Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Raid-aerei-e-offensiva-terrestre-in-Siria-Cinque-soldati-turchi-sono-uccisi-Usa-pensano-a-sanzioni-688bc539-0865-4f1e-bca3-df0e947f40b3.html | rainews/live/ | true
MONDO

Il conflitto

Continua l'operazione militare turca in Siria. Erdogan: se Ue ci ostacola mandiamo i profughi

È stallo al consiglio di sicurezza Onu, nessuna dichiarazione comune. Unhcr: decine migliaia in fuga da aree conflitto. Conte: inaccettabile ricatto su rifugiati. Macron: azione Turchia costituisce rischio umanitario per milioni di persone. Trump propone mediazione Usa per accordo Turchia-curdi

Condividi
Ras al Ayn, Siria (AP Photo)

Se l'Ue ci accuserà di "occupazione" della Siria e ostacolerà la nostra "operazione" militare, "apriremo le porte a 3,6 milioni di rifugiati e li manderemo da voi". Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando ai leader provinciali del suo partito, Akp (Partito della giustizia e dello sviluppo). A meno di 24 ore dall'inizio dell'operazione militare "Fonte di pace" nel nord-est della Siria, "109 terroristi sono stati uccisi" dai raid della Turchia, ha detto il presidente turco.

La Turchia ha affermato in una lettera al Consiglio di Sicurezza Onu che la sua operazione militare sarebbe "proporzionata, misurata e responsabile". "L'operazione prenderà di mira solo terroristi e i loro nascondigli, rifugi, armi ed equipaggiamenti", si legge ancora nel documento, di cui l'Ansa ha avuto visione, precisando che vengono "adottate tutte le precauzioni per evitare danni collaterali alla popolazione civile". Nella lettera inviata da Ankara al Consiglio di Sicurezza Onu, si afferma che "i negoziati con gli Usa su una zona di sicurezza rimangono inconcludenti".   

È stallo al Consiglio di sicurezza dell'Onu
Il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito a trovare un'intesa per una dichiarazione comune sull'offensiva della Turchia in Siria. Da una parte sei Paesi europei - Germania, Belgio, Francia, Polonia, Gran Bretagna ed Estonia - che hanno proposto appunto una dichiarazione congiunta in cui chiedere l'immediata cessazione delle attività militari di Ankara, avviate unilateralmente. Dall'altra, la Russia e gli Stati Uniti, che hanno mostrato dissenso alla posizione europea. A detta di Vassilij Nebentsja, ambasciatore di Mosca presso le Nazioni Unite, una dichiarazione del consiglio dovrebbe affrontare temi "più ampi", tra cui la presenza di altre forze straniere in Siria.

Trump propone mediazione Usa per accordo Turchia-curdi 
Il presidente Donald Trump propone la mediazione degli Usa per un accordo tra la Turchia e i curdi. La proposta è stata indicata da Trump via Twitter.


Esercito turco prende controllo di 11 villaggi
Dopo i bombardamenti aerei di ieri, la giornata di oggi ha visto protagonisti gli scontri via terra. Scattato, con il ritiro americano, il semaforo verde per l'intervento, i turchi hanno cominciato dalle città di Tel Abyad e Ras al Ayn e da valichi di frontiera in prossimità del nord est e nord ovest di entrambi i centri, tra i più importanti dell'area. L'esercito è penetrato nel territorio del Paese confinante dalla tarda serata di ieri, sfondando attraverso quattro diversi punti e prendendo gradualmente il controllo di 11 villaggi, tutti situati nei dintorni delle due città. Un fronte esteso per il momento pochi chilometri di profondità, ma 120 km di lunghezza. All'offensiva si sono uniti ufficialmente alcuni dei 14 mila uomini dell'esercito libero siriano (Els), intervenuto nell'area di Tel Abyad nella tarda mattinata di oggi. Il ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha specificato questa sera che il piano per costituire una safe zone da parte della Turchia prevede il controllo di un'area di  profonda "non meno di 30 chilometri" ed estesa per "almeno 400 chilometri".



Usa all'Onu: non sosteniamo offensiva turca
La Turchia "è ora responsabile della sicurezza dei cristiani e di altre minoranze in Siria" e "dovrà garantire che tutti i combattenti dell'Isis detenuti restino in prigione". Lo ha detto l'ambasciatore Usa all'Onu, Kelly Craft, al termine delle consultazioni al Consiglio di sicurezza dell'Onu". Kelly ha sottolineato che gli Stati Uniti "non appoggiano" l'offensiva di Ankara contro i curdi nel nord della Siria.

