ITALIA
Ministro Galletti: "Bisogna cambiare lo stile di vita di tutto un Paese"
Rapporto Legambiente: "In Italia l'81,2% dei comuni è in aree a rischio di dissesto idrogeologico"
Dal 2010 1l 2015 le sole inondazioni- secondo i dati del Cnr - hanno provocato in Italia la morte di 140 persone e l'evacuazione di oltre 32mila cittadini

"Le città italiane fanno ormai i conti con condizioni atmosferiche inedite e violente. Non possiamo quindi più far finta di niente, bisogna agire e io da solo non posso risolvere il problema: è una battaglia durissima perchè bisogna cambiare lo stile di vita di tutto un Paese e quindi ho veramente bisogno di tutti per farlo, dal governo ai Comuni e alle Regioni, alle associazioni". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, intervenendo alla presentazione del dossier "Le città italiane alla sfida del clima", realizzato da Legambiente in collaborazione con il ministero. "Non basta un decreto o un disegno di legge", ha sottolineato Galletti ricordando che "ci sono già 800 milioni a disposizione delle Regioni, immediatamente spendibili. Certo - ha ammesso il ministro - ci servirebbero maggiori risorse ma vi garantisco che i soldi sono soltanto uno dei problemi e per quest'anno lo abbiamo risolto".
I numeri del dossier
In Italia l'81,2% dei comuni è in aree a rischio di dissesto idrogeologico, con quasi 6 milioni di persone che vivono in zone a forte rischio idrogeologico. E' quanto emerge dal rapporto nel quale si evidenzia come molte grandi città italiane hanno visto ripetersi negli anni fenomeni meteorologici estremi che hanno provocato non solo danni alle infrastrutture e agli edifici ma anche morti e feriti. Tra il 1944 ed il 2012 sono stati spesi 61,5 miliardi di euro solo per i danni provocati dagli eventi estremi nel territorio italiano. Secondo i dati di 'Italia sicura', l'Italia è tra i primi Paesi al mondo per risarcimenti e riparazioni di danni da eventi di dissesto: circa 3,5 miliardi all'anno dal 1945 in poi. Dal 1950 a oggi abbiamo contato 5.459 vittime in oltre 4.000 eventi tra frane e alluvioni. Questi dati dimostrano anche - sottolinea il rapporto - che c'è stato un cambiamento nella quantità e intensità dei fenomeni di pioggia, che sempre più spesso si concentra in pochi minuti con quantitativi di acqua che mediamente dovrebbero scendere in diversi mesi o in un anno, e che quindi c'è bisogno di attivare un sistema di risposta più efficace, in base alle caratteristiche dei diversi territori, a volte condizionati da fenomeni di dissesto idrogeologico, altre dalle conseguenze di una gestione disinvolta del consumo di suolo, dell'edilizia o della rete di smaltimento delle acque. Negli ultimi 5 anni - si legge ancora nel dossier - sono stati 91 i giorni di stop a metropolitane e treni urbani nelle principali città italiane; 43 invece i giorni di blackout elettrici dovuti sempre al maltempo.
Legambiente: urge cambio radicale in scelte urbanistiche
"I cambiamenti climatici stanno determinando impatti sempre più evidenti nelle nostre città con rischi per le persone e le infrastrutture resi ancor più drammatici dal dissesto idrogeologico, da scelte urbanistiche sbagliate e dall'abusivismo edilizio. Urge pertanto un cambio radicale delle scelte urbanistiche da parte dei Comuni". Lo ha detto la presidente nazionale di Legambiente, Rosella Muroni, alla presentazione del dossier. "Serve anche un cambio di passo nelle politiche - ha proseguito Muroni - con piani di intervento e risorse per l'adattamento al clima, come ci chiede l'Unione europea. Occorre fermare il consumo di suolo e riqualificare gli spazi urbani, le aree verdi e gli edifici per aumentare la resilienza nei confronti di piogge e ondate di calore. Senza dimenticare che, come sta avvenendo in questi giorni, la mancanza di piogge legata ai mutamenti climatici incide sulle concentrazioni di inquinanti e smog nelle nostre città. L'esatta conoscenza delle zone urbane a maggior rischio è allora molto utile per pianificare e ottimizzare gli interventi durante le emergenze e per indirizzare l'assistenza, oltre che per realizzare interventi di adattamento che reintroducano alberi e prati al posto di superfici asfaltate". Insomma, ha concluso la numero uno di Legambiente - "le città sono i luoghi dove la sfida del cambiamento climatico può diventare una straordinaria occasione" per migliorare".
