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ITALIA

Il parere della Commissione di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici

Il garante sulla Rai: "Sciopero illegittimo"

In particolare, spiega l'Authority, la proclamazione "non rispetta la regola, ben nota alle organizzazioni sindacali, dell'intervallo di dieci giorni tra due scioperi che insistono sullo stesso settore"

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Roma
Era attesa per oggi la decisione dell'Authority e non si è fatta attendere. Ma il parere della Commissione di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali è negativo. È "illegittima", dunque, la mobilitazione indetta dai sindacati della Rai per il prossimo 11 giugno, contro il taglio di 150 milioni previsto dal Dl. 66/2014. Una decisione che potrebbe aprire alla possibilità di una revoca dello sciopero indetto dalle segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf Sal e Usigrai.

Le motivazioni dell'Authority
In particolare, spiega l'Authority, la proclamazione "non rispetta la regola, ben nota alle organizzazioni sindacali, dell'intervallo di dieci giorni tra due scioperi che insistono sullo stesso settore, considerata, infatti, l'azione di sciopero del sindacato Usb prevista per il prossimo 19 giugno e precedentemente comunicata". L'Autorità ha invitato, pertanto, i Sindacati proclamanti ad adeguarsi a quanto stabilito, anche alfine di non essere oggetto di provvedimenti sanzionatori.

Gubitosi: questo sciopero è un errore, Rai deve fare sacrifici
In un'intervista al Corriere della Sera il direttore generale Rai, Luigi Gubitosi, si era già detto contrario allo sciopero. "Questo sciopero è un errore ci è stato chiesto un sacrificio e lo faremo, la Rai fa parte del sistema e deve lavorare di più per essere parte del cambiamento che il Paese chiede". Sulla vendita di Raiway (la società che controlla le torri di trasmissione), Gubitosi spiega: "Si parla di svendita senza sapere il prezzo, stiamo parlando del collocamento di una quota di minoranza". Nelle sue parole, un affresco della Rai che sta ridisegnando: più che di tagli alle sedi regionali parla di "ottimizzazione", ricorda che sono già in corso tagli agli stipendi dei conduttori e che la strada della digitalizzazione è già aperta - dopo il Tg2 lo scorso anno e il Tg3 il giorno delle elezioni, ricorda Gubitosi, il 9 giugno tocca al Tg1 - così come quella per rafforzare il ruolo culturale ed educativo del servizio pubblico. Ai timori dell'Usigrai, il sindacato Rai, che teme che la mossa del governo sia un "lasciapassare per tagli al personale, il direttore generale risponde che "700 persone sono già uscite", ora bisogna ringiovanire l'azienda. 

Camusso conferma lo sciopero
La decisione dell'Authority non cambia le posizioni della leader CGIL, Susanna Camusso, che conferma lo sciopero: "Non vedo apertura a discutere da parte di sottosegretari, ministri o presidente del Consiglio". Camusso ribadisce le critiche alla scelta di cedere quote di Raiway che "rischia di trasformarsi in perdita di capacità competetitiva" e che "la Rai ha meno giornalisti delle altre aziende pubbliche in Europa, un canone più basso e una produttività più alta".

Sciopero, il no della Cisl
"La Cisl non farà ricorso al Garante e quindi non conferma lo sciopero della Rai previsto l'11 giugno". Lo rende noto il segretario della Fistel Cisl, Vito Vitale, sottolineato di voler aprire il dialogo sul futuro dell'azienda.

La posizione del sindacato dei giornalisti
L'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, invece consulterà i comitati di redazione per valutare una sospensione dello sciopero.  

Rai esclusa da tagli a società partecipate
Intanto, come già annunciato dal Governo, la Rai è stata esclusa dai tagli previsti a carico delle società partecipate dallo Stato. È stato approvato, infatti, nelle Commissioni Finanze e Bilancio del Senato un emendamento al decreto Irpef che modifica l'articolo 20 escludendo la tv pubblica.