Onu: decine migliaia in fuga da aree conflitto
Con l'escalation del conflitto in Siria decine di migliaia di civili sono in fuga dalle zone di combattimento. Si legge in una nota dell'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, che chiede alle parti di rispettare il diritto internazionale umanitario. "I civili e le infrastrutture civili non devono essere un obiettivo" raccomanda l'Alto Commissario dell'Onu per i rifugiati Filippo Grandi.

Ue all'Onu: Turchia fermi l'offensiva
"Siamo profondamente preoccupati per l'operazione militare turca nel nordest della Siria e chiediamo ad Ankara di cessare l'azione militare unilaterale". Lo hanno detto in un comunicato congiunto i membri europei del consiglio di sicurezza Onu. "Le rinnovate ostilità armate comprometteranno ulteriormente la stabilità dell'intera regione, esacerberanno le sofferenze dei civili e provocheranno ulteriori spostamenti che aumenteranno ancora il numero di rifugiati e sfollati", hanno precisato.

Cinque soldati turchi sono stati uccisi nelle ultime ore in scontri con le forze curdo-siriane nel nord-est della Siria. Lo affermano le forze curdo-siriane citate dalla tv panaraba al Arabiya. Le stesse forze curde affermano di essere in possesso delle salme dei militari turchi uccisi. Le informazioni non possono essere verificate in maniera indipendente sul terreno. 

Mortai curdi in Turchia, bilancio morti sale a 6
Si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime in Turchia dei razzi e colpi di mortaio sparati dalle zone sotto controllo curdo nel nord-est della Siria, in risposta all'offensiva militare lanciata ieri da Aankara. Altri 2 civili hanno perso la vita, portando a 6 il totale dei morti in poco più di 24 ore. Le vittime, tra cui un bimbo rifugiato siriano di 9 mesi, si registrano nelle località di frontiera di Akcakale, Ceylanpinar e Nusaybin. I feriti sono al momento 70.

La Turchia ha bombardato la scorsa notte una prigione in cui sono detenuti miliziani dell'Isis "di oltre 60 Paesi" durante i suoi attacchi nel nord-est della Siria. Lo denunciano le Forze democratiche siriane (Fds) a guida curda, secondo cui si tratta di "un chiaro tentativo" di favorire la fuga dei jihadisti. 

Il regime di Damasco è scosso al suo interno da una serie di 'epurazioni' senza precedenti contro influenti imprenditori e uomini d'affari vicini al potere siriano, tra cui lo zio della first lady Asma al Assad. Secondo l'autorevole portale The Syria Report, la Banca Centrale ha congelato i conti di 8 imprenditori tra cui Tarif al Akhras, zio della moglie del presidente. La notizia conferma il 'terremoto' in corso negli equilibri del potere politico ed economico nel Paese, che potrebbe avere un impatto sul presidente Assad.     

Miliziani affiliati all'Isis hanno attaccato nelle ultime ore forze curdo-siriane nella zona di confine con la Turchia dove è in corso l'offensiva turca. Lo riferiscono fonti curdo-siriane vicine all'amministrazione autonoma curda del nord-est siriano. Secondo le fonti, gli scontri sono in corso a sud di Ras al Ayn. Non è possibile verificare in maniera indipendente le informazioni provenienti dalle parti coinvolte nel conflitto.

L'esercito Usa ha preso in custodia due detenuti britannici, noti per i loro ruoli in una cellula dell'Isis che torturò e uccise ostaggi occidentali, portandoli in una sua base irachena dopo averli prelevati da una prigione di guerra in Siria settentrionale gestita dalla milizia curda, in seguito all'invasione turca del Paese. Si tratta di El Shafee Elsheikh e Alexanda Kotey, membri di una cellula di quattro britannici soprannominata 'Beatles' e ritenutare sponsabile anche della decapitazione del giornalista James Foley.     
Iniziativa bipartisan al Senato per imporre sanzioni alla Turchia se non ritira il suo esercito dalla Siria nella sua operazione contro le forze curde. L'obiettivo è imporre all'amministrazione Trump di congelare i beni in Usa dei più alti dirigenti turchi, compreso il presidente Erdogan e i suoi ministri degli esteri, della difesa, delle finanze, del commercio e dell'energia. Le misure punitive colpirebbero anche le entità straniere che vendono armi ad Ankara, come pure il settore energetico turco. 

Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, in un'intervista alla Pbs ha dichiarato che gli Stati Uniti non hanno mai dato il loro via libera alla Turchia perché attaccasse i curdi in Siria. "Gli Usa non hanno dato il disco verde alla Turchia".

Donald Trump ha detto di "amare" i curdi ma oggi ha voluto fare una precisazione, sostenendo che "non hanno aiutato" gli Usa nella Seconda guerra mondiale e nello sbarco in Normandia. "I curdi si battono per la loro terra", ha proseguito il presidente americano, sottolineando che comunque gli Stati Uniti hanno fornito loro una grande quantità di soldi, munizioni ed armi. "Detto questo, amiamo i curdi", ha aggiunto. 

