccolo emirato dal Consiglio di cooperazione del Golfo, un organismo economico e di sicurezza nato nel 1981 in chiave anti-iraniana dopo l'avvento della Repubblica degli ayatollah.
Il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, ha avviato contatti telefonici per tentare una ricucitura o almeno dare più tempo alla mediazione portata avanti pure dal Kuwait. Sabato, da Roma, il ministro degli Esteri qatarino, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, aveva ribadito che le richiste avanzate violano la sovranità del suo Paese.
Il 22 giugno i quattro vicini avevano presentato le 13 richieste a Doha, tra cui la chiusura di Al Jazeera, la cacciata dei militari turchi e la rottura con i Fratelli musulmani e l'Iran, minacciando altrimenti nuove iniziative. Un ultimatum che si aggiunge all'embargo economico, con la rottura dei rapporti diplomatici e la chiusura dello spazio aereo ai voli qatarini, che va avanti da quasi un mese.
Il ministro degli Esteri degli Emirati arabi uniti, Anwar Gargash, ha escluso che si arrivi a un intervento militare: "L'alternativa non è l'escalation ma una separazione", ha spiegato. Ora la speranza è riposta nella mediazione degli Stati Uniti, dove però è emersa una spaccatura tra la Casa Bianca filo-saudita e un Dipartimento di Stato che vuole preservare la preziosa alleanza con Doha e la base aerea in Qatar dove sono ospitati 10.000 militari Usa.
Il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, ha avviato contatti telefonici per tentare una ricucitura o almeno dare più tempo alla mediazione portata avanti pure dal Kuwait. Sabato, da Roma, il ministro degli Esteri qatarino, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, aveva ribadito che le richiste avanzate violano la sovranità del suo Paese.
Il 22 giugno i quattro vicini avevano presentato le 13 richieste a Doha, tra cui la chiusura di Al Jazeera, la cacciata dei militari turchi e la rottura con i Fratelli musulmani e l'Iran, minacciando altrimenti nuove iniziative. Un ultimatum che si aggiunge all'embargo economico, con la rottura dei rapporti diplomatici e la chiusura dello spazio aereo ai voli qatarini, che va avanti da quasi un mese.
Il ministro degli Esteri degli Emirati arabi uniti, Anwar Gargash, ha escluso che si arrivi a un intervento militare: "L'alternativa non è l'escalation ma una separazione", ha spiegato. Ora la speranza è riposta nella mediazione degli Stati Uniti, dove però è emersa una spaccatura tra la Casa Bianca filo-saudita e un Dipartimento di Stato che vuole preservare la preziosa alleanza con Doha e la base aerea in Qatar dove sono ospitati 10.000 militari Usa.