MONDO
Dieci missili partiti da Gaza prima dello stop alle 72 ore di stop alle ostilità
La tregua è finita, ripartono i razzi. Netanyahu all'esercito: rispondete
Raid di Israele sulla Striscia provoca una forte esplosione: muore un bambino palestinese. Nulla di fatto ai negoziati al Cairo per il prolungamento del cessate il fuoco, Hamas dice no e Israele abbandona il tavolo

È un bimbo palestinese di dieci anni la prima vittima della nuova escalation di tensione tra Hamas e Israele. Il piccolo, riferiscono fonti sanitarie dell'ospedale di Gaza, è morto nel raid israeliano partito dopo la conclusione della tregua di 72 ore accordata dalle parti e terminata alle 8 di questa mattina.
La fine della tregua
Le incursioni aeree da parte di Israele su Gaza City sono riprese dopo il lancio di razzi da parte di Hamas già prima dello scadere del cessate il fuoco. Il raid ha provocato un'enorme esplosione.
Netanyahu all'esercito: rispondete
A Gerusalemme, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha parlato di "forzata" risposta al fuoco da Gaza, riferendosi alla decina di razzi palestinesi che sarebbero partiti dalla Striscia. L'esercito in un comunicato ha spiegato di aver colpito "centrali del terrorismo".
"Colpiti siti terroristici"
"Questa mattina a seguito del rinnovato lancio di razzi su Israele, l'esercito ha colpito siti terroristici nella Striscia'', ha spiegato il portavoce Peter Lerner secondo cui ''la cattiva decisione di Hamas di infrangere il cessate il fuoco, sarà perseguita''. ''Continueremo - ha aggiunto - a colpire Hamas, le sue infrastrutture i suoi
operativi e riporteremo la sicurezza per lo stato di Israele''.
Razzi su Israele
Il cessate il fuoco tra Hamas e Israele, scattato martedì, doveva durare fino alle 8 ora locali, le 7 in Italia, ma le 72 ore di pace non sono state rispettate fino in fondo. Due razzi sono partiti da Gaza verso il sud di Israele quando mancavano 180 minuti alla scadenza dello stop alle ostilità, ha fatto sapere l'esercito con un messaggio ai giornalisti. Su Twitter i militari hanno precisato che non ci sono state vittime.
La jihad islamica rivendica
Subito dopo le 8 del mattino un'altra decina razzi sarebbero partiti verso lo Stato ebraico. Almeno uno, secondo una portavoce dell'esercito, è stato intercettato su Ashkelon, 50 km a sud di Tel Aviv, e diversi altri sono caduti in zone aperte. In uno scarno comunicato ai media la jihad islamica si è assunta la responsabilità del lancio.
La reazione dello Stato ebraico
Israele ha dispiegato nuovamente le sue truppe. La divisione della difesa civile dell'esercito ha ripreso le misure di emergenza in un raggio di 40 chilometri attorno a Gaza, riaperto i rifugi e proibito le concentrazioni di persone in un raggio di 80 km. Mentre risuonano nuove sirene di allarme per l'arrivo di missili nel sud del Paese.
Migliaia di palestinesi lasciano le loro case
E intanto migliaia di palestinesi hanno iniziato ad abbandonare le loro case, nella parte orientale di Gaza City. Sul fronte diplomatico Hamas, già prima dello stop alla tregua, aveva annunciato che non avrebbe prolungato ulteriormente il cessate il fuoco di 72 ore con Israele nella Striscia come aveva proposto la mediazione egiziana a lavoro da giorni al Cairo. Il movimento islamista ha detto no perché Israele ha rifiutato di accettare le sue richieste.
La mediazione egiziana
E mentre in Egitto si cerca ancora una soluzione, Israele fa sapere che non intende continuare i negoziati sotto il fuoco. Lo scrive Ynet citando fonti del governo. Secondo un funzionario dell'aeroporto del Cairo, la delegazione israeliana avrebbe lasciato il Paese questa mattina all'alba.
Hamas determinata
Che la situazione stesse tornando a precipitare lo si era capito già ieri sera da una dichiarazione rilasciata dai comandanti sul campo e membri operativi di Hamas al corrispondente di al Jazeera Tamer Al-Mishal. "Il movimento palestinese di Hamas è pronto a riprendere il lancio di razzi verso Israele in qualsiasi momento se le richieste poste dai palestinesi per una tregua duratura non verranno accolte" avevano fatto sapere.