I numeri del dossier
In Italia l'81,2% dei comuni è in aree a rischio di dissesto idrogeologico, con quasi 6 milioni di persone che vivono in zone a forte rischio idrogeologico. E' quanto emerge dal rapporto nel quale si evidenzia come molte grandi città italiane hanno visto ripetersi negli anni fenomeni meteorologici estremi che hanno provocato non solo danni alle infrastrutture e agli edifici ma anche morti e feriti. Tra il 1944 ed il 2012 sono stati spesi 61,5 miliardi di euro solo per i danni provocati dagli eventi estremi nel territorio italiano. Secondo i dati di 'Italia sicura', l'Italia è tra i primi Paesi al mondo per risarcimenti e riparazioni di danni da eventi di dissesto: circa 3,5 miliardi all'anno dal 1945 in poi. Dal 1950 a oggi abbiamo contato 5.459 vittime in oltre 4.000 eventi tra frane e alluvioni. Questi dati dimostrano anche - sottolinea il rapporto - che c'è stato un cambiamento nella quantità e intensità dei fenomeni di pioggia, che sempre più spesso si concentra in pochi minuti con quantitativi di acqua che mediamente dovrebbero scendere in diversi mesi o in un anno, e che quindi c'è bisogno di attivare un sistema di risposta più efficace, in base alle caratteristiche dei diversi territori, a volte condizionati da fenomeni di dissesto idrogeologico, altre dalle conseguenze di una gestione disinvolta del consumo di suolo, dell'edilizia o della rete di smaltimento delle acque. Negli ultimi 5 anni - si legge ancora nel dossier - sono stati 91 i giorni di stop a metropolitane e treni urbani nelle principali città italiane; 43 invece i giorni di blackout elettrici dovuti sempre al maltempo.
Legambiente: urge cambio radicale in scelte urbanistiche
"I cambiamenti climatici stanno determinando impatti sempre più evidenti nelle nostre città con rischi per le persone e le infrastrutture resi ancor più drammatici dal dissesto idrogeologico, da scelte urbanistiche sbagliate e dall'abusivismo edilizio. Urge pertanto un cambio radicale delle scelte urbanistiche da parte dei Comuni". Lo ha detto la presidente nazionale di Legambiente, Rosella Muroni, alla presentazione del dossier. "Serve anche un cambio di passo nelle politiche - ha proseguito Muroni - con piani di intervento e risorse per l'adattamento al clima, come ci chiede l'Unione europea. Occorre fermare il consumo di suolo e riqualificare gli spazi urbani, le aree verdi e gli edifici per aumentare la resilienza nei confronti di piogge e ondate di calore. Senza dimenticare che, come sta avvenendo in questi giorni, la mancanza di piogge legata ai mutamenti climatici incide sulle concentrazioni di inquinanti e smog nelle nostre città. L'esatta conoscenza delle zone urbane a maggior rischio è allora molto utile per pianificare e ottimizzare gli interventi durante le emergenze e per indirizzare l'assistenza, oltre che per realizzare interventi di adattamento che reintroducano alberi e prati al posto di superfici asfaltate". Insomma, ha concluso la numero uno di Legambiente - "le città sono i luoghi dove la sfida del cambiamento climatico può diventare una straordinaria occasione" per migliorare".