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ITALIA

L'omicidio nel quartiere Appio

Ragazzo ucciso a Roma, sono in stato di fermo i due sospettati

Si tratta di due 20enni interrogati per ore da questa notte. Il movente sarebbe stato una compravendita di droga finita male. A denunciarli la madre del killer

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Comincia a delinearsi una dinamica diversa da quella emersa subito dopo il delitto, per l'omicidio del 24enne Luca Sacchi. La vittima e la fidanzata potrebbero, ma è solo una ipotesi investigativa, aver incontrato i due sospettati per trattare l'acquisto di droga. I due avrebbero mostrato di avere i soldi necessari all'acquisto. A quel punto i due sospettati si sarebbero allontanati dicendo che andavano a recuperare la droga per lo scambio. Ma sarebbero tornati armati con l'intenzione di rapinare i due.

Una prima ipotesi
I due aggressori, tornati vicino al pub di via Franco Bartoloni, zona Colli Albani, hanno rubato lo zaino dove pensavano ci fossero i soldi, colpendo la fidanzata della  vittima che opponeva resistenza. A quel punto Luca sarebbe intervenuto colpendo uno dei due, mentre l'altro estraeva la pistola, pare una calibro 38, ed esplodeva il colpo alla testa di Luca rivelatosi poi mortale.       

La fuga
I due, dopo l’aggressione, sarebbero fuggiti a bordo di una Smart bianca. Ad indirizzare le indagini di Carabinieri e Polizia le testimonianze delle persone che hanno assistito al brutale omicidio e i video delle telecamere di sorveglianza della zona.  

La testimonianza della madre del killer
"Temo sia stato mio figlio, forse è coinvolto nell'omicidio di Luca Sacchi". Questo è quanto avrebbe detto la mamma del ragazzo sospettato di avere ucciso con un colpo di pistola il giovane personal trainer. La donna si è recata nella tarda serata di ieri in un commissariato accompagnata dall'altro figlio per comunicare i suoi sospetti. Da lì sono poi scattate le indagini dei Carabinieri che con la Polizia hanno poi bloccato i sospettati. A sparare sarebbe stato un incensurato, il complice avrebbe precedenti per droga.

Sono in stato di fermo
I due ragazzi, entrambi operai di 20 e 21 anni, sembra non fossero sotto l'effetto di droghe al momento della cattura. Uno dei  due si trovava a casa della fidanzata quando è stato rintracciato. I due, entrambi in questura da stanotte, davanti a investigatori e  inquirenti, si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere, ma dopo ore di interrogatorio è stato deciso il loro fermo per concorso in omicidio e rapina.

Sono a Regina Coeli 
Sono usciti poco prima delle 12 dalla  questura di via di San Vitale, diretti al carcere di Regina Coeli, i  due ragazzi di 20 e 21 anni, entrambi del quartiere romano di San  Basilio, fermati per l'uccisione di Luca Sacchi. I due, che devono  rispondere di omicidio e rapina, sono già noti entrambi alle forze  dell'ordine: uno ha precedenti per droga, l'altro per percosse. Sono  stati rintracciati nella notte, uno in un residence, l'altro in una  casa in zona San Basilio. Erano soli ma, come spiegato dal dirigente  della Squadra Mobile Luigi Silipo, "hanno usufruito di legami  familiari e conoscenti". Mentre si cerca la pistola che ha fatto fuoco contro la vittima, forse una calibro 38, è stata sequestrata la Smart  bianca usata dai due per la fuga e non oggetto di furto. Sequestrato  anche lo zainetto rubato alla fidanzata di Luca, all'interno del quale però non sono stati trovati soldi.Trovata invece la mazza da basebaal usata per l'aggressione. Era in un prato.

Il fermo per possibile fuga
"Sussistono specifici elementi che fanno ritenere fondato il pericolo di fuga". È quanto scrivono i pm di Roma nelle sette pagine del decreto con cui hanno disposto il fermo di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, accusati dell'omicidio di Luca Sacchi. I due "erano oramai consapevoli delle indagini a loro carico e godendo di non poche complicità potrebbero fuggire per sottrarsi alle conseguenze dell'omicidio", conclude la Procura di Roma.

