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POLITICA

Continua il braccio di ferro

Rai: oggi il Cda vota il presidente, strada in salita per Foa

Forza Italia annuncia il no. Mercoledì l'appuntamento decisivo in Vigilanza. Pd-LeU: opposizioni non partecipino a voto presidente 

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Oggi il nuovo Cda della Rai è chiamato al primo atto ufficiale: eleggere il presidente. Il nome è noto, è quello di Marcello Foa, l'ha indicato venerdì scorso il governo, aggiungendo quello di Fabrizio Salini come amministratore delegato. Formalmente tocca però al Cda nominare il presidente e quindi ecco l'appuntamento di oggi pomeriggio, che anticipa la seduta della commissione di Vigilanza Rai convocata per mercoledì mattina per la ratifica, con il voto favorevole dei due terzi dei componenti (quindi almeno 26 sì su 40), della nomina del presidente.

Ma non si prevede una seduta del Cda di viale Mazzini senza scossoni, tutt'altro. La consigliera Rita Borioni (Pd) annuncia che voterà contro la nomina di Foa, sostenendo che a suo parere la figura indicata dal governo non garantisce quell'autonomia e quel pluralismo che sono elementi di punta di quello che vuol essere un servizio pubblico.

C'è poi Riccardo Laganà, il consigliere eletto dai dipendenti Rai e a capo dell'associazione Rai Bene Comune-IndigneRai, che ha prontamente reagito venerdì alle parole del vice premier Luigi Di Maio che nell'annunciare i nomi di Foa e Salini ha parlato di svolta sostenendo: "Ora ci liberiamo finalmente dei raccomandati e dei parassiti". Battuta che ha scatenato la bagarre dei commenti politici. L'associazione presieduta da Laganà deciderà nelle prossime ore come pronunciarsi, e sebbene non siano filtrate indicazioni nette l'impressione è che anche questo possa essere un voto contrario a Foa.

E se sono dati per scontati i sì dei consiglieri Igor De Biasio, nominato dalla Camera in quota Lega, di Beatrice Coletti, eletta dal Senato su proposta M5s, e di Salini, a decidere potrebbe essere  il voto di Giampaolo Rossi, nominato dalla Camera, vicino a Fratelli d'Italia e alla cui nomina un contributo significativo l'hanno dato numericamente i deputati di Forza Italia. In ambienti Rai, ma anche dei 'palazzi' della politica, alla vigilia del Cda ci si chiede se a questo punto, viste le critiche di Silvio Berlusconi all'accordo spartitorio Lega-M5s, ed anche i dubbi maturati intanto in FdI, il consigliere ne terrà conto. Ma la dichiarazione di Meloni indica una strada diversa. Se poi anche Rossi dicesse no, allora si avrebbe una situazione di stallo. Cui lo stesso Foa difficilmente potrebbe porre rimedio: appare difficile che trattandosi di decidere su di lui scelga di votare e non invece - com'è prassi quando si decide su argomenti riguardanti un consigliere - di astenersi o, prim'ancora, lasciare la sala delle riunioni al momento del voto. Scenari, tanti e diversi, ma di certo vi è che il Cda Rai non ha ancora cominciato e già si è alla conta.

Fico: problema non nomi ma metodo. Serve nuova legge
"Il governo aveva solo un modo per muoversi, e qualsiasi governo si sarebbe mosso nello stesso modo. Noi ci dobbiamo soffermare sulla metodologia che porta alle scelte, che è intrinsecamente sbagliata, perché c'è un assoggettamento alla politica". Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, interpellato, a margine di un convegno alla Camera, sulle nomine Rai. "Serve una nuova legge - ha proseguito - e già l'ho detto prima delle nomine. Non entro nel merito delle scelte del governo, dico solo che i meccanismi che portano alla scelta dei consiglieri di amministrazione non mi trovano d'accordo. Non è un problema di nomi, ma di metodo. Nella scorsa legislatura - ha concluso - avevo proposto un altro tipo di legge che dava un avviso di gara pubblico in capo all'Agcom, arrivavano i cv, si sceglieva una rosa e si faceva un percorso totalmente diverso".

Faraone (Pd): Fico con Di Maio-Salvini, non è garante Camera
"Caro Presidente Fico, stavolta poteva risparmiarsela. Lei dovrebbe essere un garante del Parlamento e invece prende le parti di Salvini e Di Maio. Con tutto il rispetto per il suo ruolo istituzionale trovo le sue parole ipocrite". Così il senatore Pd Davide Faraone, capogruppo Pd in commissione di vigilanza Rai che prosegue: "Le ricordo che il Presidente della Rai viene eletto dai due terzi della vigilanza proprio perché è importante preservare la sua terzietà. I suoi amici al Governo, invece, hanno scelto un nome di parte, con metodologie di parte. E lei, cosa fa? Invece di criticarli e di ammonire Foa per le dichiarazioni e interviste che sta rilasciando come se fosse già stato eletto, in barba ai principi democratici che impongono un voto sul suo nome, lei, terza carica dello Stato, se la prende con la legge. D'altra parte lo sappiamo - conclude Faraone - per i pentastellati è sempre tutta colpa delle amministrazioni e dei governi precedenti".

