CULTURA
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La Rai racconta l'Italia
"1924-2014. La Rai racconta l'Italia" è il titolo della mostra che sarà inaugurata il prossimo 31 gennaio nel Complesso del Vittoriano a Roma per celebrare una delle più importanti istituzioni culturali del Paese attraverso i sessanta anni della sua televisione e i novant'anni della sua radio

Continuano le manifestazioni per celebrare i novant’anni della radio e i sessant’anni della televisione da parte della Rai. Dal 31 gennaio al 30 marzo il Complesso del Vittoriano di Roma e dal 29 aprile al 15 giugno la Triennale di Milano ospiteranno la mostra ‘1924-1914. La Rai racconta l’Italia’.
Un’esposizione che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, e che si è avvalsa del contributo di un prestigioso comitato formato da Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello Sorgi, Bruno Vespa e Sergio Zavoli ed è a cura di Costanza Esclapon, direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Alessandro Nicosia, presidente di Comunicare Organizzando e di Barbara Scaramucci, direttore di Rai Teche, e e con il sostegno di Eni e di Intesa San Paolo.
Una squadra che, come sottolineato durante la presentazione nella sede Rai di viale Mazzini dal direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, rappresenta una sorta “di nazionale con i giocatori migliori di tutti i tempi. La missione della Rai non cambia: cultura, informazione e intrattenimento. Cambiano le modalità ma l’impegno resta sempre quello di rafforzare l’offerta culturale e la qualità. Ed in questo scenario rientra anche il progetto di digitalizzazione dell’archivio Rai”. Anche secondo il presidente Anna Maria Tarantola “ la qualità deve continuare a contraddistinguere l’azienda, fondata sempre sui criteri del servizio pubblico. Il filo rosso che lega tutte le manifestazioni per i sessanta anni della sua televisione e i novanta anni della sua radio non è la nostalgia ma capire quali sono le cose che possono esserci da guida per il presente e futuro”.
Il racconto della Rai e insieme del nostro immaginario collettivo non sarà una mostra auto celebrativa ma, come ha spiegato Costanza Esclapon “un percorso che possa anche raccontare ai giovani quello che è stato e un piccolo esempio di quello che possiamo essere in futuro”. Privilegiati i documenti audiovisivi che per la direttrice di Rai Teche, Barbara Scaramucci “rappresentano quanto la Rai sia una grande impresa italiana”, con miscellanee di programmi, filmati di eventi particolarmente significativi, telegiornali, annunci, programmi della tv dei ragazzi, quiz e tribune politiche, ma non solo. Perché come ha ricordato Alessandro Nicosia “sono presenti documenti d’archivio, fotografie d’epoca e opere d’arte della ricca collezione Rai che vanno da Guttuso a De Chirico, da Nespolo a Turcato”.
La storia della Rai sarà suddivisa in sezioni, ognuna con suo curatore: Piero Angela per la scienza, Piero Badaloni per la società, Bruno Pizzul per lo sport, Arnaldo Plateroti per l’economia, Emilio Ravel per lo spettacolo e l’intrattenimento, Marcello Sorgi per la radio, Bruno Vespa per la politica, Fabiana Giacomotti per i costumi.
Un’esposizione che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, e che si è avvalsa del contributo di un prestigioso comitato formato da Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello Sorgi, Bruno Vespa e Sergio Zavoli ed è a cura di Costanza Esclapon, direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Alessandro Nicosia, presidente di Comunicare Organizzando e di Barbara Scaramucci, direttore di Rai Teche, e e con il sostegno di Eni e di Intesa San Paolo.
Una squadra che, come sottolineato durante la presentazione nella sede Rai di viale Mazzini dal direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, rappresenta una sorta “di nazionale con i giocatori migliori di tutti i tempi. La missione della Rai non cambia: cultura, informazione e intrattenimento. Cambiano le modalità ma l’impegno resta sempre quello di rafforzare l’offerta culturale e la qualità. Ed in questo scenario rientra anche il progetto di digitalizzazione dell’archivio Rai”. Anche secondo il presidente Anna Maria Tarantola “ la qualità deve continuare a contraddistinguere l’azienda, fondata sempre sui criteri del servizio pubblico. Il filo rosso che lega tutte le manifestazioni per i sessanta anni della sua televisione e i novanta anni della sua radio non è la nostalgia ma capire quali sono le cose che possono esserci da guida per il presente e futuro”.
Il racconto della Rai e insieme del nostro immaginario collettivo non sarà una mostra auto celebrativa ma, come ha spiegato Costanza Esclapon “un percorso che possa anche raccontare ai giovani quello che è stato e un piccolo esempio di quello che possiamo essere in futuro”. Privilegiati i documenti audiovisivi che per la direttrice di Rai Teche, Barbara Scaramucci “rappresentano quanto la Rai sia una grande impresa italiana”, con miscellanee di programmi, filmati di eventi particolarmente significativi, telegiornali, annunci, programmi della tv dei ragazzi, quiz e tribune politiche, ma non solo. Perché come ha ricordato Alessandro Nicosia “sono presenti documenti d’archivio, fotografie d’epoca e opere d’arte della ricca collezione Rai che vanno da Guttuso a De Chirico, da Nespolo a Turcato”.
La storia della Rai sarà suddivisa in sezioni, ognuna con suo curatore: Piero Angela per la scienza, Piero Badaloni per la società, Bruno Pizzul per lo sport, Arnaldo Plateroti per l’economia, Emilio Ravel per lo spettacolo e l’intrattenimento, Marcello Sorgi per la radio, Bruno Vespa per la politica, Fabiana Giacomotti per i costumi.