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USA2020

Presidenziali storiche

Usa 2020: Biden e Trump, due presidenti da record

Biden e le urne registrano numeri mai visti dal 1908, Trump un risultato unico per un perdente. Il tycoon continua intanto la sua battaglia contro il conteggio dei voti, faro su Georgia, Michigan e Wisconsin. Il suo legale, Rudolph Giuliani, accusa Biden di aver preparato i brogli in anticipo aiutato dai gruppi antifa, dalla Clinton Foundation, dalla mafia di Philadelphia e perfino da Hugo Chavez

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Joe Biden si appresta a raggiungere la soglia degli 80 milioni di voti ricevuti durante l'ultima elezione presidenziale negli Usa. Si tratta di un record, così come è da record l'affluenza elettorale, pari al 65% degli aventi diritto, un numero che non si registrava dal 1908. E devono ancora aggiungersi Stati come la California e New York, i quali non hanno ancora finito di contare tutte le schede elettorali. Tuttavia, anche Donald Trump può vantare un record di voti per un candidato perdente: oltre 73 milioni e mezzo di preferenze.

E il tycoon non demorde. "Quasi ZERO voti annullati in Georgia. Negli anni passati erano quasi il 4%. Non è possibile" scrive su Twitter il presidente americano, mentre le autorità della Georgia si accingono ad annunciare l'esito del riconteggio a mano delle schede elettorali. "Migliaia di voti non contati sono scoperti nelle contee della Georgia" aggiunge Trump, sottolineando che "quando ci sarà la partita molto più importante delle firme, lo Stato diventerà repubblicano, e molto rapidamente".

Le autorità della Georgia hanno quasi completato il conteggio a mano, contea per contea, dei circa cinque milioni di voti. Secondo quanto precisato ieri da un funzionario della segreteria di stato locale, Gabriel Sterling, sono state riscontrate discrepanze solo in quattro contee, che hanno ridotto di poco il vantaggio di Biden, sceso da 14.156 a 12.781 voti. Lo Stato ha tempo fino a domani per certificare i risultati elettorali. 

La Commissione elettorale del Wisconsin, inoltre, ha accettato di ricontare più di 800.000 voti espressi in due contee fortemente democratiche. Il via libera emanato dalla Commissione, e richiesto dalla legge dopo che Trump ha pagato 3 milioni di dollari per il riconteggio, è stato approvato dopo un dibattito durato oltre cinque ore. Il riconteggio nelle contee di Milwaukee e Dane, dove Biden ha battuto Trump con un margine di oltre 2 a 1, inizierà venerdì e dovrà essere ultimato entro il 1 dicembre. Biden ha vinto in tutto lo stato con 20.608 voti. La campagna di Trump ha citato "irregolarità" nelle contee, sebbene non siano state presentate prove di attività illegali.

C'è poi il fronte Michigan. L'avvocato di Trump, Rudy Giuliani, ha annunciato che il comitato elettorale del presidente rinuncia alla causa legale intentata contro i risultati elettorali nello Stato. La causa è stata ritirata perché il consiglio della contea di Wayne, dove Biden guidava la corsa su Trump ha certificato i risultati elettorali e concluso definitivamente la conta dei voti. Il comitato aveva registrato un notevole vantaggio del candidato democratico e ne aveva annunciato la vittoria prima della conclusione dello spoglio. I due repubblicani del consiglio avevano protestato e si erano rifiutati di certificare il risultato. Alla fine registrando il vantaggio avevano certificato il voto, ma ieri avevano chiesto che i loro voti venissero revocati, una richiesta impossibile da eseguire una volta concluso lo spoglio e registrati i risultati. La contea di Wayne è l'area più popolosa del Michigan e ha votato in modo schiacciante per Biden su Trump, con il 68% a favore dei democratici e il 31% per i repubblicani. Trump, martedì sera aveva chiamato al telefono i due esponenti repubblicani che si erano opposti alla certificazione.

Giuliani, incaricato di guidare la battaglia dei ricorsi legali contro la vittoria di Biden, e Jenna Ellis, consigliere legale della campagna del presidente, hanno tenuto oggi a Washington una conferenza stampa per presentare "un chiaro e fattibile cammino verso la vittoria", ha twittato il tycoon, aggiungendo che "tutti i pezzi stanno andando al loro posto".

La frode con la quale i democratici avrebbero rubato la vittoria elettorale al presidente Usa uscente ha potuto contare sull'appoggio di "giudici amici dalle opinioni irrazionali" ha dichiarato Giuliani, che è tornato a denunciare "un piano da una sede centralizzata per attuare frodi concentrate sulle grandi città controllate dai democratici", città "con una storia di corruzione". Secondo l'ex sindaco di New York, per esempio, i casi di frode elettorale a Philadelphia "potrebbero riempire una biblioteca". Il riconteggio a mano dei voti in Georgia, ha aggiunto, "non è legittimo perché i funzionari hanno ricontato voti semplicemente illegali". E in alcuni distretti del Michigan e del Wisconsin il numero delle schede scrutinate dopo le elezioni presidenziali è stato superiore "del 100%, del 150% e in alcuni casi del 200% o del 300%".  "Il motivo per cui due repubblicani non hanno certificato il risultato del voto a Wayne County, Michigan, è la mostruosa sproporzione tra il numero di schede e il numero di residenti, bambini inclusi". 