Pd-LeU: opposizioni non partecipino a voto presidente 
"La maggioranza M5S-Lega deve imparare che ci sono limiti invalicabili. Il presidente della Rai deve essere un nome di garanzia per tutti, come espressamente impone la legge. Per questo invitiamo le forze di opposizione e specificatamente Forza Italia, a valutare la possibilità di non partecipare al voto della Vigilanza, che il governo ha colpevolmente considerato scontato. Per queste ragioni Marcello Foa non può essere un presidente di garanzia della Rai". Lo scrivono in una nota congiunta i capigruppo del Pd di Camera e Senato Graziano Delrio ed Andrea Marcucci ed i capigruppo di LeU Federico Fornaro e Loredana De Petris.

Renzi: Foa? Governo non si stupisca se diciamo 'no'
"Avete tutto il diritto di scegliere le persone che volete nei luoghi in cui legge lo prevede, e non come per la presidenza della Rai, in cui occorre avere una maggioranza più ampia di quella che sostiene il governo, e se poi indichi come presidente chi ha come caratteristica quella di parlare male del presidente della Repubblica, dire no ai vaccini e parlare contro l'Europa poi non ti puoi stupire se diciamo 'fate a meno di noi'". Lo ha detto Matteo Renzi, intervenendo in Aula al Senato durante la discussione generale sul decreto di riordino dei Ministeri, riferendosi all'indicazione del nome di Marcello Foa quale presidente dell'azienda di Viale Mazzini.

Tajani: "Costretti a votare contro Foa, metodo sbagliato"
"Non potremo votare il candidato presidente della Rai indicato dal governo. Avremmo voluto che si seguisse un metodo diverso. La legge prevede che sia il Parlamento attraverso la Commissione di Vigilanza a decidere il presidente Rai. Delusi dal metodo utilizzato, non siamo stati informati della scelta che il governo aveva fatto. Avevamo fatto delle proposte che avrebbero avuto consenso ampio ma non siamo stati ascoltati. Le scelte devono essere sempre condivise. Per questo crediamo che il centrodestra dovrebbe essere una famiglia dove si condividono le scelte. Siamo obbligati a votare no. Le regole vannno rispettate sia nel centrodestra che nelle istituzioni." Queste le parole del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani (Fi), durante il suo intervento alla conferenza stampa del partito a Mestre.

Meloni: non condivido metodo ma voteremo sì a Foa
"Non condivido il metodo adottato finora, un metodo che con il cambiamento ha poco a che fare ma sentir parlare dal Pd di lottizzazione della Rai dopo quello fatto da Renzi è veramente ridicolo... Alla fine la sinistra ci ha convinto a votare Marcello Foa presidente della Rai". Così la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni a margine di un incontro con imprenditori veneti organizzato a Verona.

Rosato: Meloni ringrazia Salvini e vota Foa 
''Dopo la maglietta con la scritta degli ultrà di estrema destra e l'omaggio di ieri a Mussolini nella
ricorrenza della nascita, è normale che la Meloni annunci il voto di Fdi per Foa presidente Rai: chiamiamolo 'un sentito ringraziamento' al caro Salvini''. Lo scrive su Twitter Ettore Rosato (Pd), vice-presidente della Camera, a proposito delle nomine Rai.

Fnsi-Usigrai a Cda: nome governo su presidente vanifica voto
Una palese "ingerenza" da parte del governo sulla nomina del nuovo presidente della Rai, che vanifica di fatto il voto in Cda, e qualora dovessero riscontrare "il perdurare delle violazioni normative così, allo stato, individuate", si valuterà l'ipotesi di "attivarsi in ogni sede per l'effettivo ripristino della legalità". Lo scrivono Fnsi e Usigrai nella lettera congiunta che hanno indirizzato a ciascun componente del Cda di viale Mazzini, chiamato domani ad eleggere il presidente. Figura che però il governo ha appunto già individuato e indicato pubblicamente in Marcello Foa, mentre per la carica di amministratore delegato ha indicato Fabrizio Salini. Entrambi sono componenti del Cda insieme ai quattro di nomina parlamentare (Rita Borioni e Beatrice Coletti scelti dal Senato, Igor De Biasio e Giampaolo Rossi scelti dalla Camera) e a Riccardo Laganà, eletto dai dipendenti Rai.

Con la lettera a firma di Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulitti, segretario e presidente Fnsi, e da Vittorio di Trapani, segretario Usigrai, si ritiene "doveroso" richiamare alcune norme e principi generali, ormai acquisiti, sull'autonomia e l'indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo. "Questo perché - scrivono i sindacati - nei giorni scorsi è avvenuto un fatto di particolare gravità", riferendosi a quando, al termine della riunione del Consiglio dei ministri di venerdì scorso, è stata diffusa la notizia dell'"indicazione", da parte del governo, di Marcello Foa quale presidente della Rai.