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POLITICA

E il presidente del Consiglio sussurrò "Grande!" al suo ministro degli Interni

Governo, quella stretta di mano "fuori cerimoniale" che la dice lunga sull'asse Renzi-Alfano

Un movimento istintivo che rompe la prassi. Alfano allunga la mano verso Renzi e la stringe con vigore. Ma prima avrebbe dovuto prendere quella di Napolitano

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Una stretta di mano diversa, anticipata, fuori cerimoniale. Forse anche una piccola gaffe istituzionale. Una stretta di mano, però, che la dice lunga sull'asse che si è creato tra Angelino Alfano e Matteo Renzi. Una stretta di mano accompagnata da un "grande!" sussurrato, ma non troppo, dal Presidente del Consiglio al suo ministro degli Interni.

Il cerimoniale che salta
Il cerimoniale prevede che il ministro, dopo il giuramento di rito, firmi il foglio che certifica il suo incarico, attenda che lo stesso faccia il Presidente della Repubblica e poi stringa la mano prima al Capo dello Stato e poi al Presidente del Consiglio. Ma la voglia di suggellare l'alleanza con Renzi ha fatto sì che Alfano, mentre il Presidente Giorgio Napolitano controfirmava la nomina del ministro degli Interni, abbia anticipato il movimento allungando d'impeto la mano verso Renzi, in piedi accanto al Presidente della Repubblica. 

Un movimento d'istinto
Un gesto di istinto quello del leader del Nuovo Centro Destra che la dice lunga sull'intesa trovata con il Presidente del Consiglio Renzi che risponde, anch'egli fuori cerimoniale, con un "grande!" all'indirizzo di Alfano accompagnato da un occhiolino appena accennato. Quindi il cerimoniale torna a riprendersi la scena, Alfano stringe la mano di Napolitano, non replica la stretta con Renzi e torna a sedersi al suo posto. Il patto è stato siglato, la cerimonia ufficiale ha avuto svolgimento, il governo Renzi può cominciare a lavorare.