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MONDO

Lotta al terrorismo

Raid sulla Siria e retate: la Turchia dichiara guerra all'Isis. Nel mirino anche le formazioni curde

Lanciati bombardamenti su postazioni jihadiste con l'impiego di aerei F-16. Dopo una telefonata tra il presidente Usa Obama e quello turco Erdogan, concesso alla coalizione l'uso della strategica base di Incirlik

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Ankara (Turchia)
Svolta nella guerra internazionale all'Isis: la Turchia per la prima volta ha bombardato postazioni jihadiste nel nord della Siria, nell'ambito di una vasta operazione anti-terrorismo che ha portato a retate anche contro militanti curdi e tutti i "nemici" che mettono a rischio la sicurezza del Paese.

Raid e retate 
F-16 di Ankara nella notte hanno "completamente distrutto" nella notte quattro postazioni dell'Isis uccidendo 35 jihadisti. Nelle stesse ore le forze di sicurezza turche hanno compiuto retate in 16 province, arrestando 297 individui sospettati di appartenere a varie organizzazioni terroristiche, tra cui Abu Hanzala, importante leader di Al Qaeda. Una squadriglia di caccia-bombardieri turchi ha colpito gli obiettivi dell'Isis dallo spazio aereo di Ankara, senza penetrare in quello siriano. Una rappresaglia per l'uccisione di un militare di Ankara al confine con la Siria e per la strage di lunedì scorso a Suruc, in cui un kamikaze aveva ucciso 32 giovani turchi e curdi. Nelle stesse ore dei raid, 5mila agenti di polizia, con elicotteri e forze speciali, hanno effettuato irruzioni in 26 quartieri di Istanbul, in oltre 100 edifici sospettati di ospitare jihadisti dell'Isis e dei miliziani curdi del Pkk.
 
L'annuncio di Erdogan 
Gli attacchi degli F-16 contro l'Isis rappresentano "un passo diverso" che Ankara ha dovuto intraprendere a causa dei "cambiamenti nel nord della Siria", ha spiegato Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco ha aggiunto che la base aerea turca di Incirlik potrà essere impiegata dalla coalizione anti-Isis, sia pure "in una certa cornice" di regole, a conferma dell'impegno assunto con il presidente Usa Barack Obama di combattere insieme contro la minaccia del Califfato. Commentando le retate antiterrorismo, il presidente turco ha assicurato che proseguiranno le "azioni decisive" contro l'Isis e i militanti curdi e di sinistra che dovranno deporre le armi o "pagarne le conseguenze".

Base strategia per la coalizione 
L'uso di Incirlik, costruita dagli americani nel 1951 e che ospita truppe turche, americane e britanniche e decine di aerei da guerra, rappresenta una svolta nella strategia Usa contro l'Isis, perché è molto più vicina alla roccaforte dei jihadisti a Raqqa ed è la più grande base Usa nella regione. Era stata usata contro Saddam Hussein nella prima Guerra del Golfo del 1991, ma finora il governo turco aveva sempre opposto un netto rifiuto richiesta di  usarla per far decollare gli aerei da guerra della coalizione a guida Usa che dallo scorso 23 settembre bombardano le roccaforti Isis in Siria. Ora i due attacchi a opera dei jihadisti contro cittadini turchi hanno fatto cambiare idea a Erdogan, finora accusato di aver invece favorito il gruppo del califfo Abu Bakr al Baghdadi, pur di ottenere la caduta di Bashar Assad.