Fine dell'embargo
Tra le richieste illustrate dalla delegazione palestinese ai mediatori egiziani al Cairo c'è prima di tutto la fine dell'embargo sulla Striscia di Gaza che dura dal 2007 e la costruzione di un porto marittimo e di un aeroporto.
La fine della tregua
Le incursioni aeree da parte di Israele su Gaza City sono riprese dopo il lancio di razzi da parte di Hamas già prima dello scadere del cessate il fuoco. Il raid ha provocato un'enorme esplosione.
Netanyahu all'esercito: rispondete
A Gerusalemme, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha parlato di "forzata" risposta al fuoco da Gaza, riferendosi alla decina di razzi palestinesi che sarebbero partiti dalla Striscia. L'esercito in un comunicato ha spiegato di aver colpito "centrali del terrorismo".
"Colpiti siti terroristici"
"Questa mattina a seguito del rinnovato lancio di razzi su Israele, l'esercito ha colpito siti terroristici nella Striscia'', ha spiegato il portavoce Peter Lerner secondo cui ''la cattiva decisione di Hamas di infrangere il cessate il fuoco, sarà perseguita''. ''Continueremo - ha aggiunto - a colpire Hamas, le sue infrastrutture i suoi
operativi e riporteremo la sicurezza per lo stato di Israele''.
Razzi su Israele
Il cessate il fuoco tra Hamas e Israele, scattato martedì, doveva durare fino alle 8 ora locali, le 7 in Italia, ma le 72 ore di pace non sono state rispettate fino in fondo. Due razzi sono partiti da Gaza verso il sud di Israele quando mancavano 180 minuti alla scadenza dello stop alle ostilità, ha fatto sapere l'esercito con un messaggio ai giornalisti. Su Twitter i militari hanno precisato che non ci sono state vittime.
La jihad islamica rivendica
Subito dopo le 8 del mattino un'altra decina razzi sarebbero partiti verso lo Stato ebraico. Almeno uno, secondo una portavoce dell'esercito, è stato intercettato su Ashkelon, 50 km a sud di Tel Aviv, e diversi altri sono caduti in zone aperte. In uno scarno comunicato ai media la jihad islamica si è assunta la responsabilità del lancio.
La reazione dello Stato ebraico
Israele ha dispiegato nuovamente le sue truppe. La divisione della difesa civile dell'esercito ha ripreso le misure di emergenza in un raggio di 40 chilometri attorno a Gaza, riaperto i rifugi e proibito le concentrazioni di persone in un raggio di 80 km. Mentre risuonano nuove sirene di allarme per l'arrivo di missili nel sud del Paese.
Migliaia di palestinesi lasciano le loro case
E intanto migliaia di palestinesi hanno iniziato ad abbandonare le loro case, nella parte orientale di Gaza City. Sul fronte diplomatico Hamas, già prima dello stop alla tregua, aveva annunciato che non avrebbe prolungato ulteriormente il cessate il fuoco di 72 ore con Israele nella Striscia come aveva proposto la mediazione egiziana a lavoro da giorni al Cairo. Il movimento islamista ha detto no perché Israele ha rifiutato di accettare le sue richieste.
La mediazione egiziana
E mentre in Egitto si cerca ancora una soluzione, Israele fa sapere che non intende continuare i negoziati sotto il fuoco. Lo scrive Ynet citando fonti del governo. Secondo un funzionario dell'aeroporto del Cairo, la delegazione israeliana avrebbe lasciato il Paese questa mattina all'alba.
Hamas determinata
Che la situazione stesse tornando a precipitare lo si era capito già ieri sera da una dichiarazione rilasciata dai comandanti sul campo e membri operativi di Hamas al corrispondente di al Jazeera Tamer Al-Mishal. "Il movimento palestinese di Hamas è pronto a riprendere il lancio di razzi verso Israele in qualsiasi momento se le richieste poste dai palestinesi per una tregua duratura non verranno accolte" avevano fatto sapere.
Fine dell'embargo
Tra le richieste illustrate dalla delegazione palestinese ai mediatori egiziani al Cairo c'è prima di tutto la fine dell'embargo sulla Striscia di Gaza che dura dal 2007 e la costruzione di un porto marittimo e di un aeroporto.