Le mazzette
Nel decreto del pubblico ministero che ha portato al fermo dei due sospettati viene riportata la deposizione di un amico di Del Grosso che era presente nelle fasi precedenti del delitto. Lo  stesso riferisce di essere stato "incaricato da Del Grosso - scrive il pm - di verificare se persone in zona Tuscolano avessero il denaro per comprare come convenuto 'merce' e di essersi recato (...) a bordo  della vettura di questi, in via Latina, intorno alle 21.30 del 23  ottobre incontrando tale (...) già a lui noto al quale si presentava  come inviato da Valerio". Leggendo la testimonianza del ragazzo emerge che "una donna in quel  contesto aveva lasciato uno zaino che lui stesso - scrive il pm -  aveva constatato contenere soldi divisi in due mazzette, da 20 e 50  euro. Accertata la presenza del denaro, la ragazza aveva ripreso lo  zaino mentre arrivava subito dopo il Del Grosso che parlava con (...)  della cessione di 'erba'. Lo stesso - si legge sempre nel decreto -  era entrato poi nel pub John Cabot con (...) e aveva sentito subito dopo urla di una donna ed un colpo. Il (...) indicava in Pirino Paolo  la persona che si accompagnava a Valerio Del Grosso per come ha  appreso successivamente soggetto che aveva visto girare nel loro  quartiere con una Smart bianca 4 posti".

Pm: Del Grosso uscì con compagna dopo omicidio
"Il 23 ottobre scorso mi ha messaggiato chiedendomi di voler uscire insieme per una passeggiata. Alle 23.15 circa ho ricevuto uno squillo da parte sua che mi avvisava che era arrivato sotto casa mia". Così la compagna di Valerio Del Grosso, uno dei due 21enne accusati dell'omicidio di Luca Sacchi, ha raccontato ai poliziotti della Squadra Mobile e ai carabinieri del Nucleo Investigativo quanto accaduto nella serata del 23 ottobre, pochi minuti dopo l'omicidio. "Durante l'uscita insieme Valerio per diverse volte mi faceva fermare con la vettura per scendere a parlare con diversi nostri conoscenti. Dopo ripetute richieste di spiegazioni, Valerio mi ha riferito che mentre era in compagnia di Paolo Pirino (l'altro fermato, ndr) lo stesso aveva dato una bastonata ad una persona non specificando il motivo e il soggetto vittima. Intorno alle 3 chiedevo a Valerio di essere accompagnata a casa, ma lui mi ha chiesto di andare a passare la notte con lui in un hotel perché era meglio non tornarci". Ma i due durante la notte hanno continuato a discutere e durante un diverbio "Valerio - spiega ancora la ragazza - mi aveva detto che era successo un casino e che lui aveva esagerato nel comportarsi". Solo il giorno dopo accortosi dei titoli dei giornali, la ragazza ha chiesto ancora spiegazioni e a quel punto Valerio è crollato: "lo stesso mi riferiva che aveva sparato in testa ad una persona non specificandone le motivazioni... tutti gli amici me compresa consigliavamo a Valerio di andarsi a costituire. Lo stesso mi pregava di accompagnarlo in un albergo per stare con lui e fargli compagnia". Proprio in quell'albergo le forze dell'ordine hanno rintracciato e bloccato il giovane, che non ha opposto resistenza, quasi convinto ormai a costituirsi.

La fidanzata dice la droga non c'entra 
Intervistata dal Tg1 Anastasia Kylemnyk fidanzata di Luca Sacchi e colpita durante l'aggressione afferma che la droga non c'entra nulla: "Luca - ha detto - era li per vedere il fratellino piccolo che si trovava nel pub". "Luca non ha mai incontrato gli spacciatori - ha aggiunto - non ho visto e sentito nulla. Ho sentito solo la voce di un ragazzo romano e giovane. Ma ha detto "dammi sto zaino" e Luca mi ha protetto come sempre, lo ha messo a terra e forse per questo si sono spaventati".

L'esclusiva Tg1 



Gabrielli: non è una storia di 2 ragazzi scippati. Roma non è Gotham City
"Gli accertamenti che l'autorità giudiziaria disvelerà quando riterrà opportuno non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati. Lo dico tenendo sempre ben presente, non vorrei essere equivocato su questo, che stiamo parlando della morte di un ragazzo di 24 anni". Lo ha detto il capo della polizia Franco Gabrielli sul caso del ragazzo ucciso ieri a Roma. Gabrielli ha anche aggiunto: "Che Roma abbia i suoi problemi credo nessuno lo riconosca, ma rappresentarla come Gotham City...".  "I responsabili - ha aggiunto - "sono stati subito individuati e sono stati definiti i contorni di una vicenda che con una città alla deriva ed in mano al crimine ha poco a che fare".

