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POLITICA

Il premier sulla tv pubblica

Rai, avviato l'esame del ddl. Renzi: "Ai vertici i migliori"

Via al percorso in Consiglio dei ministri. Resta l'obiettivo, per il presidente del Consiglio, di tenere fuori la politica 

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Sulla riforma della Rai è stato avviato l'esame del ddl in Consiglio dei ministri, ma non è stato approvato. Il premier Matteo Renzi, subito dopo aver declinato il progetto dell'esecutivo sulla Scuola, dedica la seconda parte della conferenza stampa alla televisione pubblica, annunciando in sostanza che la discussione continua nel prossimo cdm con i ministri Federica Guidi e Pier Carlo Padoan e il sottosegretario Antonello Giacomelli.

L'idea, ribadita dal premier, è sempre la stessa: fuori la politica dalla Rai, addio alla contiguità con i partiti e alle lunghe discussioni in commissione di vigilanza. Ma con il governo che si assume la responsabilità delle scelte negli uomini che dovranno guidare viale Mazzini. Per questo motivo Renzi respinge la proposta del MoVimento 5 Stelle di scegliere il cda attraverso un sorteggio. Per il presidente del Consiglio sarebbe una "sorta di Aventino" da scongiurare. Il cda sarà quindi più ristretto, "la cui maggioranza sia eletta dal Parlamento in seduta comune e con un membro espressione dei dipendenti Rai". Il Governo invece dal canto suo sceglierà "il capo azienda che deve passare dal voto di conferma del cda". Un capo che "decida, basta con mediazioni su mediazioni ed un numero pletorico di direttori". 

Nessun tentativo di mettere le mani sulla Rai da parte del governo e del presidente del Consiglio in particolare. Renzi respinge quelle che definisce "stravaganti interpretazioni" e dice di "voler dare ossigeno all'azienda". L'accusa, aggiunge il premier, è respinta anche attraverso il metodo che si sta seguendo: "Basterebbe andare al rinnovo del cda con la Gasparri per avere la maggioranza. Che venga fatta questa accusa a chi ha rinunciato anche a parlare con vertici Rai per non dare impressione di interferire è fuori dalla realtà". 

L'obiettivo, sottolinea Renzi, è quello di creare un'azienda tra "le più grandi imprese culturali d'Europa, che competa all'esterno e non una Rai con il naso sull'auditel, ma capace di rappresentare un pezzo del paese. La Rai ha educato intere generazioni, ora deve essere un grande soggetto che porta per mano l'Italia". Il progetto culturale e politico resta quindi la chiave del progetto renziano sulla Rai, con una rete "senza pubblicità" destinata "alla cultura non in senso noioso e passatista ma come arricchimento della persona umana".