POLITICA
Roma
Quirinale, Renzi ai deputati dem: "Scheda bianca nelle prime tre votazioni". Nome secco alla quarta
Assemblea con il presidente del Consiglio Matteo Renzi. All'ordine del giorno l'elezione del nuovo presidente della Repubblica
Roma
Il Pd farà un nome secco per il Colle, alla quarta votazione, e non proporrà una terna e i grandi elettori dem voteranno scheda bianca alle prime tre votazioni. E' questa la strategia del premier-segretario Matteo Renzi per il Quirinale. Uno schema indicato alle assemblee con deputati e senatori del Partito democratico avute oggi e dedicate all'elezione del nuovo presidente della Repubblica.
Nelle riunioni il presidente del Consiglio ha quindi sottolineato che non ci saranno nomi di candidati o chiusure sul genere - "non li facciamo perché poi decidano altri, non so se c'è lo spazio perché si chiuda su una donna, lo verificheremo" - e che soprattutto il Pd avrà la possibilità di riscattare quanto successo nel 2013, dicendo che chi non condivide il nome del candidato alla Presidenza della Repubblica "dovrà dirlo apertamente". Al di fuori del partito invece il premier si è augurato che il M5S capisca "che questa è l'occasione buona". Un'apertura al Movimento anche per evitare che il Colle diventi un referendum "sul governo o su di me".
A rispondere a Renzi è stato il capogruppo Roberto Speranza: "Siamo in una settimana cruciale. Ciascuno di noi ha ancora sulla pelle le ferite del 2013. Ora è più che mai indispensabile un rapporto leale e franco per evitare le drammatiche vicende di due anni fa. Questo è solo il primo step - ha spiegato - Il rapporto e il confronto dentro i gruppi sarà comunque decisivo e io faccio appello a tutti voi: non perdiamo questa occasione per far emergere il nostro punto di vista". A sorpresa anche Stefano Fassina ha condiviso il metodo proposto da Renzi: "E' importante che il Pd riesca a superare la prova del Quirinale unito ed è sbagliata
l'impostazione di cercare un candidato 'contro'. Va cercata la massima condivisione e in questo caso dobbiamo cercare l'interlocuzione con Fi".
Nelle riunioni il presidente del Consiglio ha quindi sottolineato che non ci saranno nomi di candidati o chiusure sul genere - "non li facciamo perché poi decidano altri, non so se c'è lo spazio perché si chiuda su una donna, lo verificheremo" - e che soprattutto il Pd avrà la possibilità di riscattare quanto successo nel 2013, dicendo che chi non condivide il nome del candidato alla Presidenza della Repubblica "dovrà dirlo apertamente". Al di fuori del partito invece il premier si è augurato che il M5S capisca "che questa è l'occasione buona". Un'apertura al Movimento anche per evitare che il Colle diventi un referendum "sul governo o su di me".
A rispondere a Renzi è stato il capogruppo Roberto Speranza: "Siamo in una settimana cruciale. Ciascuno di noi ha ancora sulla pelle le ferite del 2013. Ora è più che mai indispensabile un rapporto leale e franco per evitare le drammatiche vicende di due anni fa. Questo è solo il primo step - ha spiegato - Il rapporto e il confronto dentro i gruppi sarà comunque decisivo e io faccio appello a tutti voi: non perdiamo questa occasione per far emergere il nostro punto di vista". A sorpresa anche Stefano Fassina ha condiviso il metodo proposto da Renzi: "E' importante che il Pd riesca a superare la prova del Quirinale unito ed è sbagliata
l'impostazione di cercare un candidato 'contro'. Va cercata la massima condivisione e in questo caso dobbiamo cercare l'interlocuzione con Fi".