Il tweet di Sibilia
"Nessuno ci restituirà la giovane vita di Luca ma in questi momenti sono orgoglioso del lavoro delle forze dell'ordine che a Roma in meno di 24 ore, anche grazie alla collaborazione dei cittadini romani, hanno catturato i presunti killer", ha scritto su Twitter il sottosegretario all'Interno, Carlo Sibilia.

Domani interrogatorio convalida 
Si terrà domani mattina l'interrogatorio di convalida. I due saranno ascoltati dal Gip che deciderà se confermare la misura cautelare nel carcere di Regina Coeli. Ai due vengono contestati i reati di concorso in omicidio aggravato, rapina aggravata e detenzione abusiva di arma da fuoco. 

Raggi: rabbia e vergogna, è morte straziante
"Rabbia, rabbia e vergogna. La morte di un ragazzo di 24 anni ucciso da due criminali non è accettabile, è ingiusta, è straziante e dilaniante". Lo ha scritto su Facebook il sindaco di Roma, Virginia Raggi. "Sono certa - ha aggiunto - che tutti abbiamo pensato immediatamente alla famiglia di questo ragazzo, ad una madre ed un padre che hanno accompagnato la sua esistenza, al fratello che era a pochi metri di distanza mentre gli sparavano; tutti abbiamo pensato alla fidanzata che lo ha visto morire al suo fianco. Tutti, pur non conoscendolo e non sapendo in quale contesto sia nato quel gesto atroce, avremmo voluto esprimere affetto perché la morte di un giovane è sempre e comunque ingiusta. È questa la rabbia: la rabbia che nasce - ha ribadito la sindaca - dalla naturale e umana condivisione del dolore e dalla impossibilità di tornare indietro. Era una vita giovane".

Don Coluccia: a Roma droga diffusa, Stato intervenga
"A Roma la droga è molto diffusa, ci sono tante piazze: tra le più grandi quelle nei quartieri di San Basilio e Tor Bella Monaca. Lì ci sono delle vere e proprie organizzazioni criminali, ben organizzate e ben radicate sul territorio che deve essere difeso, anche perché a Roma si spara. Non ci dimentichiamo che solo qualche mese fa, nel Parco degli Acquedotti romano è stato freddato Diabolik, ed è lo stesso quartiere dove hanno sparato a Luca Sacchi". Lo ha dichiarato all'Agi Don Antonio Coluccia, fondatore e presidente dell'Opera Don Giustino di Roma, da anni sotto scorta e impegnato ad aiutare i giovani in difficoltà che vivono in contesti complicati.

"Trovo - ha aggiunto - che sia molto grave che dei ragazzi girino con delle pistole. Da ciò si deduce che il malaffare è molto presente nella Capitale e la criminalità diffusa. Ad esempio, quando si entra nel quartiere di san Basilio, si nota subito la presenza di postazioni di vero e proprio controllo del territorio. Delle 'vedette'. Ci sono anche dei bidoni con a fianco della legna per un fuoco che viene alimentato tutta la notte. È un fuoco - ha sottolineato Don Coluccia - funzionale allo spaccio, perché serve a buttare le sostanze stupefacenti, qualora dovesse arrivare una pattuglia delle forze dell'ordine". Secondo il sacerdote, "bisogna mettere in campo un'importante opera di contrasto alla droga e alla criminalità organizzata. Ma per fare questo è necessario investire nella prevenzione e parlare ai ragazzi, nelle scuole, nelle associazioni sportive e in tutti i centri di aggregazione giovanili. La droga - ha spiegato - è un fenomeno che può essere debellato, ma lo Stato deve fare la sua scelta. Basti pensare che l'Osservatorio per la droga del ministero dell'Interno non si riunisce da 10 anni. Non possiamo accettare questo silenzio. Quando muore un ragazzo a causa della droga è un fallimento di tutti, dello Stato, della scuola, della società. In Italia non si fa prevenzione, non dobbiamo far arrivare i ragazzi ai Sert e alle comunità, bisogna agire prima". Don Coluccia, in base alla sua esperienza quotidiana, sostiene che a Roma "sta tornando l'eroina nei quartieri nord della Capitale, ma anche l'anfetamina e la metanfetamina. A Grottarossa, ad esempio, qualche settimana fa è stato fatto un grande sequestro della droga sintetica chiamata 'shaboo' e l'altro giorno a Tor Bella Monica ci sono stati 16 arresti". Infine Don Antonio ha ribadito che è necessario "offrire ai ragazzi un'altra opportunità soprattutto in quei quartieri di Roma con più criticità. E bisogna partire dalla scuola, perché come diceva Don Milani: 'Se sai sei, se non sai sarai di qualcun'altro'".