 

Per Giuliani, la ragione per cui molti testimoni dei presunti brogli elettorali non depongono in tribunale è perché "non vogliono essere molestati, non vogliono avere le loro vite rovinate dagli scagnozzi dell'altra fazione, una cosa che noi non facciamo".  "Questo succede perché voi lo condonate, perché voi non lo condannate", ha detto rivolto ai cronisti, accusandoli di "un odio irrazionale e patologico nei confronti del presidente". Il legale del tycoon (che per l'incarico percepisce 20mila dollari al giorno) si spinge ad accusare Biden di aver preparato i brogli in anticipo: "Il 3 novembre si sono tutti svegliati e hanno avuto la stessa idea di mettere gli scrutatori repubblicani nelle tende e tenerli fuori durante lo scrutinio dei voti postali? Sono tutti venuti fuori in modo indipendente con questa idea? E' davvero una coincidenza" ha detto, "è possibile che abbiano avuto contemporaneamente la stessa idea a Pittsburgh, Philadelphia, Detroit, Milwaukee, Las Vegas e Phoenix? La conclusione logica - e un giudice concorderebbe con me - è che qualcuno avesse elaborato questo piano, la logica vuole che questo piano sia venuto dal partito democratico, sia venuto dal candidato, è evidente".

Elezioni truccate con brogli organizzati dai gruppi antifa, dalla Clinton Foundation, ma anche dalla mafia di Philadelphia. E persino Hugo Chavez, il leader venezuelano morto nel 2013, sarebbe coinvolto. Tutti hanno portato acqua al mulino di Joe Biden, secondo le tesi cospirazioniste di Giuliani e del team di avvocati di Trump.

Per il Washington Post è in atto una chiara strategia per ritardare la certificazione del voto e insinuare dubbi sulla vittoria di Biden, e questa strategia sarebbe stata messa a punto dallo stesso Giuliani insieme al controverso ex stratega della Casa Bianca, Steve Bannon

Ma le ultime settimane di Trump alla Casa Bianca rischiano di essere ricordate tra le più buie della storia americana, con una crisi politica mai vista che paralizza un Paese travolto da una pandemia senza precedenti. Il virus negli Stati Uniti ha ormai ucciso oltre 250mila persone, a un ritmo di quasi 2.000 vittime al giorno nell'ultima settimana. I contagi dall'inizio dell'emergenza sanitaria sono quasi 12 milioni, con un boom di casi negli ultimi dieci giorni. E per esperti del calibro di Anthony Fauci negli Usa, a differenza dell'Europa, potrebbe trattarsi ancora di una coda della prima ondata. Probabilmente lo scotto da pagare per non aver mai adottato un vero lockdown a livello nazionale. 

Di fronte a un simile scenario, lo stallo politico che produce l'assenza di una risposta federale forte e determinata si fa intollerabile. Biden resta ancora 'sospeso'. Il presidente eletto ha nuovamente chiesto all'agenzia federale indipendente General Services Administration di "riconoscere" la sua vittoria e "favorire una transizione morbida" tra l'amministrazione in carica e quella che si insedierà ufficialmente il 20 gennaio 2021.

"Uno dei problemi che abbiamo ora - ha detto Biden, parlando a un incontro pubblico con i lavoratori della sanità - è l'impossibilità che l'amministrazione riconosca il risultato elettorale. La legge stabilisce che il General Services Administration ha il potere di riconoscere chi ha vinto, in modo da dargli accesso a tutti i documenti necessari in possesso del governo. Non richiede che ci sia un vincitore assoluto, ma un apparent winner", il vincitore apparente indicato, emerso dallo spoglio dei voti. L'amministratrice dell'agenzia federale, Emily Murphy, scelta dal presidente Donald Trump, finora si è rifiutata di riconoscere Biden come vincitore. 

Alcuni membri del transition team del presidente eletto incontreranno le commissioni del Congresso presto per ottenere più informazioni rispetto a dossier chiave, scrive Bloomberg, citando due persone a conoscenza degli incontri. Incontrare le commissioni parlamentari, come per primo ha rivelato il Wall Street Journal, è uno dei modi che il transition team sta usando per aggirare gli ostacoli posti dall'amministrazione Trump.

Biden non perde comunque tempo. La sua amministrazione potrebbe portare alla Casa Bianca la prima portavoce afroamericana della storia. In pole position, anche per il ruolo di direttore delle comunicazioni, ci sono infatti due nomi: Karine Jean-Pierre, ex capo dello staff della campagna di KamalaHarris, e Symone Sanders, uno dei consiglieri della campagna di Biden. In lizza per il posto di portavoce anche Kate Bedingfield, che ha diretto la comunicazione della campagna del presidente eletto. La decisione potrebbe arrivare la prossima settimana. Qualunque sia la scelta, la volontà espressa più volte da Biden è quella di ripristinare il tradizionale briefing quotidiano con la stampa mandato in soffitta da Donald Trump.