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ITALIA

Indagine di Italia Oggi

Qualità della vita: Bolzano la prima città, Roma crolla nella classifica

La ricerca fotografa modelli virtuosi, criticità e cambiamenti in atto nelle province e nelle principali aree del Paese. La capitale scende dal 67esimo all'85esimo posto della classifica

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Bolzano è la città dove si vive meglio in Italia, seguita da Trento e Belluno. Roma con un netto balzo indietro è in 85esima posizione, perdendone 22 rispetto al 2017.  Male anche Venezia. Milano si attesta 55esima, in ascesa di due 'scalini'. Stabili Napoli (in terz'ultima posizione) e Palermo (al 106 posto). Fanalino di coda Vibo Valentia.

Insomma la provincia altoatesina, come era stato nel 2017, si conferma luogo del miglior vivere. Si evince dall'indagine sulla Qualità della vita nelle province italiane realizzata da Italia Oggi con l'Università La Sapienza di Roma, giunta alla 20esima edizione.

La provincia, con i suoi ritmi più lenti e garbati, con la maggiore cura del territorio e la buona amministrazione, è di nuovo in testa, come lo scorso anno del resto.

La ricerca fotografa modelli virtuosi, criticità e cambiamenti in atto nelle province e nelle principali aree del Paese. Sono nove le 'griglie' dell'analisi: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione,servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero et enore di vita, con 21 sotto dimensioni e 84 indicatori di base.

Dalla quarta alla decima posizione si trovano tutte città che hanno recuperato rispetto all'anno scorso, salvo una, Treviso, che è passata dalla sesta alla nona posizione. Al quarto posto Siena, che ha recuperato sette posizioni (era undicesima), seguita da Pordenone, che passa dalla nona alla quinta, e da Parma, che ha guadagnato una posizione rispetto al 2017 (era settima).

In forte ascesa Aosta e Sondrio, rispettivamente al 7/o e 8/o posto, partendo dal 18/o e dal 16/o della passata edizione. Decima Cuneo, che ha guadagnato tre posizioni.  Il 2018 è l'anno delle conferme, sia di alcune performance sia di alcune tendenze emerse nelle precedenti indagini: dallo sfumare del contrasto Nord-Sud in termini di buona qualità divita legata al benessere economico, all'acuirsi del divario fra piccoli centri (in cui si vive meglio) e grandi centri urbani, in cui la vita è invece sempre un po' più difficoltosa.

Fenomeno testimoniato, fra l'altro, dal brusco scivolone della capitale, scesa dal 67/o all'85/o posto della classifica. Elevato il calo anche a Bari (dal 96/o al 103/o posto) e a Firenze (dal 37/o al 54/o posto).  Tendenzialmente, comunque, nei capoluoghi di regione la qualità della vita è aumentata, salvo che in sette città.  Oltre che a Bari e a Firenze, a Catanzaro (dal 92/o al 95/o posto), all'Aquila (dal 68/o al 72/o), a Potenza, che ha perso 20 posizioni (ora è 64esima), arretramento simile a Venezia (al 62/o dal 41/o posto). Di Roma si è già detto, Torino ha perso una posizione, ed è 78esima. Stabile invece la qualità della vita a Napoli (108) e a Palermo (106), che si mantengono sui medesimi livelli del 2017.   

Come si vive in Italia?
Nell'insieme, un po' meglio: nel 2018 sono infatti 59 su 110 le province in cui la qualità della vita è risultata buona o accettabile, rispetto alle 56 del 2016 e del 2017: si tratta del migliore dato registrato negli ultimi cinque anni. Stabile la situazione del Nord Ovest e del Mezzogiorno, in netto miglioramento quella del Nord Est e del Centro (Roma a parte). Le migliori performance sono delle piccole città: ottime le posizioni di Siena, Pordenone, Parma, Aosta, Sondrio, Treviso e Cuneo. Treviso, in particolare, risulta la provincia più sicura d'Italia. Trento, Bolzano e Bologna le realtà più positive per affari e lavoro. Parma, Siena, Trento e Piacenza quelle con la migliore offerta finanziaria e scolastica; Isernia, Pisa, Ancona, Siena e Milano quelle con il più efficiente 'sistema salute'.

Maglia nera alla calabrese Vibo Valentia, in coda alla classifica in compagnia di Catania, Napoli, Siracusa e Palermo: cinque province ricche di bellezze architettoniche e naturali che tuttavia non riescono a fare il 'salto di qualità'.