Di Maio convoca ambasciatore turco in Italia
Il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, ha convocato alla Farnesina dell'Ambasciatore della Turchia in Italia. "Nel riaffermare l'importanza della cessazione di ogni azione unilaterale - si legge in una nota, riferendosi all'evolversi della situazione in Siria -  l'Italia ribadisce che l'unica strada percorribile per una  soluzione duratura alla crisi siriana è rappresentata dal processo politico in corso  sotto gli auspici delle Nazioni Unite". Come governo italiano "chiediamo al governo turco di cessare immediatamente l'offensiva perché non è assolutamente accettabile che si utilizzi la forza e che si continui a mettere a repentaglio la vita del popolo siriano. L'unica strada possibile da seguire è quella delle Nazioni Unite". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a margine della Conferenza Italia - America Latina. "Lunedì abbiamo il consiglio dei ministri degli Affari esteri europei e sarà molto importante uscire da quel consiglio e dai successivi con una sola voce: l'Italia chiederà di agire con una sola voce anche attraverso l'utilizzo di misure nei confronti della Turchia che l'invitino a tornare indietro rispetto all'offensiva che ha deciso di muovere".  "Quel che sta accadendo in Siria, l'offensiva turca, la negazione dei diritti delle popolazioni locali e del popolo curdo, le morti di civili: tutto questo è inaccettabile e non possiamo voltarci dall'altra parte". È quanto afferma Luigi di Maio sulla sua pagina Facebook. "L'Italia, lo ribadisco, condanna l'iniziativa di Ankara e per questo motivo poco fa ho dato disposizione di convocare al ministero degli Esteri l'ambasciatore turco", afferma il ministro degli Esteri.

Conte: inaccettabile ricatto su rifugiati
Sulla vicenda Siria-Turchia, "non possiamo accettare che ci possa essere un ricatto tra l'accoglienza data a tutti i rifugiati siriani dalla Turchia, con supporto finanziario europeo, e questa iniziativa militare unilaterale". Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervistato dal Tg3.



Russia per dialogo tra Siria e Turchia
L'operazione militare della Turchia nel nordest della Siria è il risultato delle azioni degli Stati Uniti in quell'area, ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, citato da Interfax. La Russia promuoverà il dialogo "tra Damasco e Ankara" alla luce dell'operazione turca in Siria, ha detto Lavrov. "Abbiamo motivi per credere che soddisferà gli interessi di entrambe le parti", ha affermato Lavrov. Allo stesso tempo la Russia "promuoverà i contatti tra Damasco e i gruppi curdi che rinunciano all'estremismo e alle tattiche terroristiche", ha affermato. Lo riporta Interfax.

Macron: azione Turchia costituisce rischio umanitario per milioni di persone'
"L'azione della Turchia fa correre un rischio umanitario a milioni di persone". E' quanto scrive Emmanuel Macron in un tweet in cui ribadisce la sua "ferma condanna dell'offensiva militare unilaterale che in corso in Siria". E torna a chiedere "alla Turchia di mettervi fine al più presto possibile".


Macron a Turchia: fermare subito le ostilità
L'offensiva della Turchia nel nord della Siria "rischia di aiutare l'Isis a ricostruire il suo califfato". Lo ha detto il presidente francese, Emmanuel Macron, tornando a condannare "con la più grande fermezza l'offensiva militare unilaterale in Siria" ed invitando il governo di Ankara a "porvi fine il più rapidamente possibile". "Questo rischio di aiutare l'Isis a ricostruire il suo califfato, è la responsabilità che si assume la Turchia", ha avvertito il leader francese nel corso di una conferenza stampa a Lione.

Francia chiede riunione coalizione anti-Isis
"La Francia chiede una riunione della coalizione internazionale anti-Isis per mettere ognuno davanti alle proprie responsabilità. È in gioco la nostra sicurezza, messa in pericolo dall'offensiva turca": lo ha detto questa sera, al telegiornale delle 20 su France 2, il ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian. "L'offensiva turca - ha aggiunto il ministro - è estremamente grave poiché rimette in discussione 5 anni di lotta contro l'Isis".

"Israele condanna con forza l'invasione militare da parte della Turchia delle regioni curde in Siria e mette in guardia da una pulizia etnica dei curdi da parte dei turchi o dei loro fiancheggiatori. Israele compirà ogni sforzo possibile per garantire aiuti umanitari al coraggioso popolo curdo". Lo ha affermato il premier Benyamin Netanyahu in un primo commento ufficiale da parte di Israele sulla operazione militare lanciata ieri dalla Turchia in Siria.