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ITALIA

La decisione del Gup

Ravenna. 30 anni per l’ex infermiera che uccise un paziente

I fatti risalgono al marzo del 2014. La donna è in attesa del processo d'appello-ter per la morte di un'altra degente di 78 anni

 

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Omicidio pluriaggravato. Con questa accusa Daniela Poggiali, ex infermiera dell'Ausl Romagna, è stata condannata a 30 anni di carcere.
La donna, con una iniezione di potassio, uccise un suo paziente, Massimo Montanari, di 95 anni ricoverato nell’ospedale di Lugo, vicino Ravenna. I fatti risalgono al 12 marzo 2014.
L’uomo mori la notte prima delle sue dimissioni.

Nel rito abbreviato davanti al gup, Janos Barlotti, del tribunale di Ravenna, ha accolto la richiesta dell’ergastolo chiesta dai pm Aalessandro Mancini e Angela Scorsa. La donna non era in aula. Le motivazioni saranno pronte tra 90 giorni.
 
La storia
In base a quanto ricostruito dall'accusa, il 95enne Montanari era stato uno dei datori di lavoro dell'allora compagno di Daniela Poggiali la quale avrebbe pronunciato, davanti a una segretaria durante una pratica infortunistica dell'ex convivente, una frase minacciosa ritenuta come prova della premeditazione del delitto. "State attenti te e Montanari a non capitarmi tra le mani", avrebbe detto l'ex infermiera romagnola in base alla testimonianza resa durante il processo di primo grado in Corte d'Assise per l'omicidio di un'altra sua paziente, la 78enne Rosa Calderoni per cui Poggiali ora attende l'appello-ter così come deciso dalla Corte di Cassazione che ha annullato i due procedimenti precedenti.
 
I processi
Daniela Poggiali è già stata condannata all'ergastolo, incarcerata e poi assolta in appello per insufficienza di prove. Gli avvocati della difesa della 48enne, sostengono da sempre la sua innocenza. Ausl Romagna si è costituita parte civile diversamente dai parenti di Montanari che hanno scelto di non procedere.

Il Procuratore: attenzione estrema
“Siamo sempre stati certi della responsabilità dell'indagata: per questo esprimiamo soddisfazione ma solo di tipo processuale". È quanto ha detto il Procuratore capo di Ravenna Alessandro Mancini dopo la condanna di Daniela Poggiali per l'omicidio di un suo paziente. "Da parte dell'ufficio - ha proseguito Mancini - c'è stata una attenzione estrema su 38 casi sospetti", tutti relativi a pazienti deceduti all'ospedale di Lugo quando c'era di turno la Poggiali. Tra questi, la scelta è stata quella di portare a processo "il caso odierno sul quale abbiamo raccolto elementi che riteniamo incontrovertibili".